Il Capo |
Marco Mondini
IL LIBRO – Luigi Cadorna diresse con poteri pressoché assoluti le operazioni militari italiane nella Grande Guerra. L'enorme consenso personale e la debolezza dei governi di Roma lo misero al riparo da ogni critica: nonostante l'insuccesso dei suoi piani, le enormi perdite di vite umane, il rischio di una sconfitta sul fronte trentino nel 1916, egli rimase al suo posto fino alla disfatta di Caporetto, nell'autunno 1917. Quanto era stato incensato prima, tanto venne demonizzato poi. Nel contesto della cultura militare europea e della storia italiana dell'epoca, Cadorna appare come il rappresentante, non eccezionale, di una generazione di professionisti delle armi ossessionata dal passato inglorioso, dalle umilianti sconfitte e dai difetti di un paese che ritenevano debole e indisciplinato. DAL TESTO – "Prima del 24 ottobre 1917 era un uomo al culmine del potere, padrone quasi assoluto di un esercito che superava i due milioni di uomini, temuto dal suoi stessi governanti che non osavano né criticarlo né disfarsene (anche se avrebbero voluto): due settimane dopo era un vinto, destituito dal suo comando e costretto a difendersi dall'accusa di aver quasi trascinato alla distruzione il proprio paese. Non sorprende che il Capo (come veniva chiamato anche dai suoi più stretti collaboratori) abbia passato il resto dell'esistenza a cercare di liberarsi dai fantasmi delle sue colpe, scrivendo memorie torrenziali e testi così polemici che alcuni di essi vennero pubblicati solo dopo la sua morte. Ma, come la guerra italiana non può essere compresa a pieno senza riflettere sulla figura autoritaria, ingombrante (e di non rado contraddittoria) del primo comandante in capo, così la parabola di Cadorna, la sua ascesa ai vertici dello stato, la sua fulminea e straordinaria popolarità e la sua caduta non possono essere capite limitandosi ad analizzare i suoi brevi anni (fu nominato, in fondo, solo nell'estate 1914) come capo di Stato Maggiore. L'AUTORE – Marco Mondini insegna Storia militare all'Università di Padova ed è ricercatore associato all'ISIG-FBK di Trento e all'UMR SIRICE (CNRS - Parigi Sorbona). Con il Mulino ha pubblicato «La guerra italiana» (2014), «Andare per i luoghi della Grande Guerra» (2015) e ha curato «La guerra come apocalisse» (2017). INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Dimenticare Cadorna - Parte prima. L'ascesa - I. La forza del destino («Da una stirpe eroica» - Cadorna prima di Cadorna - Il disagio dell'uniforme. Tra gli ufficiali italiani prima della guerra - Nel nome del padre. Luigi Cadorna e il senso della missione) - II. «Quell'imperfettissimo organismo militare». L'esercito al tempo di Cadorna (Una nazione inerme? - Gli italiani alle armi - Rifare gli italiani. L'ossessione della disciplina nella cultura militare nazionale) - III. Aspettando la guerra (Un uomo solo al comando - La forza coercitiva della tradizione: come si immagina una guerra) - Parte seconda. l'enigma del consenso - IV. Preparando la guerra («La guerra doveva naturalmente essere offensiva». I piani di Cadorna - «Una possibile, e secondo me probabile, lunga guerra». Cadorna e l'illusione della guerra breve) - V. Nella guerra reale («Faremo un picolo asalto a la baioneta». Le lezioni non imparate - «Le truppe si battono splendidamente e gli ufficiali danno un magnifico esempio». Il difficile adattamento alla guerra reale) - VI. Il governo degli uomini (Combattenti e silurati - Alla ricerca del capro espiatorio - Sorvegliare e punire. La disciplina di Cadorna) - Parte terza. La caduta - VII. Alla corte di Udine (Il Comandissimo - L'insostituibile. Cadorna e il governo della guerra - La guerra che non c'è. I media italiani e il mito del Capo) - VIII. Caporetto secondo Cadorna: l'autobiografia morale degli italiani («Con dei generali che non ubbidiscono e delle truppe che non si battono» - Processo a Cadorna) - Conclusioni. La battaglia della memoria – Note – Carte - Indice dei nomi |