Nato in URSS Stampa E-mail

Vasile Ernu

Nato in URSS

Hacca, pagg.328, € 14,00

 

ernu urss  IL LIBRO – Un viaggio spazio-temporale nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche dal 1900 fino al 26 dicembre 1991, data delle dimissioni di Gorbačëv: mutuando il motto di Majakovskij "Guardate, stupitevi. Sono cittadino dell'Unione Sovietica", l'autore romeno ci guida nel suo museo archeologico/filologico come un Virgilio dantesco. Divertendosi, e divertendoci, con una comparazione tra noi (sovietici) e loro (americani), Ernu tramanda al lettore esperienze personali, studi e racconti altrui riguardanti la sua terra sconfinata. Con un linguaggio amicale e l'attendibilità di uno storicista, ci racconta la fine del suo paese attraverso l'analisi delle parole diffuse, degli eventi politici e degli oggetti e degli ambienti del quotidiano. Il suo enciclopedismo è onnivoro: ogni elemento del suo passato, che è elemento del passato di chiunque sia nato in Urss negli anni Settanta, è pregno di significati politici: cartoni animati, romanzi, fiabe, citazioni dai film e "frasi alate", tutti spulciati nelle loro connotazioni sottotestuali.

  DAL TESTO – "Devo ammettere che la Seconda Guerra per la Difesa della Patria, in virtù di quanto ci è stato raccontato e mostrato, è stata di gran lunga l'evento di maggior rilievo e di maggior profondità nella storia dell'Unione Sovietica. Eravamo tutti così segnati da questa guerra, la sua memoria collettiva era così forte, che dappertutto si sentiva odore di polvere da sparo. Quei fatti avevano un significato che ti coinvolgeva in maniera diretta, ti poneva in un rapporto diretto con il nemico, con la sofferenza, con la morte. Tra le tue conoscenze, non c'era veterano o famiglia che non avesse perso un suo caro in questa guerra. L'Unione Sovietica registrò di gran lunga le maggiori perdite materiali e, soprattutto, umane. Ma, per dirla con quelli della BBC, "se lo potevano permettere".
  "Mi è capitato di essere offeso da non pochi capitalisti, e in modi diversi. Ma nulla mi ha mai offeso così tanto come le versioni ufficiali e populiste degli anglosassoni sulla Seconda guerra mondiale. Ne rimasi sorpreso oltre ogni dire, il mio intero essere, la mia coscienza sovietica ne furono profondamente sconvolte. Compresi che al capitolo propaganda e ideologia loro non erano affatto da meno. Noi, almeno, facevamo propaganda in modo palese, onesto, mentre le tecniche occidentali sono assai più perfide e sofisticate. La storia non la scrivono i vincitori, ma la propaganda dei vincitori e, poiché noi siamo usciti dai giochi, ci manca solo che veniamo cacciati pure da questa guerra."

  L'AUTORE – Vasile Ernu, scrittore e filosofo romeno della Bessarabia, è nato in URSS nel 1971. Si trasferisce in Romania dopo il 1991. Dopo una laurea e un master in filosofia, lavora come redattore presso le riviste «Philosophy&Stuff» e «arta+societate» e presso le case editrici Idea e Polirom. Oggi scrive su «România liber» e «HotNews» e sulle riviste culturali «Observator Cultural», «Noua literatura», «Suplimentul de cultura». Esordisce con ''Nato in URSS'' (Hacca 2010), che ottiene il Premio per il debutto dell'Unione degli Scrittori Romeni, il Premio per il debutto della rivista «România literara» e il Premio Book Pitch alla London Book Fair nel 2007. Il volume è stato tradotto in Spagna, Russia, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Georgia. ''Gli ultimi eretici dell'Impero'' è in pubblicazione in Russia. Ernu è coautore con Bogdan-Alexandru Stanescu di ''Quel che ci divide. Epistolario dal Hanul lui Manuc'' (Polirom 2010) e tra i curatori del volume ''L'illusione dell'anticomunismo. Letture critiche del Rapporto Tismaneanu'' (Cartier 2008). Nel 2012 ha pubblicato il volume di interviste ''L'intellighenzia russa oggi'' (Cartier). È tra i fondatori e coordinatori di «CriticAtac», influente gruppo di critica sociale, intellettuale e politica, e tra le firme di punta dell'omonima rivista.

  INDICE DELL'OPERA – Nato in URSS. A mo' d'introduzione - Pionieri forever - Il mio primo paio di džinsy - Vacanze, mio caro campo estivo – Žvačka - Buratino, Habarnam, Il riccio nella nebbia... i nostri bei vecchi tempi - Come rendersi conto se qualcuno è nato negli anni Settanta in URSS - Gli eroi del nostro tempo - Komunalka (I) - Steklopunkt, ovvero: cosa si può fare con un rublo? - Štirlitz, il James Bond sovietico - Ul'janov, Lenin o semplicemente Il'ič – Jawa - L'amante del rivoluzionario - Il sesso in URSS (I) - Fanny Kaplan - Scuola, educazione politica e altre attività - 12 aprile 1961: Poechali - Pubblicità versus Propaganda in URSS – Stiljaga - Cosa beve il cittadino sovietico? (I) - Anni '80: marcia trionfale, marcia funebre - Pavel Korčagin, ovvero perché ero affezionato a Bucharin - KVN, il club dei ragazzi allegri e ingegnosi - Gorbačëv, un insolito Gensek che suona la Perestrojka - L'ukaz anti-alcolismo - Cosa beve il cittadino sovietico? (II) - Scacco matto – Čapaev - Mosfil'm - L'avventura sovietica degli oggetti - Il preservativo sovietico - Il sesso in URSS (II) - Lezione di geografia - Il ballo in URSS - La musica di tutti i giorni e il rock sovietico - L'allegro disgelo di Chruščëv - Ode alla tualet sovietica - La scienza sovietica tra uova fatali e cuore di cane - 9 maggio, il Giorno della Vittoria - Maëvka è molto più di un primo maggio - Homucus, politruk, dissidenti e intellighenzia - Orlënok & Zarnica e altri passatempi - Dalla kuchnja alla očered' - La questione ebraica in Unione Sovietica - La barzelletta sovietica, la migliore al mondo - Frasi alate - Ostap Bender, il mio eroe preferito - Komunalka (II) - I cremlinologi – Puč - Che fare? - P. S. - CV – URSS - Impressioni e note di traduzione