Mein Kampf. Vol. 2: Il movimento nazionalsocialista Stampa E-mail

Adolf Hitler

Mein Kampf
Vol. 2: Il movimento nazionalsocialista
A cura di Vincenzo Pinto


Mimesis Edizioni, pagg.365, € 20,00

 

hitler kampf2  IL LIBRO – Il secondo tomo del Mein Kampf (Il movimento nazionalsocialista), apparso alla fine del 1926 (anche se la sua redazione fu alquanto stratificata), non differisce dal primo per mere ragioni redazionali e cronologiche. Dopo aver concluso il primo volume con l'espressione sibillina "Il movimento fece il suo corso", Hitler passa dalla diagnosi alla prognosi. Se prima aveva "inventato" l'ipotesi abduttiva della "malattia ebraica" attraverso un percorso semeiotico, ora si tratta di "immaginare" il futuro della nuova Germania. Eccoci alla "divinazione" vera e propria, cioè alla lettura del futuro attraverso gli indizi sparsi nel presente. Se i sintomi esteriori (la "mezza misura", l'infingardaggine borghese, il sistema educativo, la libertà sessuale ecc.) erano le spie di un sistema immunitario sempre più debole, si tratta ora di offrire la medicina contro il "male ebraico". Quale sarà ilfuturo della Germania dopo che i "bacilli" saranno estirpati dal corpo popolare tedesco?
  La "divinazione" hitleriana non è così immediata. Dopo la fondazione del Partito nazionalsocialista nel febbraio 1920 e le difficoltà incorse nel fallito putsch del novembre 1923, a ulteriore dimostrazione della distanza ormai incolmabile fra l'"amato popolo" e le sue élite sociali, politiche ed economiche, Hitler deve dimostrare la forza del suo partito "nuovo". E per farlo deve proporre un "sogno", ovvero una "visione del mondo" in azione, che contrasti con quella marxista e conquisti (ancorché indirettamente) i cuori dei tiepidi e pavidi borghesi weimariani. Non è un caso che il primo capitolo sia dedicato al nesso tra visione del mondo e partito. La polemica è apparentemente tutta interna alla galassia nazionalpopolare, ma è chiaro che Hitler intende marcare la discontinuità del nazionalsocialismo e il suo diritto di primogenitura.
  Il capitolo indubbiamente centrale è il secondo: Lo Stato nazionalsocialista. Qui viene esposta a chiare lettere la rilevanza tutta strumentale dello Stato ai fini della salvezza e della rigenerazione della "razza": i temi della "giusta unione", della "procreazione" e dell'"educazione". Se la Germania guglielmina ha fallito perché il corpo popolare era intaccato dai bacilli della "prostituzione", della "libertà indiscriminata" e dell'educazione "mentale", è chiaro - secondo Hitler - quali debbano essere le soluzioni da adottare: forgiare il carattere sin dalla gioventù, per evitare che la fantasia astratta (nemica della realtà) prenda il sopravvento nelle giovani menti impressionabili.
  Il resto del secondo volume si sofferma sia sul problema della "differenza" del nazionalsocialismo rispetto alle altre compagini nazionalpatriottiche (con le dure invettive contro i "riciclati" Ashveri nazionalpopolari) e alla sinistra marxista (visione del mondo, uso "pedagogico" della violenza, simbologia, propaganda, sindacato), sia sulla politica estera (la "maschera" del federalismo, il tema delle alleanze, la svolta orientale). Una volta "sanato" il corpo tedesco attraverso il reclutamento dei "migliori" (cioè di coloro che sono dotati della "visione corretta" delle cose), ecco che la Germania nazionalpopolare può tornare a giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere politico estero e realizzare per via bellica le proprie legittime aspirazioni. La guerra, infatti, è la via maestra per conquistare la gloria e la storia.

  DAL TESTO – "La visione del mondo esige combattenti decisi tanto alla lotta puramente corrosiva, di cui gli avversari riconoscono subito la pericolosità e perciò si uniscono in un fronte comune, quanto alla lotta costruttiva, che tenta di imporre il proprio nuovo modo di pensare. Perciò una visione del mondo porterà alla vittoria le sue idee se unificherà nelle sue file gli elementi più valorosi ed energici del suo tempo e del suo popolo e se darà loro forma di un'organizzazione salda e bellicosa. A tal fine è necessario che la visione del mondo selezioni alcuni pensieri ben precisi e li rivesta di una forma adatta a fungere da professione di fede, nella loro precisa e scultorea sintesi, per una nuova comunità umana."

  IL CURATORE – Vincenzo Pinto (1974), storico del sionismo e dell'antisemitismo, in possesso di una solida formazione accademica (dottore di ricerca in storia contemporanea, scienze storiche e studi italiani), dirige l'associazione e rivista "Free Ebrei". Ha pubblicato le biografie di Vladimir Ze'ev Jabotinsky, padre del sionismo di destra, e di Julius Langbehn, autore di uno dei libri più venduti nella Germania guglielmina. Ha curato le edizioni critiche di vari testi di politici e intellettuali ebrei e antisemiti. Sta per pubblicare una raccolta di saggi sul Bund ("La socialdemocrazia ebraica") per l'editore Brill.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - 1. Visione del mondo e partito - 2. Lo Stato - 3. Membri dello Stato e cittadini - 4. Personalità e concezione nazionalpopolare dello Stato - 5. Visione del mondo e organizzazione - 6. La battaglia degli esordi: l'importanza del discorso - 7. La lotta contro il fronte rosso - 8. "E scompagnato è fortissimo il forte" - 9. Idee fondamentali sul senso e sull'organizzazione del Reparto d'assalto (S.A.) - 10. Il federalismo come maschera - 11. Propaganda e organizzazione - 12. La questione sindacale - 13. La politica di alleanza tedesca del dopoguerra - 14. Svolta orientale e politica orientale - 15. Legittima difesa come diritto – Glossario - Indice dei nomi - Bibliografia generale