Nell'Islam iranico. Volume 4 Stampa E-mail

Henry Corbin

Nell'Islam iranico
Aspetti spirituali e filosofici
4. La Scuola di Isfahan
La Scuola shaykhī
Il Dodicesimo Imām e la cavalleria spirituale


Mimesis Edizioni, pagg.658, € 30,00

 

corbin iranico4  IL LIBRO – Nel quarto e ultimo volume di Nell'Islam iranico – la summa del suo pensiero filosofico, della sua ricerca e del suo lavoro di ermeneutica – Corbin ha finalmente modo di mostrare come in Iran si siano mantenute vive le più importanti correnti spirituali e filosofiche della tradizione esoterica shī-'ita, anche nei secoli che, in Occidente, corrispondono all'età moderna e contemporanea. Nella Isfahan capitale del nuovo impero safavide, a partire dal XVI secolo, lo shī-'ismo ha corso il rischio di divenire una religione addomesticata priva di originalità nelle sue scuole di pensiero. Personaggi come Qāzī Sa'īd Qommī e Mollā Sadrā Shīrāzī, tuttavia, non solo ne hanno mantenuto viva la forza spirituale, ma l'hanno rinnovata con opere e sistemi filosofici profondamente originali. Ancora più sentita ed empatica è la ricostruzione corbiniana della scuola shaykhī, che dal Settecento fino ad anni non troppo distanti dai nostri ha presentato grandi personaggi spirituali e rimesso al centro gli insegnamenti degli Imām duodecimani. Non a caso, il grande affresco dell'Iran shī'ita viene fatto terminare da Corbin con un capitolo dedicato al grande mistero, e principio di speranza, che nutre la coscienza religiosa shī'ita: l'attesa del Dodicesimo Imām, l'Imām che da secoli si è occultato per tornare nel tempo della resurrezione, ma che non ha mai cessato di apparire agli occhi e nel cuore di chi è in grado di vederlo, ancora. Il volume contiene l'indice analitico di tutti i quattro tomi.

  DAL TESTO – "Più di un "pellegrino appassionato" è rimasto incantato dal sito di Isfahan e si è perduto nei propri sogni tra i giardini all'ombra delle cupole. Storici dell'arte e archeologi hanno saputo preservare l'eredità dei Safavidi e conservare al "presente" il significato della città d'arte dell'Iran islamico. André Godard ha descritto in termini commoventi la magnificenza dello spettacolo che, nella dolce luce declinante di una sera d'autunno, si offre al meditativo escursionista allorché, dopo aver scalato i primi pendii della montagna nel sud, si volta per fronteggiare l'immensa vallata circondata da deserti, ma che da un lato all'altro è un lago verde da cui emergono le cupole e le torri smaltate. Isfahan, "isolata tra deserti, segreta, meravigliosamente ornata, carica di storia, più ancora di Toledo o Aranjuez, è un'immagine dell'esaltazione nella solitudine. Forse è impossibile comprendere appieno l'arte e l'anima dell'Iran se si ignora la straziante bellezza di questa città"."

  L'AUTORE – Henry Corbin (1903-1978) è stato un fi losofo orientalista di enorme infl uenza nel pensiero contemporaneo. Con la sua opera monumentale di saggi e di edizioni critiche, ha rivoluzionato la nostra conoscenza del mondo musulmano, facendoci riscoprire l'immenso tesoro spirituale e filosofico dell'Iran shī'ita. I suoi studi sono diventati punto di riferimento imprescindibile non solo per gli storici e i filosofi delle religioni, e per chi si occupa del dialogo interculturale tra Oriente e Occidente, ma per tutti coloro che sono interessati a esplorare le ricche potenzialità di ciò che Corbin chiamava "mundus imaginalis", la dimensione immaginale, chiave per comprendere ogni fenomeno religioso e ogni atto creativo. Tra le opere più famose, già tradotte da Mimesis: "Il paradosso del monoteismo" (2011), "Nell'Islam iranico I" (2012), "Tempo ciclico e gnosi ismailita" (2013), "La Sophia eterna" (2014), "Nell'Islam iranico II" (2015), "Nell'Islam iranico III" (2017).

  INDICE DELL'OPERA – Nota e ringraziamenti del curatore – Argomento dei libri - Libro V. La scuola di Isfahan - I. Confessioni estatiche di Mīr Dāmād (1041/1631) (1. Mīr Dāmād e la Scuola di Isfahan - 2. Visione nella moschea di Qomm - 3. Esaltazione nella solitudine - 4. "Quell'immenso clamore occulto...") - II. Mollā Sadrā Shīrāzī (1050/1640) (1. La vita e l'opera di Mollā Sadrā - 2. Il pensatore shì'ita e la "filosofia profetica" - 3. Verso una metafisica della Resurrezione - 4. Il mondo dell'Immaginazione spirituale e il corpo di resurrezione - 5. L'immaginazione creatrice e la sua funzione escatologica - 6. La triplice crescita dell'essere umano) - III. Qāzī Sa'īd Qommī (1103/1691) (1. Nella città santa di Qomm "la ben custodita" - 2. Teologia apofatica e imāmologia stutturale - 3. Il "Racconto della Nube bianca" come racconto iniziatico - 4. L'involuzione del tempo cronologico e dello spazio sensibile - 5. Esplorando la montagna di Qāf - 6. Epilogo) - Libro VI. La Scuola shaykhī - I. Shaykh Ahmad Ahsā'ī (1241/1826) (1. La Scuola shaykhī - 2. La vita e l'opera di Shaykh Ahmad Ahsā'ī (1166/1753-1241/1826)) - II. I successori di Shaykh Ahmad Ahsā'ī (1. Sayyed Kāzem Reshtī (1212/1789-1259/1843) - 2. Shaykh Hājj Mohammad Karīm-Khān Kermānī (1225/1809-1288/1870) - 3. Shaykh Hājj Mohammad-Khān Kermānī (1263/1846-1324/1906) - 4. Shaykh Hājj Zaynol-'Ābidīn-Khān Kermānī (1276/1859-1360/1942) - 5. Shaykh Abū'l-Qāsem-Khān Ebrāhīmī, Sarkār Āghā (1314/1896-1389/1969)) - III. Alcuni punti della dottrina (1. Tradizione e rinnovamento - 2. Di un rinnovamento della metafisica - 3. Il "quarto pilastro" - 4. Escatologia e isomorfismo del tempo e dello spazio) - Libro VII. Il Dodicesimo Imām e la Cavalleria Spirituale - I. L'agiografia del Dodicesimo Imām (1. Il completamento del pleroma dei Dodici - 2. Da Bisanzio a Samarra - 3. Il Sigillo della walāyat mohammadiana e la sua Occultazione (ghaybat)) - II. Nel tempo della "grande occultazione" (1. Il santuario di Jam-Karān - 2. Il viaggio all'Isola Verde nel Mar Bianco - 3. Le isole dalle cinque città - 4. Incontro nel deserto o ubiquità di Nā-kojā-Ābād) - III. La cavalleria spirituale (1. Dall'"Isola Verde" dei Giovanniti a un poema incompiuto di Goethe - 2 Tradizione abramitica e cavalleria spirituale (javānmardī) – 3. Il Dodicesimo Imām e Il regno del Paraclito - 4. La Guida personale) – Indice generale - Postfazione, di Roberto Revello