Pensare l’islam Stampa E-mail

Michel Onfray

Pensare l'islam

Ponte alle Grazie, pagg.156, € 10,00

 

onfray islam  IL LIBRO – Dopo i fatti di Charlie Hebdo, una nuova e più sanguinosa strage jihadista fa vacillare i valori fondamentali della Repubblica francese rischiando di innescare una deriva autoritaria in tutta l'Europa; questo mentre la coalizione contro l'ISIS si allarga pericolosamente facendo emergere complicità per troppo tempo ignorate e acuendo le tensioni tra gli Stati coinvolti nella crisi siriana.
  Nel Corano si predica la pace o al contrario si inneggia alla guerra? Ha senso ritenere che l'Islam, in quanto tale, sia incompatibile con la cosiddetta civiltà occidentale? Ciò a cui stiamo assistendo non è forse il prodotto di un conflitto planetario scatenato più di un decennio fa in nome del profitto, un conflitto che ha armato la mano di coloro che oggi minacciano la nostra incolumità e che quasi ogni giorno seminano terrore e morte in tutto il mondo arabo? Michel Onfray, partigiano del libero pensiero che non ammette compromessi, cerca di rispondere a queste domande cruciali affidandosi alle armi della critica e all'analisi delle fonti, in un libro «vietato» in Francia, dove il dibattito pubblico si sta progressivamente omologando alla narrazione imposta dalle autorità e alle semplificazioni dei media. Per questo, il libro che qui presentiamo costituisce la prima edizione mondiale. Mantenere la lucidità, avere il coraggio di analizzare i fatti per quello che sono, senza infingimenti e ipocrisie, permette di tracciare una via di uscita da una catastrofe annunciata che nessuno sembra avere intenzione di scongiurare. Pensare l'Islam vuole contribuire al risveglio della razionalità in un mondo sempre più assediato dai demoni della follia, prima che sia troppo tardi.

  DAL TESTO – "Personalmente sono per una revisione totale della politica estera francese. Se continuiamo a sostenere una linea aggressiva nei confronti dei Paesi musulmani, questi Paesi continueranno a reagire come stanno facendo. Inviare truppe sul suolo siriano sarebbe come versare fiumi d'olio sopra le fiamme. La Francia dovrebbe invece interrompere questa politica neocoloniale islamofoba allineata alle posizioni degli Stati Uniti. Dovrebbe ritirare le proprie forze d'occupazione da tutti i territori interessati. E dovrebbe prendere l'iniziativa di indire una conferenza internazionale, allo scopo di costituire un fronte diplomatico in grado di negoziare per garantire neutralità e rispetto della sovranità dei Paesi in questione, che hanno il diritto di fare ciò che vogliono sul proprio territorio senza che noi glielo impediamo. E in nome di cosa, poi, dovremmo privarli del diritto di autodeterminarsi come meglio credono e secondo le proprie ragioni? Per non affrontare la questione, preferiamo pensare che stiamo lottando contro il terrorismo, quando invece è proprio agendo in questo modo che lo riproduciamo. Il terrorismo non esisteva finché noi stessi non lo abbiamo fatto sorgere. Una soluzione potrebbe quindi essere quella di firmare con lo Stato Islamico una tregua, affinché le cellule «dormienti» sul nostro territorio depongano le armi. A suo tempo, anche de Gaulle aveva proposto ai combattenti per l'indipendenza algerina la cosiddetta «pace dei coraggiosi». Vorrei inoltre ricordare che, il 29 gennaio 1991, Jean-Pierre Chevènement si dimise dal governo Rocard, dissociandosi pubblicamente dalla linea di politica estera che Mitterrand stava inaugurando e di cui oggi raccogliamo i frutti. In quell'occasione, Chevènement ci stava indicando la strada che avremmo dovuto percorrere. Ahimè però, è stato vilipeso dai media e dagli intellettuali che hanno invece scelto di legittimare le guerre che oggi si riflettono sul nostro territorio. Jean-Pierre Chevènement sarebbe l'uomo giusto per guidare la politica di disimpegno militare della Francia: come politico, possiede senso della storia, esperienza e cultura, e oltretutto ha una conoscenza concreta dei Paesi interessati."

  L'AUTORE – Michel Onfray (1959), autore di ottanta volumi fra cui il fortunatissimo "Trattato di ateologia" (2005), è uno dei più popolari e controversi filosofi europei. Ha fondato l'Università popolare di Caen. Le sue opere, tradotte in ventuno lingue, sono pubblicate in Italia da Ponte alle Grazie: ricordiamo "La potenza di esistere" (2009; ed. tasc. TEA 2011), "La cura dei piaceri" (2009), "Filosofia del viaggio" (2010), "Crepuscolo di un idolo" (2011; ed. tasc. TEA 2013), "Estetica del Polo Nord" (2011), "I filosofi in cucina" (2011), "Il corpo incantato" (2012), "L'ordine libertario" (2013), "L'invenzione del piacere" (2014). Sono inoltre usciti i primi sette volumi della sua monumentale "Controstoria della filosofia: Le saggezze antiche" (2006), "Il cristianesimo edonista" (2007), "L'età dei libertini" (2009) e, per Ponte alle Grazie, "Illuminismo estremo" (2010), "Politiche della felicità" (2012), "Schopenhauer, Thoreau, Stirner: le radicalità esistenziali" (2013) e "Nietzsche e la costruzione del superuomo" (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Nota dell'editore - Introduzione. Non ridere, non piangere, ma comprendere - Intervista con Asma Kouar - Conclusione. Per non concludere - Postfazione all'edizione italiana. Il pesce puzza dalla testa - Note del traduttore