Fulvio Scaglione
Zelens'kyj L'uomo e la maschera
Meltemi Editore, pagg.160, € 16,00
Il percorso di Volodymyr Zelens'kyj, da comico televisivo alla massima carica dello Stato ucraino, è uno dei più sorprendenti e discussi della storia politica recente. Per comprendere appieno la sua figura, è necessario fare riferimento al contesto storico e geopolitico che ha visto l'Ucraina al centro di tensioni internazionali, tra la Russia e l'Occidente, e alle sue travagliate transizioni politiche dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. La lotta per l'indipendenza, il desiderio di modernizzazione, ma anche le sfide poste dalla corruzione endemica e dall'ingerenza degli oligarchi hanno caratterizzato la politica ucraina dagli anni '90 in poi.
Zelens'kyj arriva al potere in un periodo di grande incertezza e instabilità, segnato dall'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e dal conflitto armato con le forze separatiste filorusse nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk. La sua elezione a presidente nel 2019 segna un momento di rottura con il passato, rappresentando una speranza di rinnovamento per una popolazione delusa dalle promesse non mantenute dai politici tradizionali. Tuttavia, la sua ascesa non è priva di contraddizioni: dall'outsider che combatte la corruzione al leader di uno Stato che affronta una guerra diretta con la Russia, l'immagine di Zelens'kyj si è evoluta rapidamente, sfumando tra il ruolo di leader democratico e le accuse di autoritarismo.
Il volume di Fulvio Scaglione, "Zelens'kyj. L'uomo e la maschera", cerca di fare luce su queste sfumature, affrontando la figura di Zelens'kyj non solo dal punto di vista della sua carriera politica, ma anche esplorando le contraddizioni della sua figura pubblica e privata. Con un taglio critico e informato, Scaglione ci offre un ritratto complesso di un uomo che sembra incarnare in sé stesso le fratture della società ucraina e le tensioni tra passato e futuro.
Scaglione comincia la sua analisi con una riflessione sulla sorprendente ascesa di Zelens'kyj, che, da personaggio televisivo e comico, diventa il volto simbolico della lotta contro la corruzione e della speranza di rinnovamento per l'Ucraina. La sua candidatura nel 2019 come outsider, privo di esperienza politica, rappresenta una discontinuità radicale rispetto alla classe politica tradizionale, spesso accusata di collusione con gli oligarchi e di incapacità di guidare il Paese fuori dalla crisi. Zelens'kyj si propone come il "candidato del popolo", qualcuno che non è stato contaminato dal sistema politico e che, grazie alla sua visibilità e al suo carisma, promette di riformare l'Ucraina e portarla verso l'Europa.
Il comico che si trasforma in leader politico è un tema centrale nel libro, che esplora la "maschera" di Zelens'kyj. Il suo successo mediatico in Russia e Ucraina, attraverso la serie televisiva "Servitore del popolo" (dove interpreta un presidente onesto e democratico), gli ha permesso di costruire una carriera politica incentrata sull'immagine di un "uomo nuovo". Questo elemento di spettacolarizzazione della politica è una delle chiavi di lettura proposte da Scaglione: la politica di Zelens'kyj è, in un certo senso, una continuazione della sua carriera da attore, con la differenza che la "scena" ora è quella di un Paese in guerra e alle prese con gravi sfide militari, economiche e geopolitiche.
Scaglione evidenzia come, dietro questa maschera pubblica di riformista e leader del cambiamento, si nascondano contraddizioni non sempre facili da conciliare. Zelens'kyj, pur essendo stato eletto con una promessa di discontinuità e trasparenza, si è trovato a fare i conti con il peso degli interessi oligarchici, delle alleanze politiche e dei limiti intrinseci al sistema politico ucraino. La sua capacità di navigare tra queste acque, pur cercando di mantenere un'immagine di purezza e di rinnovamento, è uno degli aspetti più controversi e discussi della sua presidenza.
Un altro tema cruciale del libro è l'evoluzione del ruolo di Zelens'kyj nel conflitto con la Russia, che è esploso in maniera drammatica nel febbraio del 2022 con l'invasione a larga scala delle forze armate russe in Ucraina. Scaglione non si limita a raccontare l'ascesa del presidente come figura simbolica della resistenza, ma esplora anche le scelte politiche che lo hanno portato ad adottare una linea dura nei confronti di Mosca e le conseguenze di tali scelte. Da un lato, Zelens'kyj è diventato il volto della resistenza ucraina, ottenendo il supporto internazionale, in particolare dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti, che hanno fornito un sostegno militare ed economico decisivo. Dall'altro, le sue alleanze politiche interne e la sua gestione delle dinamiche politiche interne, inclusa la crescente centralizzazione del potere, sono diventate oggetto di critica, non solo in Ucraina ma anche a livello internazionale.
Scaglione approfondisce il paradosso di un presidente che, da un lato, incarna i valori della democrazia e della libertà, e, dall'altro, si è trovato a dover accettare compromessi politici e alleanze con forze che, prima della guerra, avrebbero potuto essere considerate incompatibili con la sua immagine di riformatore. In particolare, la relazione di Zelens'kyj con l'estrema destra ucraina e la sua crescente concentrazione di poteri nelle sue mani sollevano interrogativi sulla coerenza tra la sua retorica democratica e le sue pratiche politiche.
Scaglione dedica anche una parte del libro alla percezione di Zelens'kyj come un leader "opportunista", capace di adattarsi alle circostanze, talvolta in maniera ambigua, pur di mantenere il potere. Le sue dichiarazioni e le sue azioni, che spesso oscillano tra il compromesso pragmatico e la retorica della lotta per l'indipendenza, sono esaminate con uno sguardo critico. Il rapporto con gli oligarchi, l'accentramento del potere e la gestione della comunicazione pubblica sono tratti distintivi di un leader che, pur dichiarando di voler ridurre l'influenza delle forze economiche sul governo, finisce per diventare un giocatore chiave in un sistema che, pur modificato, non ha mai smesso di essere segnato dalla presenza degli stessi attori di sempre.
Il complottismo, tanto caro a Zelens'kyj nei suoi primi anni da politico, emerge come un altro aspetto problematico della sua figura. La sua tendenza a rifugiarsi in teorie del complotto per giustificare alcune scelte politiche e per consolidare il consenso popolare è un altro aspetto che Scaglione non manca di evidenziare, senza però mai cedere alla facile demonizzazione. Zelens'kyj è, per molti versi, un prodotto delle sue circostanze, un uomo costretto a navigare tra le insidie di un Paese lacerato dalla guerra e dalle pressioni internazionali.
"Zelens'kyj. L'uomo e la maschera" contiene un'analisi affascinante e critica di una delle figure politiche più rilevanti dei nostri tempi. Il libro ci offre un ritratto sfaccettato e complesso di Volodymyr Zelens'kyj, un uomo che, pur partendo da un mondo completamente diverso, è riuscito a diventare il simbolo di una nazione in guerra. Tuttavia, come ogni grande leader, la sua figura è attraversata da contraddizioni che non possono essere ignorate: l'outsider che prende il potere, il democratico che si avvicina alle forze più reazionarie, il combattente che si ritrova a dover fare compromessi con il sistema da cui avrebbe voluto distaccarsi.
Scaglione riesce a tratteggiare, con equilibrio e acutezza, un leader che continua a essere un enigma, in bilico tra l'immagine pubblica e le difficoltà della realtà politica. La lettura di questo volume è utile per comprendere le sfide politiche e morali di un uomo e di una nazione che si trovano a fronteggiare la guerra, la corruzione e la lotta per la propria identità nel cuore dell'Europa.
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