Nozioni di diritto internazionale dei conflitti armati Stampa E-mail

Matteo Fornari

Nozioni di diritto internazionale dei conflitti armati

Editoriale Scientifica, pagg.IX-362, € 35,00

 

fornari armati  IL LIBRO – L'espressione "diritto internazionale dei conflitti armati" indica quella branca del diritto internazionale pubblico volta a regolamentare la condotta del belligerante durante le ostilità, ponendo regole ai metodi e ai mezzi di combattimento al fine di limitare la violenza bellica e tutelare, per quanto possibile, gli individui e i beni coinvolti nelle ostilità. Scopo di questo corpo normativo è, quindi, quello di proteggere sia le persone che partecipano (e i beni che sono coinvolti) direttamente e attivamente nelle ostilità, sia le persone (e i beni) estranei al conflitto, vale a dire gli individui che non partecipano attivamente al conflitto (i civili) e gli individui belligeranti che, ad un certo punto del conflitto, si trovano estranei al conflitto stesso (come i soldati feriti o prigionieri).
  Il volume focalizza l'attenzione sulle regole fondamentali nella conduzione delle ostilità, vale a dire quei principi-cardine del diritto dei conflitti armati (come i principi di distinzione, di proporzionalità, di precauzione) che per la loro importanza i belligeranti, in ogni circostanza, devono (o dovrebbero) osservare e fare rispettare; tenendo presente che, allo stato attuale, sembra si stia affermando e consolidando la tendenza - rimarcata ad esempio dalla giurisprudenza internazionale, come quella del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia - verso l'applicazione di questo "nocciolo duro" del diritto dei conflitti armati sia nei conflitti internazionali che in quelli interni.

  DAL TESTO – "Nei conflitti armati internazionali i combattenti legittimi catturati dalle forze nemiche sono prigionieri di guerra e non possono essere puniti per la loro partecipazione al conflitto (posto che non abbiano compiuti gravi violazioni del diritto dei conflitti armati o crimini di guerra), e vengono riconosciuti loro determinati privilegi e garanzie (come, ad esempio, mantenere una corrispondenza con la famiglia di origine o svolgere attività lavorative); nei conflitti interni, invece, non trovano applicazione le norme inerenti al combattente legittimo e al riconoscimento dello status di prigioniero di guerra, e i combattenti catturati possono essere puniti per la loro partecipazione alle ostilità. Appare evidente, quindi, l'importanza di determinare il tipo di conflitto che si svolge in un determinato contesto."

  L'AUTORE – Matteo Fornari è dottore di ricerca presso l'Università di Milano Bicocca. Oltre al presente volume ha recentemente pubblicato "Nozioni di diritto internazionale dei conflitti armati" (Editoriale Scientifica, 2015).

  INDICE DELL'OPERA – Elenco delle abbreviazioni – Introduzione - Capitolo 1. La codificazione del diritto dei conflitti armati (1. La nascita dell'esigenza di codificare il diritto dei conflitti armati - 2. I primi strumenti di codificazione del diritto dei conflitti armati - 3. Il "diritto dell'Aia" e il "diritto di Ginevra" - 4. La clausola "si omnes" - 5. La clausola Martens) - Capitolo 2. Nozioni e regole fondamentali nella conduzione delle ostilità (1. Jus ad bellum e jus in bello - 2. "Guerra" e "conflitto armato" - 3. La dichiarazione di guerra e l'inizio dell'operatività del diritto dei conflitti armati internazionali - 4. L'inizio dell'operatività del diritto dei conflitti armati non internazionali: l'art. 3 comune alle Convenzioni di Ginevra - 4.1. Il II Protocollo del 1977 - 4.2. La giurisprudenza internazionale relativa alla nozione di conflitto non internazionale - 4.3. Alcuni conflitti non internazionali - 5. I conflitti armati internazionalizzati - 6. Il principio dell'uguaglianza delle parti belligeranti - 7. Il divieto di provocare mali superflui ai combattenti e il divieto di utilizzo illimitato di metodi e mezzi di combattimento - 8. La necessità militare - 8.1. Necessità militare o ragione di guerra? - 8.2. Necessità militare o ragione politica? - 8.3. La necessità militare in alcuni recenti conflitti - 9. Il principio di proporzionalità - 9.1. Il vantaggio militare concreto e diretto previsto - 9.2. Proporzionalità e diligenza del comandante militare - 9.3. Proporzionalità e distruzione dell'ambiente - 9.4. Il principio di proporzionalità e la prassi degli Stati - 10. Il principio di distinzione - 10.1. Il valore consuetudinario del divieto di attaccare civili e beni civili - 10.2. Il divieto di attaccare le persone civili - 10.2.1. Il divieto di diffondere il terrore fra la popolazione civile - 10.2.2. Il divieto di attacchi indiscriminati - 10.3. Il divieto di attaccare i beni civili - 11. Il principio di precauzione: le precauzioni negli attacchi - 11.1. Le precauzioni contro gli effetti degli attacchi - 11.2. La portata dell'espressione "precauzioni praticamente possibili" contenuta nell'art. 57 del I Protocollo - 12. Conclusioni) - Capitolo 3. L'obiettivo militare - Sezione I. I combattenti (1. Introduzione - 2. Il legittimo combattente - 2.1. Casi particolari di obiettivo militare - 2.2. La partecipazione diretta alle ostilità - 2.3. Gruppi armati organizzati e funzione continua di combattimento - 2.4. Lo status giuridico dei Taleban, dei membri di Al Qaeda e dello "Stato islamico") - Sezione II. I beni (1. L'affermarsi della nozione di "obiettivo militare" riferito ai beni - 1.1. L'art. 52 del I Protocollo - 1.1.1. La natura, l'ubicazione, la destinazione e l'uso del bene - 1.1.2. Il vantaggio militare preciso e nelle circostanze del momento - 1.2. Criticità dell'art. 52 del I Protocollo - 1.3. Obiettivi militari immuni da attacchi - 1.4. La (ondivaga?) posizione degli Stati Uniti - 1.5. Bombardamenti aerei e obiettivo militare) - Bibliografia