Costituzionalismo 1912-1913. Nazione e classe Stampa E-mail

Luca Borsi

Costituzionalismo 1912-1913
Nazione e classe


Giuffrè Editore, pagg.VII-488, € 49,00

 

borsi costituzionalismo  IL LIBRO – Il volume offre un contributo di storia delle dottrine costituzionalistiche e di storia costituzionale. L'approfondimento condotto su quel biennio (rilevante nella storia dell'Italia liberale giacché si ebbero l'estensione del suffragio a quasi-universale, la guerra di Libia, il 'patto' Gentiloni) muove in una duplice direzione: un repertorio bibliografico ragionato degli scritti costituzionalistici apparsi; il racconto di 'cronache costituzionali', onde catturare l'attualità costituzionale quale allora si poneva - lasciando al lettore di cogliere quanto essa risulti attuale ancora oggi. Intrecciando questi due fili espositivi, il saggio muta continuamente angolo visuale, da giuridico a storico-politico a letterario. In tal modo penetra all'interno di un'epoca, restituendone i confronti di idee e passioni, assieme alle categorie concettuali con cui gli studiosi e i commentatori trattassero i temi più dibattuti. Temi, alcuni, che suonano ben familiari al lettore di oggi, poiché quel discorrere allora di crisi dei partiti, crisi del Parlamento, crisi della rappresentanza, ricorre nel tempo attuale con sorprendente analogia.
  Il limite temporale - gli anni 1912 e 1913 - è assunto in modo stringente, con il rischio di qualche limitazione di prospettiva od omissione: compito dell'esposizione è contenerle a misura ragionevole. Il taglio prescelto per converso mira a seguire da presso la meditazione dei costituzionalisti in 'presa diretta' con gli eventi con cui è chiamata a misurarsi; a coglierne le risposte, e insieme il tempo storico in cui queste muovono. Perciò tra le figure prese in considerazione dall'Autore ci si imbatte anche in non costituzionalisti in senso stretto, ed anzi nemmeno giuristi – tenuto conto che temi costituzionalistici, quali crisi della rappresentanza, partiti, vincoli di mandato, erano al centro dell'attenzione di storici, filosofi, politici, giornalisti, in un dibattito di cui, attraverso alcune voci che vi presero parte, viene ricostruita la temperie.

  DAL TESTO – "L'idea liberale pareva non avere più sufficiente presa innanzi ad una società civile che si dava proprie articolazioni 'sovrane', proprio nel momento in cui si ammettevano alla vita politica masse popolari (in ampia parte analfabete, fu la decisione infine assunta da Giolitti) fino ad allora rimaste escluse. Le categorie del liberalismo immedesimate con la tradizione del sentimento nazionale, nella altera mediazione che la classe dirigente ne rivendicasse, mostravano di non recingere più l'intera volontà del Paese. Quindici anni di diffusione del socialismo avevano lasciato il segno.
  "Era, nella percezione, una crisi: crisi di democratizzazione, può dirsi in sede storiografica. I giuspubblicisti si volsero ad essa cercando di sminare il terreno, a fini 'immunitari'. Le tensioni degli anni Novanta dell'Ottocento, la crisi di fine secolo, li avevano sufficientemente avvertiti e addestrati.
  "Le categorie dei giuspubblicisti - i 'contenitori' - furono adattati a quella situazione, volendo però tener fermi i 'contenuti', ossia quel che si è sopra ricordato, un progressivo rafforzamento ed estensione dello Stato nazionale e liberale, portato del Risorgimento."

  L'AUTORE – Luca Borsi, consigliere parlamentare, è autore dei seguenti volumi: "Classe politica e costituzionalismo: Mosca, Arcoleo, Maranini" (Giuffrè, 2000), "Storia, nazione, costituzione: Palma e i preorlandiani" (Giuffrè, 2007) e "Nazione, democrazia, Stato: Zanichelli e Arangio-Ruiz" (Giuffrè, 2009). Ha altresì curato "La scuola non statale nella Costituzione" (Senato della Repubblica, 1997) e "Laicità dello Stato e libertà religiosa: il dibattito presso il legislatore francese" (Senato della Repubblica, 2004).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione (Nazione e classe; guerra e rivoluzione. Dalla riforma giolittiana del suffragio alla crisi dello Stato liberale) - 1912-1913 – L'"amabile scetticismo" luzzattiano - Una proposta di Siotto-Pintor in materia elettorale - Ranelletti ottocentesco? - Una prefazione orlandiana - Guerra di Libia a Camere chiuse: le ragioni del governo parlamentare fatte valere da Sonnino (insieme con Turati) - D'Annunzio censurato - Insidie del patriottismo (a proposito di due fratelli Cimbali) - Sulla formazione del Regno d'Italia - Un regicidio mancato - Il partito come giudizio e come pregiudizio - Crisi dei partiti e crisi della democrazia: Antonio Anzilotti. Dalla classe alla nazione - Nel segno di Ostrogorski - La guerra come prova morale per Amendola - Ritorno a Kant: riflessioni di Panunzio - Il giudice diventa legislatore: la doglianza di Bartolomei - Mussolini a Reggio Emilia - Costituzionalisti in Parlamento: il dibattito sulla riforma elettorale giolittiana - Raffronto tra il 1896 (Adua) e il 1912, nell'intervento di Franchetti - L'indennità parlamentare - Modificare lo Statuto: le categorie costituzionalistiche - La riscossa del partito liberale secondo Salandra (recensito da Amendola) - Penalisti in Parlamento: verso un nuovo codice di procedura penale - La Cassazione a proposito di atto politico - Crisi dei partiti (di sinistra) e funzione politica dei ceti medi, per Fovel - Nazionalisti a congresso - La crisi della rappresentanza politica secondo Marchi - Flashback in tema di 'parlamentarismo', tra diritto costituzionale e letteratura - Il referendum secondo Perassi - Un nuovo attore: il giornale (e il suo indirizzo politico) nella disamina di Galizia - Jemolo sull'articolo 1 dello Statuto (e sulla rigidità o flessibilità dello Statuto) - Caristia sulle tendenze recenti del costituzionalismo (e quel che dietro il metodo si cela) - Un manuale di diritto costituzionale - Una introduzione carneluttiana - Lavori pubblici tra sperperi e corruttela: l'inchiesta parlamentare sulla costruzione del Palazzo di giustizia a Roma - La traduzione di Bryce (annotato da Brunialti) e di Michels - I due volti della consuetudine costituzionale. A proposito di un saggio di Ferracciù - Annotazioni di Miceli sulla rigidità costituzionale - In tema di 'corpi consultivi' - Orlando sul cinematografo - Tra cura d'anime ed organizzazione del consenso: il parroco - Dibattito sulla massoneria - La volontà dello Stato secondo Bonucci - L'opzione formalista di Forti - L'Italia e l'Islamismo in Libia - Una legge sulla cittadinanza - Antiparlamentarismo vecchio stile - Su uno sciopero generale - Classe e nazione; crisi dei partiti e del partito socialista. Gli interventi di Colucci sulla "Critica sociale" - Rivelazioni di un questore di polizia - Finale di legislatura (con qualche espediente contabile) - Il decreto di scioglimento - Il Re è elettore? Arcoleo contro i pregiudizi elettorali - "Fiducia in Dio ed asciutte le polveri" - I dati elettorali, con il commento di Arangio-Ruiz - Tre senatori socialisti! - "Un grande cimitero è questo decennio". Epitaffio per Giolitti - Il commiato della Opposizione costituzionale - Rocco per un partito "nazionale liberale" - Intorno all'idealismo attuale, lo 'strappo' di Croce - L'Italia economica nell'anno 1913 - Indice dei nomi