Democrazia e liberalismo |
Carl Schmitt IL LIBRO – "Referendum e proposta di legge di iniziativa popolare", pubblicato nel 1927, inquadra le modalità d'espressione della democrazia diretta, tra cui spicca appunto l'istituto del referendum. Il popolo stesso viene infatti considerato come un'istanza decisiva da uno Schmitt, che, appena un anno prima di mettere a fuoco nella celeberrima "Dottrina della costituzione" la dinamica della rappresentanza politica, tesse in questo scritto un vero e proprio elogio dell'acclamazione, il che conferisce all'intera sua argomentazione un fascino misterioso e ambiguo. L'autore scava infatti un solco profondo tra la democrazia e il liberalismo. DAL TESTO – "Una democrazia diretta basata sulla votazione individuale segreta ha il suo oggetto conforme alla caratteristica della sua formazione ed espressione della volontà nella sanzione di deliberazioni isolate prese da corpi autorizzati o da altri «organi» statali, nonché nella decisione di conflitti tra le autorità statali più alte o gli «organi» statali. Senza distinzione della materia ogni questione può essere qui fatta oggetto di un referendum. In tali conflitti si contrappongono istanze chiaramente riconoscibili e formalmente determinate (Reichstag, presidente del Reich, governo del Reich, Consiglio del Reich) e di solito la divergenza d'opinione è riconoscibile anche contenutisticamente in una semplice tesi e antitesi. La domanda è qui allora posta in tutta la sua chiarezza formale dalla magistratura (se posso impiegare qui questa espressione del diritto pubblico romano); è possibile dire Sì o No in una votazione individuale segreta e sommare questi Sì o questi No di modo tale che una maggioranza decida come ultima istanza il conflitto. Nella dipendenza dal semplice Sì o No della votazione individuale risiede anche il vero motivo della giustificazione del punto di vista di Hugo Preuß, che durante i dibattiti della commissione costituzionale metteva sempre l'accento sul fatto che la vera funzione del referendum consisterebbe nella decisione di conflitti e divergenze d'opinione tra organi supremi del Reich. Sarebbe perciò errato ritenere che sia democratico dedurre dalla possibilità, illimitata quanto alla materia, di un referendum una possibilità altrettanto illimitata di iniziativa popolare. Anche se comunemente dovesse sussistere una presunzione democratica a favore di una facoltà del popolo possibilmente estesa, essa non varrebbe per l'iniziativa popolare. Né il «popolo» che avanza una proposta di legge è «popolo» nel senso democratico della maggioranza, né ha luogo un'autentica iniziativa, cioè una deliberazione comune che risulti da un dibattito comune. Il problema dell'esclusione di certe questioni si pone dunque per la proposta di legge d'iniziativa popolare in modo completamente diverso che per il referendum." L'AUTORE – Carl Schmitt, nato a Plettenberg nel Sauerland l'11 luglio 1888, fu professore di diritto pubblico nelle università di Greifswald, Bonn (1922), Berlino (1926), Köln (1932) e ininterrottamente a Berlino dal 1933 al 1945. Ebbe una grande influenza culturale e politica nel periodo fra le due guerre. Scomparso nel 1985, dal 1945 condusse vita privata nella nativa Plettenberg, nel Dorf di Pasel, dove la sua villetta portava il nome di San Casciano. Fra le sue numerose opere tradotte in italiano ci limitiamo a ricordare "Le categorie del 'politico'" (1972, ultima ed. 1998), "Cattolicesimo romano e forma politica" (2010), "Sul Leviatano" (2011) e "Amleto o Ecuba. L'irrompere del gioco nel dramma" (nuova ed. 2012). INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di M. Alessio - Referendum e proposta di legge d'iniziativa popolare - Nota del traduttore - Avvertenza - I. La procedura legislativa popolare - II. Le questioni escluse dalla procedura legislativa popolare - III. I limiti naturali della democrazia diretta - Hugo Preuß. Il suo concetto di Stato e la sua posizione nella dottrina tedesca dello Stato - Avvertenza |