Classe politica e costituzionalismo Stampa E-mail

Luca Borsi

Classe politica e costituzionalismo
Mosca – Arcoleo – Maranini


Giuffrè, pagg.VI-606, € 41,32

 

borsi classepolitica  IL LIBRO – Il percorso qui tracciato consente di rilevare, attraverso il filo rosso della 'classe politica', alcuni punti di emersione, nella rappresentazione giuridica del politico (non all'esterno o in alternativa ad essa, come sarà compito dell'esposizione dimostrare), del momento 'potestativo' del politico stesso, consapevolmente assunto (a fini diversi: di fondazione categoriale e teorico-scientifica; di riforma istituzionale; di interpretazione storica) come momento unificante, di strutturazione della disgregata fattualità delle relazioni gerarchiche e di potere, propria della società. Si evidenzia in tal modo una funzione unificante e mediatrice della 'classe politica', che nella raffigurazione dualistica del 'campo teorico' (tra i suoi due poli, statuale e sociale) realizza un significativo momento di ricomposizione ad unità, che può trascorrere nelle 'istituzioni' (e insieme, in un'ottica bidirezionale, da quelle giungere: emblematico il saggio moschiano "Le costituzioni moderne", in cui le due prospettive sono a filo doppio intrecciate). Sono, le 'istituzioni', depositarie del momento dell'unità (e al di là di esse e attraverso esse, la Costituzione, secondo l'originale indicazione di Arcoleo), il quale può così essere assorbito nell'ambito disciplinare del giurista, corroborato da una aggancio forte alla 'effettività', che non è informe dominio del 'fatto' contrapposto al 'diritto' bensì è diritto che realizza, nella sua vigenza, l'irrinunciabile suo telos, assicurare (non solo rappresentare o costituire) l'ordine. In questa strategia discorsiva, il momento potestativo non è più collocato in una posizione periferica proprio perché si ha riguardo alla operatività del diritto costituzionale (e al suo farsi, se si vuole, scienza politica, intesa quale grande opera di pedagogia), innanzi a momenti avvertiti come di 'crisi' (della forma di governo parlamentare; di un tradizionale impianto dello Stato liberale innanzi alla democratizzazione; dello Stato liberale stesso) che chiamavano il giurista al 'fare', proporre, 'educare' (la medesima classe politica, oltre che referente, destinataria del discorso giuridico).

  DAL TESTO – "In Mosca la 'classe politica' si fa scienza politica. La riflessione 'scientifica' è un tempo sulla classe politica e sul funzionamento delle istituzioni e della forma di governo, secondo connessioni (teoriche e propositive, e queste ultime insieme di rinnovamento, almeno per un certo tratto, e conservazione) che meglio possono essere colte nel loro spessore - e problematicità - ripercorrendo in quel pensiero i luoghi e la parabola dell'interesse giuridico (sino al suo, in ultimo, esaurimento). Per questa via, la complessiva opera moschiana può essere con maggiore compiutezza posta in relazione e dialogo con il dibattito e con gli eventi politico-istituzionali del tempo, con le insidie da questi promananti alla legittimazione dello Stato liberale, in un periodo di increspato, a tratti fortemente conflittuale, moto delle forze sociali e politiche.
  "Con Mosca, Arcoleo condivide il riferimento a una 'classe politica' intesa come 'classe media', senza peraltro giungere a una sua ipostatizzazione e a stilizzare la forma di governo, cui quella dà impronta, alla stregua di un 'regime di discussione', in cui in qualche misura deterministica e meccanica risulti la composizione delle diversità di opinioni e interessi. Per Arcoleo, la mediazione si mantiene calata, senza mai disancorarsene, nelle contrapposizioni talora conflitti delle forze sociali, nel loro moto di ascesa o resistenza, nel farsi partiti, gruppi, leghe. Questo divenire non è imbrigliabile con mere formule, ha del resto potenzialità liberali di progresso e di emancipazione sociale vitali per le istituzioni, sol ch'esso si mantenga nella salda cornice di alcuni principi di diritto, che informano di sé la Costituzione, sono la Costituzione (di cui la Carta scritta, lo Statuto, è un indice esterno), la quale rinvia pertanto alla coscienza giuridica di un popolo, alla sua consapevolezza storica. La classe politica deve essere levatrice di quella coscienza popolare, ad essa aprirsi e con essa confrontarsi grazie alla capacità di suo rinnovamento, ciò che si consegue predisponendo in modo consono le istituzioni, in primo luogo - si è ancora nella stagione del costituzionalismo liberale - la Rappresentanza."

  L'AUTORE – Luca Borsi, consigliere parlamentare, è autore dei seguenti volumi: "Classe politica e costituzionalismo: Mosca, Arcoleo, Maranini" (Giuffrè, 2000), "Storia, nazione, costituzione: Palma e i preorlandiani" (Giuffrè, 2007) e "Nazione, democrazia, Stato: Zanichelli e Arangio-Ruiz" (Giuffrè, 2009). Ha altresì curato "La scuola non statale nella Costituzione" (Senato della Repubblica, 1997) e "Laicità dello Stato e libertà religiosa: il dibattito presso il legislatore francese" (Senato della Repubblica, 2004).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. 'Classe politica' e costituzionalismo nella crisi dello Stato moderno – Capitolo I. Mosca costituzionalista e l'istituzione parlamento (1. Le 'istituzioni' nel pensiero di Gaetano Mosca - 2. Parlamento e poteri dello Stato - 3. Le fonti del diritto - 4. Istituti del diritto parlamentare - 5. "Dirigere e moderare": 'classe politica', Parlamento e forze sociali) – Capitolo II. Arcoleo e il problema della Costituzione (Premessa - 1. La Costituzione secondo Giorgio Arcoleo - 2. Arcoleo e Orlando - 3. Politica e amministrazione, legge e partiti, istituzioni e riforme - 4. Della storia, in polemica con Croce - 5. 'Classe politica' e rappresentanza: frammenti di un dibattito) – Capitolo III. La classe politica alla prova: autorappresentazione e riforma delle istituzioni. A proposito del Senato regio (1. Le modifiche al regolamento del Senato nei primi anni del Novecento - 2. Il progetto predisposto da Arcoleo per la riforma del Senato - 3. L'iniziativa di Luzzatti e Arcoleo - 4. La mancata approvazione del progetto: può una classe politica riformare se stessa?) - Capitolo IV. Negli anni Trenta e nell'esperienza della Repubblica. Maranini e lo Stato sovrano (1. Stato di partiti e partiti-Stato: il problema della 'continuità' e una tesi di Giuseppe Maranini degli anni Cinquanta - 2. Maranini negli anni Quaranta: socialismo demolaburista, progettazione istituzionale, polemica contro la partitocrazia - 3. Quale Maranini negli anni Trenta? - 4. Segue: l'universalità dello Stato-partito - 5. Segue: "cos'è una costituzione senza un regime?". Lo Stato di diritto corporativo - 6. Ancora sugli anni Trenta: partito e forma di governo - 7. Ipotesi sulle fonti di Maranini - 8. Dal regime fascista alla Repubblica democratica - 9. Sovranità dello Stato, Costituzione, 'classe politica'. Itinerario di un "idealista machiavellico") - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice analitico