La guerra d'aggressione come crimine internazionale Stampa E-mail

Carl Schmitt

La guerra d'aggressione come crimine internazionale

il Mulino, pagg.142, € 16,00

 

schmitt aggressione  IL LIBRO – Nel 1945, nella desolata Berlino postbellica, mentre i giuristi delle Forze alleate discutono sulle norme fondamentali dei processi contro i crimini di guerra, Schmitt redige un lungo parere giuridico sulla punibilità dei responsabili della guerra d'aggressione, affermando che non esistono precedenti per considerarla un crimine. E anche se le guerre di aggressione fossero state trattate come un crimine, gli industriali che avevano contribuito ad armare il Reich non avrebbero potuto essere incriminati, vista l'enorme pressione a cui erano sottoposti nel regime nazista. Pubblicato postumo, il testo viene adesso proposto per la prima volta al lettore italiano, che vi ritroverà dispiegata la raffinata e controversa capacità d'analisi del grande giurista tedesco.

  DAL TESTO – "Questo tipo di punizione collettiva di un intero popolo corrisponderebbe a una concezione primitiva. Essa è una mera responsabilità oggettiva, non una responsabilità per una colpa effettiva, e oggi viene in generale rifiutata. Eminenti giuristi vedono un segno del carattere primitivo di tale diritto proprio nel fatto che nel diritto internazionale finora vigente è responsabile solo lo Stato come tale e solo oggettivamente. L'interpretazione moderna si esprime nel noto modo di dire, spesso citato: «You cannot in[ter]dict a nation». Una totale responsabilità collettiva è straordinariamente adatta a sottrarre alla punizione i veri colpevoli e responsabili. A questo proposito, viene citato un detto di Napoleone: «Les crimes collectifs n'engagent personne». Resta, dunque, il compito di determinare più precisamente autori e partecipanti del nuovo crimine.
  "Nella determinazione degli autentici autori del nuovo crimine internazionale non si potrà non considerare il carattere politico della guerra. La guerra, sia verso l'interno sia verso l'esterno, è infatti un fatto eminentemente politico. Tutte le decisioni importanti che conducono a essa sono decisioni politiche e sono prese da persone che svolgono funzioni politiche. Di conseguenza, è responsabile in primo luogo il Capo dello Stato che dichiara la guerra di aggressione. Inoltre, sono considerati responsabili come autori i membri del governo che ha dichiarato guerra. Se la guerra è dichiarata, secondo la costituzione dello Stato belligerante, nella forma di una legge, ossia tramite una decisione del parlamento, allora saranno direttamente responsabili anche i membri del corpo legislativo, tranne il caso in cui essi abbiano espressamente votato contro la guerra. Questa cerchia connotata politicamente è definita nella letteratura come quella dei gouvernants.
  "Già da queste prime valutazioni sull'individuazione della cerchia degli autori emerge la necessità di tenere presente la situazione costituzionale interna allo Stato che intraprende la guerra di aggressione. Così facendo, diventa chiaro, non solo dal punto di vista formale, chi sono il Capo dello Stato, il governo e gli altri autori responsabili. Anche la responsabilità reale della decisione politica di fare la guerra, così come la connessione causale senza la cui chiarificazione non è possibile una sentenza penale, possono essere determinate solo guardando alla concreta situazione costituzionale dello Stato belligerante. I termini «Capo dello Stato» e «governo» in un sistema assolutistico hanno un significato politico diverso da quello che hanno in un sistema costituzionale, dove ministri responsabili si assumono la responsabilità politica delle disposizioni del Capo dello Stato, controfirmandole. Quali siano poi i limiti di questa responsabilità costituzionale, è un'altra questione. Nel caso di Guglielmo II solo il Capo dello Stato è stato considerato responsabile dal punto di vista del diritto internazionale, senza l'inclusione di Bethmann-Hollweg, il cancelliere del Reich costituzionalmente responsabile. In ciò, però, si esprimeva soltanto la convinzione che Guglielmo II fosse alla guida di un regime personale, autoritario e arbitrario, e che proprio questo regime personale era considerato un fattore essenziale della sua colpa per la guerra mondiale."

  L'AUTORE – Carl Schmitt (1888-1985) ha insegnato in varie università tedesche, prima di diventare professore all'Università di Berlino nel 1933. Ritiratosi a vita privata alla fine della guerra, continuò a dedicarsi al diritto internazionale. Fra le molte sue opere tradotte in italiano ricordiamo, pubblicate dal Mulino, «Le categorie del "politico"» (1972, ultima ed. 1998), «Cattolicesimo romano e forma politica» (2010), «Sul Leviatano» (2011), «Amleto o Ecuba. L'irrompere del gioco nel dramma» (20122) e «Il valore dello Stato e il significato dell'individuo» (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Carlo Galli – Introduzione - I. Il significato pratico del principio nullum crimen, nulla poena sine lege - II. Crimini di guerra e responsabilità della guerra nel Trattato di Versailles - III. Sviluppi della penalizzazione della guerra di aggressione nel diritto internazionale (1919-1939) - IV. Autori e partecipanti del crimine internazionale di «guerra di aggressione» - V. La situazione del singolo cittadino, in particolare dell'ordinary businessman economicamente attivo – Conclusione - Nota - Indice dei nomi