Terra contesa Stampa E-mail

Lorenzo Kamel

Terra contesa
Israele, Palestina e il peso della storia


Carocci Editore, pagg.338, € 29,00

 

kamel terra  Questo volume di Lorenzo Kamel – dal 2018 professore associato di Storia globale e Storia del Medio Oriente e del Nord Africa presso l'Università di Torino – rappresenta l'esito di anni di studi e ricerche sulle origini del conflitto arabo-israelo-palestinese e offre un valido strumento di analisi a chi intenda approfondire il tema della "Terra contesa" cui allude il titolo.

  Obiettivo dell'Autore è "decostruire una serie di certezze impostesi nel corso del tempo nell'ambito della cosiddetta questione israelo-palestinese. Il tutto nella piena consapevolezza che sia necessario diffidare di quanti si fanno portavoce di verità assolute o certezze incrollabili, tanto più che, come ha scritto Tiziano Terzani (1938-2004), «i fatti non sono mai tutta la verità [...] al di là dei fatti c'è ancora qualcosa». Quanto appena affermato non significa che sia sbagliato prendere delle posizioni, non fosse altro per il fatto che in caso contrario lo storico e, di riflesso, il lettore si trasformano in semplici cronisti. Ma prendere posizione, facendo emergere i torti e le cicatrici della storia, non esclude la possibilità di mantenere molti punti interrogativi, che, nel caso di questo lavoro e come proiezione di lungo termine dei temi in esso trattati, sono cresciuti di pari passo con la profondità dell'analisi sviluppata".

  Nel 1865, a Londra, venne fondato il Palestine Exploration Fund (in acronimo PEF), "una delle più riuscite organizzazioni di ricerca create nell'Europa dell'Ottocento". Kamel approfondisce la storia di questa organizzazione, nella quale ravvisa "uno dei simboli più persuasivi del nuovo zeitgeist che si andò via via ad affermare in quella fase storica, nonché una delle più evidenti espressioni di quell'attitudine a semplificare le complessità dell'"altro" che questo libro ambisce ad esaminare".

  Dai lavori del PEF traspariva un'interpretazione della storia e del significato della Palestina "sovente improntata alla volontà di collegare il protestantesimo anglicano agli antichi israeliti e dunque al concetto di "popolo eletto"". Tale chiave di lettura risultava funzionale a "legittimare le rivendicazioni politiche britanniche" sulla "Terra contesa".

  Un altro aspetto molto interessante approfondito nel libro riguarda la carica del "Gran Muftī di Gerusalemme", "creata a "immagine e somiglianza " di quella che sarebbe diventata la potenza mandataria britannica". "Sotto la diretta responsabilità britannica – osserva l'Autore – la carica passò in maniera ufficiale da una sfera d'influenza locale (Gerusalemme) a una decisamente più estesa (la Palestina)".