Il «Corriere della Sera». Biografia di un quotidiano Stampa E-mail

Pierluigi Allotti - Raffaele Liucci

Il «Corriere della Sera»
Biografia di un quotidiano


il Mulino, pagg.528, € 30,00

 

allotti corriere  IL LIBRO – Il 5 marzo 1876 usciva a Milano il primo numero del «Corriere della Sera», fondato e diretto da un intraprendente napoletano, Eugenio Torelli Viollier. Frutto di minuziose ricerche d'archivio, questo libro racconta quasi centocinquant'anni di vita di un quotidiano divenuto presto il più influente della penisola. I direttori, gli amministratori, le grandi firme e gli scrittori che vi hanno collaborato, ma anche Milano, la sua borghesia e le dinastie imprenditoriali succedutesi alla proprietà. Nel palazzo di via Solferino, trasfigurato da Buzzati nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, s'è riflessa l'intera storia d'Italia. E la storia di questo giornale – dalle pressioni politiche agli arrembaggi finanziari, dalle lotte intestine ai certami sindacali, dal frastuono delle rotative al ticchettio delle macchine da scrivere – rivive in queste pagine, assieme all'orgoglio di un mestiere ancora indispensabile.

  DAL TESTO – "Nonostante i margini operativi assai ristretti e la miseria delle due sole pagine giornaliere, Amicucci s'impegnò a confezionare ugualmente un buon giornale dal punto di vista tecnico. Con una vendita media intorno alle 800 mila copie, il «Corriere» restava il maggiore quotidiano della Repubblica Sociale, l'unico a giungere all' estero e il solo a vantare un giornalista, Luigi Romersa, accreditato presso il comandante della Wehrmacht in Italia, Albert Kesselring.
  "Nei suoi sfoghi con l'amministratore Palazzi, il direttore non trascurava nulla, neppure i necrologi ripetuti due volte nella stessa colonna («un errore madornale») e la tipografia «povera di caratteri per i titoli»: «Se fate il confronto con la "Stampa" vi accorgerete che siamo in assoluta inferiorità»". Ma i veri problemi erano ben altri: i rapporti altalenanti con Mezzasoma (il cui capo di gabinetto era Giorgio Almirante); la propensione dei tedeschi a sovrapporsi al ministero della Cultura Popolare, esercitando di prima persona una ferrea censura; il distacco della proprietà al quotidiano. Le velleità autonomistiche di Amicucci, volte a salvaguardare la tradizione moderata del «Corriere», s'infrangevano contro i duri scogli della realtà."

  GLI AUTORI – Pierluigi Allotti, studioso di storia contemporanea, insegna Storia del giornalismo alla Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato per Carocci «Giornalisti di regime. La stampa italiana tra fascismo e antifascismo (1922-1948)» (2012) e «Quarto potere. Giornalismo e giornalisti nell'Italia contemporanea» (2017); per il Mulino «Andare per stadi» (2018) e «La libertà di stampa» (2020).
  Raffaele Liucci, storico dell'età contemporanea, collabora con il supplemento culturale del «Sole 24 Ore». Tra i suoi libri: con Einaudi «Spettatori di un naufragio. Gli intellettuali italiani nella seconda guerra mondiale» (2011) e una biografia in due volumi di Indro Montanelli scritta insieme a Sandro Gerbi («Lo stregone», 2006; «L'anarchico borghese», 2009; riedita in volume unico da Hoepli, 2014); con Carocci «Leo Longanesi. Un borghese corsaro tra fascismo e Repubblica» (2016).

  INDICE DELL'OPERA – Avvertenza – Abbreviazioni - Prologo. Domenica, 5 marzo 1876 - Parte prima. Le origini - I. I primi passi (Eugenio Torelli Viollier: 1876-78) - II. La svolta (Eugenio Torelli Viollier: 1878-85) - III. Il colpo di Stato della borghesia (Eugenio Torelli Viollier: 1885-91, 1892-95, 1896-98; Alfredo Comandini: 1891-92; Andrea Cantalupi: 1895-96; Luca Beltrami: 1896) - IV. L'ascesa di Luigi Albertini (Domenico Oliva: 1898-1900) - Parte seconda. Via Solferino - V. Il primo quotidiano d'Italia (Luigi Albertini: 1900-04) - VI. Il giornale-partito (Luigi Albertini: 1904-11) - VII. Mal d'Africa (Luigi Albertini: 1911-12) - VIII. Il «maggio radioso» del «Corriere» (Luigi Albertini: 1913-15) - IX. «Guerra!» (Luigi Albertini: 1915-18) - X. Il «grande nemico» di Mussolini (Luigi Albertini: 1918-21; Alberto Albertini: 1921-25) - Parte terza. Sotto la scure del fascismo - XI. La fascistizzazione di via Solferino (Pietro Croci: 1925-26; Ugo Ojetti: 1926-27; Maffio Maffii: 1927-29) - XII. Il «Corriere» in camicia nera (Aldo Borelli: 1929-38) - XIII. Contra judaeos (Aldo Borelli: 1938) - XIV. «La necessità di resistere» (Aldo Borelli: 1939-43) - XV. Nel gorgo della guerra civile (Ermanno Amicucci: 1943-45) - Parte quarta. Libertà di stampa - XVI. Lo straniero (Mario Borsa: 1945-46) - XVII. Il «ritorno alla normalità» (Guglielmo Emanuel: 1946-52) - XVIII. Il gattofilo (Mario Missiroli: 1952-61) - XIX. Un primo restyling (Alfio Russo: 1961-68) - XX. Il professore dell'Ottocento (Giovanni Spadolini: 1968-72) - Parte quinta. Dopo il Sessantotto - XXI. Il diavolo in via Solferino (Piero Ottone: 1972-77) - XXII. Dall'amore in prima pagina alla P2 in redazione (Franco Di Bella: 1977-81) - XXIII. La traversata nel deserto (Alberto Cavallari: 1981-84) - XXIV. «Un liberale che piace ai socialisti» (Piero Ostellino: 1984-87) - XXV. Il direttore che veniva dalla Russia (Ugo Stille: 1987-92) - Post res perditas – Cronologia - Elenco dei direttori - Indice analitico