Storia di Venezia Stampa E-mail

Paolo Scandaletti

Storia di Venezia
dalle origini ai giorni nostri


Edizioni Biblioteca dell'Immagine, pagg.VII-397, € 14,00

 

scandaletti venezia  IL LIBRO – La grande storia di una città unica al mondo, nata prima dalle mani di pescatori ex contadini e poi da profughi, in quella Laguna che la renderà inespugnabile. Case sull'acqua come non s'era mai visto: calli, campielli e poi palazzi sontuosi, una Piazza e una Basilica che tutto il mondo vede. Undici secoli di storia senza invasioni, un'originale Repubblica aristocratica, la ricchezza dal commercio sui mari, l'arte del governare e del bel vivere, diplomazia e burocrazia invidiate.
  Marinai, gondolieri e artigiani, dame e cortigiane, condottieri viaggiatori e mercanti, dogi e spiani; e poi pittura, architettura, teatro e musica immortali, feste e carnevali fanno grande questa città-stato. Tappa obbligata nel Grand Tour di ogni europeo illustre. L'unico a non rispettarne la grandezza e a non subirne il fascino è Napoleone, che la depreda oltraggiosamente e ne fa merce di scambio. Da Vienna è trattata con più riguardo, e con l'Italia riprende un po' faticosamente il suo cammino. Inventandosi il nuovo porto e la zona industriale, il Casinò e la Mostra del Cinema, la Biennale d'arte, un grande aeroporto e mille altre iniziative; richiama ancora scrittori e artisti, musicisti e poeti, insieme al bel mondo internazionale e frotte di turisti da ogni dove.
  Raccontando l'indispensabile di guerre e governanti, l'Autore vuol dar voce soprattutto ai personaggi piccoli e grandi che con la mente, il cuore e le mani hanno dato vita a una storia ineguagliabile.

  DAL TESTO – "Alla riunione del Maggior Consiglio si immettevano nell'urna tante palle quanti erano i presenti, trenta d'oro e le altre d'argento; le più preziose contenevano una piccola pergamena con la scritta "elettore". Era un bambino a fare l'estrazione. Fra i trenta sorteggiati se ne sceglievano, con le stesse modalità, nove che a loro volta (a maggioranza di sette) formavano una lista di quaranta elettori tra i quali si sorteggiavano i dodici che eleggevano venticinque colleghi. Ancora e sempre membri del Maggior Consiglio, tra i venticinque se ne sorteggiavano nove, i nove nominavano altri quarantacinque fra i quali undici tirati a sorte avrebbero nominato i quarantuno elettori del Doge. L'elezione era valida quando l'aspirante al corno otteneva almeno venticinque consensi sul suo nome. E fino alla fumata bianca si doveva restare rinchiusi nel Palazzo ducale.
  "Con il senso pratico che l'ha sempre contraddistinta, Venezia ha anticipato di secoli, si può dire, le moderne culture del diritto pubblico: rappresentatività, separazione dei poteri, costituzione sono termini a lei famigliari fin dall'inizio. Già nel 1032 con il doge Flabanico e poi a mano a mano con gli altri si sono perfezionati organi collegiali elettivi, e le rispettive promissioni, proprio per ripartire gli iniziali poteri del sovrano marciano, equilibrandoli sulla base dell'esperienza. Le consuetudini e gli assestamenti hanno creato in tal modo una Costituzione viva o meglio, come si direbbe oggi, una serie di "convenzioni costituzionali"."

  L'AUTORE – Paolo Scandaletti ha pubblicato libri premiati e tradotti, fra cui le biografie di Antonio da Padova, Galileo Galilei, Gaspara Stampa, Chiara d'Assisi, Rino Snaidero e Ottavio Missoni. Giornalista, ha lavorato nei quotidiani e alla Rai. Responsabile del progetto storico "Rileggiamo la Grande Guerra", ha insegnato Storia del giornalismo nelle università di Chieti, Napoli e Roma. Nelle collane editoriali della Biblioteca dell'Immagine, ha pubblicato "Storia di Venezia", "Storia dell'Istria e della Dalmazia" e "Giambattista Tiepolo".

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione della collana - Storia di Venezia - Parte prima. Dalla Città inventata all'Oligarchia - I. Non è nata per miracolo (I "natives" - Aquileia vittima di Attila - Ha eliminato Comacchio - Un colpo magistrale, il corpo di San Marco - Spirito di quartiere) - II. Una democrazia aristocratica (Il Maggior Consiglio patron della Repubblica – Non c'erano partiti, ma candidati) - III. Lo Stato "da Tera" (Sui boschi comandava Lei) - IV. La casta del potere marciano (Patrizi che lavoravano - I sovrani ospitati dai nobili) - V. La Maestà ducale, Lui e Lei (In campagna con il Burchiello) - VI. L'abito fa il monaco - VII. La piramide sociale - VIII. Un'invidiabile burocrazia - IX. All'Arsenale sedicimila operai (Selezione e cura dei legni) - X. Accorti diplomatici e babài (Le denunce nella bocca del Leone) - XI. Qui nasce lo Stato laico moderno - Parte seconda. Cultura, arte e bel vivere - I. Carlo Goldoni fa il Teatro nuovo (Farfallone colto e informato) – II. Vivaldi e Tartini, la musica immortale (Fallito come prete e impresario teatrale – Anna Giraud, la prediletta - Giuseppe Tartini è il violino - Mezzo secolo alla Basilica del Santo) - III. Le feste e il Gran Carnevale (La voglia di vivere) - IV. Dilagano il gioco d'azzardo e il sesso (Gaspara Stampa canta l'amore) - V. Casanova contro i cicisbei (Un'ottima spia, anche) - VI. La cultura libera e tutelata (Padova, Università all'avanguardia - Baffo: Scrivo come che parlemo - Nasce il giornale popolare) - VII. Scuole d'arti di devozione e tradizioni popolari (Solidarietà assai diffusa - "El Codega col feraletto") - VIII. Da Tiziano a Canaletto, da Canova a Palladio (Pittore di Corte a Madrid - Guardi precursore degli Impressionisti - Nelle campagne le ville-fattoria - Come rifare il Ponte di Rialto - La dispersione del patrimonio pittorico) - Parte terza. Dal declino aristocratico al rilancio nel mondo - I. Dai traffici marittimi all'investimento agrario (Il debito pubblico è dimezzato - Condividere il potere per creare uno Stato moderno?) - II. Il declino politico lungo un secolo (Pesanti giochi politici sulla testa di Venezia) - III. Il disfacimento del patriziato (Non cambiare nulla, altrimenti crolla tutto - Non si può parlare, né informarsi) - IV. L'invasione francese e il "calabrache" veneziano (La resa programmata) - V. I nobili cedono il potere a Napoleone (A Palmanova, il Corso dichiara la guerra - La quinta colonna si muove - Il popolo in piazza) - VI. La Municipalità, parvenza di autonomia (San Marco gà girà pagina - A vuoto il Congresso di Bassano) - VII. Campoformido consegna Venezia all'Austria (Lotte politiche sul Conclave veneziano) - VIII. Ancora i Francesi, Austriaci fino al 1866 (Daniele Manin e Niccolò Tommaseo) - IX. Venezia riparte (Marghera, il grande progetto di Foscari e Volpi - Con quale futuro?) - Le tappe principali - Bibliografia