Marco Lanterna
Il mago del Sud Ritratti di Sossio Giametta
Olio Officina, pagg.232, € 18,00
Nel panorama della saggistica contemporanea dedicata al pensiero filosofico italiano, "Il mago del Sud" di Marco Lanterna rappresenta un unicum critico e stilistico di rara efficacia. Non si tratta semplicemente di una biografia intellettuale o di un'antologia commentata, ma di un'opera caleidoscopica che tenta – e riesce – a ricomporre, in modo originale e affascinante, la figura di Sossio Giametta, uno dei più eclettici interpreti del pensiero nietzscheano in Italia, ma non solo.
L'opera si impone innanzitutto per la sua struttura volutamente irregolare, anticanonica, che riflette l'essenza stessa del suo oggetto: una mente poliedrica, refrattaria a qualsiasi classificazione rigida. Lanterna non opta per una narrazione cronologica o tematica lineare, bensì per una serie di "ritratti", come indica il sottotitolo, ciascuno dei quali illumina una delle molteplici sfaccettature dell'intellettuale napoletano. L'intento non è quello di proporre una sistemazione definitiva dell'opera giamettiana, quanto piuttosto di renderne visibile la complessità interna attraverso una pluralità di registri, generi e tonalità.
Tra i meriti principali del libro si annovera la capacità di Lanterna di coniugare una scrittura brillante, talvolta ironica e volutamente giocosa, con un'analisi rigorosa e filologicamente fondata. L'autore è ben consapevole che per rendere conto di un pensatore che è stato, tra le altre cose, aforista e romanziere, moralista e storico delle idee, poeta e conferenziere, non si può ricorrere a strumenti ermeneutici convenzionali. Ecco allora che la forma del saggio si apre a incursioni narrative, incursioni che, anziché indebolire l'analisi, la potenziano, perché replicano in piccolo la logica del frammento, tanto cara allo stesso Giametta.
Il titolo dell'opera è già di per sé un gesto critico: "Il mago del Sud" allude in modo esplicito al pensatore tedesco Johann Georg Hamann – il cosiddetto "mago del Nord" – con cui Giametta condivide la vocazione enigmatica e la capacità di trasfigurare il pensiero in forma simbolica e provocatoria. Tuttavia, l'inversione di latitudine operata da Lanterna non è solo geografica ma stilistica: là dove Hamann ammantava il suo linguaggio di cupezza teutonica e simbolismi criptici, Giametta si muove con leggerezza, con una "corsiva italica" che sostituisce la gotica "fraktur", con una solarità meridiana che scalza le nebbie del Nord.
Dal punto di vista contenutistico, il libro offre un'esplorazione estremamente ampia del lavoro intellettuale di Giametta. Ogni "ritratto" è dedicato a una delle sue attività: si va dalla sua produzione aforistica, affinata e tagliente come una lama, alle sue traduzioni nietzscheane, che non si limitano a restituire il testo originario ma ne rilanciano la potenza espressiva nella lingua italiana. Notevole è anche l'attenzione posta all'epistolografia giamettiana, un genere troppo spesso trascurato dalla critica ma che Lanterna restituisce come spazio privilegiato di riflessione e dialogo. La sua attività di divulgatore viene colta nella sua vocazione etica, quella di un intellettuale che rifiuta l'accademismo per dialogare direttamente con il lettore, nel segno di una chiarezza che non è mai semplificazione.
Un altro elemento distintivo del volume è la sensibilità con cui Lanterna indaga il rapporto tra forma e pensiero. Giametta, ci ricorda l'autore, non è mai "solo" un interprete o un commentatore, ma un pensatore a pieno titolo, e la sua filosofia si realizza anche – e forse soprattutto – nello stile. L'arte aforistica, la precisione lessicale, l'eleganza retorica non sono ornamenti, bensì strumenti conoscitivi. In questo senso, "Il mago del Sud" si configura anche come una riflessione metacritica sul ruolo della scrittura nel pensiero filosofico contemporaneo.
Dal punto di vista metodologico, il libro non si appoggia a un solo paradigma interpretativo, ma ne sperimenta diversi: dalla critica stilistica alla filosofia della cultura, dall'analisi comparata alla genealogia del sapere. Il risultato è un'opera che parla non solo agli specialisti di filosofia, ma anche agli studiosi di letteratura, agli storici delle idee, ai cultori dell'aforisma, e più in generale a chiunque sia interessato al rapporto tra pensiero e scrittura.
"Il mago del Sud", insomma, è molto più di un omaggio: è un tentativo riuscito di mappare, senza irrigidirla, una costellazione intellettuale che sfugge per sua natura a ogni tracciato definitivo. Marco Lanterna costruisce un monumento mobile, un tributo critico capace di danzare attorno al suo oggetto con lo stesso spirito giocoso e penetrante che ha animato l'opera di Sossio Giametta. Un libro necessario, dunque, per comprendere non solo un pensatore ancora troppo poco valorizzato, ma anche per riflettere sui modi in cui oggi è ancora possibile fare critica, pensare in forma e pensare con forma.
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