Siria. I cristiani nella guerra |
Fulvio Scaglione
IL LIBRO – Ascoltare i cristiani del Medio Oriente è indispensabile. Avere a cuore la loro sorte, persino proteggerli, sarebbe doveroso ma anche utile. Non tanto per loro, ma per il bene dell'intera regione. La storia contemporanea dimostra che dove i cristiani resistono o resistevano, resiste o resisteva anche una parvenza di società plurale, multiconfessionale e multietnica. Per esempio in Libano, Giordania, Palestina, Israele, Egitto. Nell'Iraq prima del 2003 e nella Siria prima del 2011. Condizione assai più basilare e decisiva, almeno in Medio Oriente, di qualunque assetto politico. Dove i cristiani non ci sono più, o dove è stata mortificata o annientata la loro presenza sociale in quanto comunità, la deriva nel settarismo etnico-religioso è totale. Arabia Saudita, Bahrein, Iran, l'Iraq dopo l'invasione del 2003 ce lo dimostrano ogni giorno. I cristiani sono il terzo elemento che impedisce, o frena, lo scontro totale tra sciiti e sunniti (o tra sunniti moderati e sunniti estremisti) e impedisce l'estinzione anche delle altre minoranze. Sono una diga fragile, certo, ma decisiva. E noi dovremmo almeno evitare di picconarla. DAL TESTO – "La mia tesi somiglia invece a quella del Patriarca siro-ortodosso: ci fu sicuramente un movimento di base che, almeno all'inizio, fu in buona sostanza pacifico e concentrato sull'idea di ottenere una riforma in senso democratico del sistema politico, attraverso la protesta civile e il dialogo con il regime. Ma tale movimento fu affiancato, anche in questo caso fin dall'inizio, da attori che disponevano di ben altri mezzi e non volevano una Siria democratica ma, per ragioni e interessi diversi, la fine di Assad e una Siria in pezzi. Il tutto all'interno di un progetto che, per i Paesi del Golfo Persico, Israele e gli Stati Uniti, avrebbe bloccato la crescente influenza dell'Iran spezzando il blocco sciita - che appunto dall'Iran procede, attraverso Iraq e Siria, fino al Libano con propaggini nello Yemen - e che per la Turchia, invece, prospettava interessanti guadagni territoriali o almeno una certa influenza nella zona Nord della Siria abitata dai curdi, che sono da decenni una delle ossessioni di chiunque governi ad Ankara." L'AUTORE – Fulvio Scaglione è nato nel 1957 a Moncalvo (Asti). Giornalista professionista dal 1981, è stato vicedirettore di "Famiglia Cristiana" dal 2000 al 2016. Per la testata è stato anche corrispondente da Mosca e inviato nelle ex Repubbliche sovietiche, ha seguito le guerre in Afghanistan e in Iraq e ha scritto reportage da quasi tutti i Paesi del Medio Oriente. Attualmente collabora con "Famiglia Cristiana", "Avvenire", "L'eco di Bergamo", "Limes" e "Terrasanta", con le testate telematiche "Occhi della Guerra", "Linkiesta" e "Terrasanta.net". Attivo su Facebook e Twitter, Fulvio Scaglione ha inoltre un proprio sito personale, dedicato soprattutto ai temi della politica internazionale: www.fulvioscaglione.com. È autore di cinque libri: "Bye bye Baghdad" (2003); "La Russia è tornata" (2005); "I cristiani e il Medio Oriente" (2008); "Il patto con il diavolo" (2016); "Padre Pino Puglisi. Martire di mafia" (2018). INDICE DELL'OPERA - Introduzione - I. Si prepara la tempesta - II. Regime, rivoluzione e altre parole - III. I graffiti di Daraa - IV. I graffiti e le armi - V. La grande Siria che nasce cristiana - VI. Il dilemma dei cristiani: subire o reagire? - VII. Partire, restare, tornare - VIII. I cristiani e la Siria che verrà |