Napoleone il Grande Stampa E-mail

Andrew Roberts

Napoleone il Grande

Utet, pagg.1200, € 42,00

 

roberts napoleone  IL LIBRO – Nel marzo 1807, lontano dalla Francia, Napoleone Bonaparte scriveva alla moglie Giuseppina: «So fare altre cose oltre a condurre guerre, ma il dovere viene per primo».
  E nell'arco di vent'anni appena, dall'ottobre 1795, in cui era un giovane capitano di artiglieria mandato a sedare tumulti a Parigi, fino al giugno 1815 e alla sconfitta finale di Waterloo, Napoleone ebbe modo di mostrare in quante forme questo senso del dovere poteva manifestarsi: conquistato il potere con un colpo di stato, pose fine alla corruzione e all'incompetenza in cui si era arenata la Rivoluzione, e se da una parte reinventò l'arte della guerra in una serie di battaglie folgoranti, dall'altra ricreò dalle fondamenta l'apparato legislativo e amministrativo, modernizzò i sistemi di istruzione e promosse la fioritura dello "stile impero" nelle arti. Poi l'impossibilità di sconfiggere il suo nemico più ostinato, la Gran Bretagna, lo spinse verso campagne estenuanti e alla fine fatali in Spagna e Russia. L'epilogo in sordina della sua vita avventurosa, in esilio a Sant'Elena, per ironia della sorte e della Storia si salda con i suoi esordi, con quel quaderno di geografia dove da ragazzo annotava, a margine di un lungo elenco di possedimenti imperiali britannici: «Sainte-Hélène: petite île».
  Andrew Roberts ha attinto al corpus completo delle 33000 lettere napoleoniche, tuttora in corso di pubblicazione, e ha visitato quasi tutti i campi di battaglia e i luoghi della sua vita, mostrandoci per la prima volta "l'imperatore dei francesi" così com'era davvero: incredibilmente versatile, ironico, ambizioso, ferocemente determinato ma anche disposto al perdono, ossessionato dalla discendenza e scostante in amore. Perché Napoleone il Grande non fu una sorta di antieroe destinato alla nemesi, un moderno personaggio da tragedia greca o un'altra delle immagini che gli hanno ritagliato addosso dozzine di ricostruzioni storiche. Come scrisse nelle sue memorie George Home, guardiamarina a bordo della nave inglese che lo prese in consegna, sconfitto e prigioniero, dopo Waterloo, Napoleone «ci ha mostrato che cosa può fare una semplice creatura umana, come noi, in un arco di tempo così breve».
  Vincitore del Prix du Jury des Grand Prix de la Fondation Napoléon 2014

  DAL TESTO – "Dopo la sconfitta della Francia nella guerra dei sette anni (inferta anche con la spada di Federico), gli strateghi militari e i teorici del paese avevano fatto importanti riflessioni su come si potessero migliorare le tre armi dell'esercito, fanteria, cavalleria e artiglieria, e su come si potessero coordinare in modo più efficiente. Napoleone studiò a fondo le opere di Guibert, Gribeauval, Bourcet, de Saxe e di altri ancora, e mise in pratica le loro idee sul campo di battaglia. Non inventò formazioni come il battaglione quadrato, né la strategia della posizione centrale, l'ordine misto, la manovra da dietro e nemmeno il sistema dei corpi d'armata, ma ne perfezionò il funzionamento. Ciò gli permise di affrontare qualsiasi tipo di scontro e di volgere a proprio vantaggio quasi ogni situazione. Nella sola campagna d'Italia del 1796-1797 seppe tenere più volte inchiodato il nemico mentre allo stesso tempo lo aggirava su un fianco (quello destro a Montenotte, quello sinistro a Rovereto, o addirittura entrambi in un colpo solo, come a Mondovì). Sapeva incitare in modo straordinario i suoi uomini ad attaccare passando su un ponte stretto, come avvenne a Lodi e ad Arcole, intuire le situazioni dai rapporti dei servizi informativi, come nel caso della battaglia di Marengo, o inseguire un nemico in ritirata, come a Millesimo e Primolano. A Lonato e Rivoli riuscì a fermare un'offensiva contro la propria retroguardia e a contrattaccare con successo. A Castiglione intrappolò il nemico tra due eserciti e lo assaltò alle spalle. Ci voleva un talento eccezionale per primeggiare in ogni diverso tipo di situazione tattica che si può presentare nel corso di una sola campagna, e Napoleone seppe ripetere le proprie imprese per quasi vent'anni; anzi, alcuni dei suoi più strepitosi successi strategici vennero riportati nella campagna del 1814 in Sciampagna, quando vinse quattro diverse battaglie in cinque giorni."

  L'AUTORE – Andrew Roberts, nato a Londra nel 1963, storico e giornalista, collabora con il "Wall Street Journal". Autore di documentari e pubblicazioni di successo, in Italia ha pubblicato "18 giugno 1815. Waterloo" (Corbaccio, 2009). Ha vinto molti premi, tra cui il Wolfson History Prize e il British Army Military Book of the Year. È membro del Napoleonic Institute. Il suo ciclo di documentari su Napoleone, tratto da questo libro, è andato in onda per la BBC.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Parte prima. Ascesa - 1. Corsica - 2. Rivoluzione - 3. Desiderio - 4. Italia - 5. Vittoria - 6. Pace - 7. Egitto - 8. Acri - 9. Brumaio - Parte seconda. Supremazia - 10. Console - 11. Marengo - 12. Legislatore - 13. Complotti - 14. Amiens - 15. Incoronazione - 16. Austerlitz - 17. Jena - 18. Blocchi - 19. Tilsit - 20. La penisola iberica - 21. Wagram - 22. Zenith - Parte terza. Ultimo atto - 23. Russia - 24. In trappola - 25. Ritirata - 26. Resilienza - 27. Lipsia - 28. La sfida - 29. Isola d'Elba - 30. Waterloo - 31. Sant'Elena – Conclusione – Commiato – Ringraziamenti – Note – Bibliografia - Indice delle illustrazioni - Indice delle cartine