Stefano Graziosi

Apocalypse Trump
Un presidente americano tra Mao & Andreotti
Prefazione di Ferruccio de Bortoli

Edizioni Ares, pagg.200, € 15,00

  IL LIBRO – Durante la campagna elettorale del 2016, la candidata democratica Hillary Clinton disse che, se avesse vinto Trump, in America si sarebbe scatenata l'Apocalisse. Aveva ragione. Ma non nel senso che intendeva lei. Il messaggio politico di Trump è sempre stato consapevolmente e volutamente "apocalittico": abbattimento del sistema, movimentismo, disintermediazione con l'elettorato, difesa della maggioranza silenziosa. Questa linea si è dimostrata vincente. E il presidente ha continuato ad applicarla nel suo governo: rompendo gli schemi legati alla Guerra Fredda, quelli nei rapporti con il Congresso e quelli nelle relazioni con il mondo mediatico.
  "Questo libro – scrive, nella Prefazione, Ferruccio de Bortoli - ci aiuta a capire di più, e in profondità, il fenomeno Trump. Senza schermi pregiudiziali o filtri ideologici. E si incarica di sfatare qualche comodo luogo comune, particolarmente diffuso nell'approccio italiano ma anche europeo alla presidenza Trump. Il nostro giudizio è spesso superficiale, prevenuto. Condizionato dagli aspetti estetici e comportamentali. Un po' come accadde quando un ex attore di Hollywood, peraltro non dei migliori (anche Trump come imprenditore ha visto fallite più volte le sue società) vinse le elezioni nella diffidenza degli europei."

  DAL TESTO – "Trump ha fiutato la corrente. E l'ha seguita. Non a caso, nel corso delle primarie repubblicane, ha ripetutamente attaccato un ex presidente di quello che - almeno teoricamente - avrebbe dovuto essere il suo partito: contravvenendo pesantemente a una regola non scritta del galateo politico, il magnate ha difatti spesso criticato George W. Bush per aver intrapreso la guerra in Iraq. Senza comunque dimenticare che quelle stesse accuse il miliardario le abbia scagliate anche contro Hillary che, da senatrice, a favore di quella guerra aveva votato. Una guerra impopolare che, va ricordato, lo stesso Trump aveva supportato all'epoca in cui venne dichiarata.
  "L'altra linea seguita dal miliardario è stata poi quella di una virata protezionista in materia economica. Nonostante il Partito Repubblicano, almeno dagli anni '80, sia una compagine storicamente fautrice del liberoscambismo, Trump ha tuonato a più riprese contro i trattati internazionali di libero scambio, ritenendoli causa della delocalizzazione della produzione, oltre che di una concorrenza sleale, dannosa per l'economia americana. Una linea netta che, guarda caso, lo ha messo in rotta di collisione non solo con Hillary Clinton ma anche con gran parte degli stessi repubblicani."

  L'AUTORE – Stefano Graziosi (Roma, 1990). Laureato in filosofia politica all'Università Cattolica di Milano, scrive di esteri collaborando con varie testate tra cui: "Affari internazionali", "Tgcom24", "Studi cattolici", "La Verità", "Lettera43", "Gli Stati Generali". Ha seguito a New York le primarie americane del 2016 presso la redazione di "America24 - Il Sole 24 Ore".

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Ferruccio de Bortoli - Capitolo primo. Il cavaliere dell'Apocalisse - Capitolo secondo. Trump Revolution - Capitolo terzo. It's the Economy, Stupid! - Capitolo quarto. We'll meet again: addio alla Guerra fredda? - Capitolo quinto. Trump è di destra? Uno sguardo al futuro - Voci americane (Ron Paul - Matthew J. Franck)