Il conflitto del Nagorno-Karabakh e il diritto internazionale |
Natalino Ronzitti
IL LIBRO – Lo Stato, come soggetto di diritto internazionale, è uno dei temi classici, oggetto di molteplici indagini da parte degli studiosi del diritto internazionale e del diritto costituzionale. Connessi a tale tematica sono la secessione, il riconoscimento di nuove entità, la preservazione dell'integrità territoriale e la possibilità di risolvere pacificamente le controversie internazionali conseguenti. Il Nagorno-Karabakh s'inquadra in questa tematica. Il conflitto, che è nato a causa della secessione di tale provincia dall'Azerbaigian, costituisce un tema classico e nello stesso tempo nuovo per gli studiosi del diritto internazionale. Classico, perché il Nagorno rappresenta un tentativo di secessione; nuovo, perché, nonostante siano passati molti anni, l'entità Nagorno non è riconosciuta in diritto internazionale, neppure dallo Stato che l'appoggia, l'Armenia. La questione del Nagorno costituisce un esempio di "frozen conflict" o, più precisamente, di "conflitto dimenticato". I tentativi della comunità internazionale di trovare una soluzione si sono rivelati finora infruttuosi. DAL TESTO – "Il conflitto per il Nagorno-Karabakh è normalmente descritto nella letteratura corrente come un "frozen conflict" o, come dicono altri, "conflitto dimenticato", che dura ormai da oltre un ventennio senza trovare una soluzione. I tentativi di mediazione dell'OSCE si sono rivelati infruttuosi, anche quando la questione è stata presa in mano dai tre co-chair. D'altra parte, il cessate il fuoco ha solo prodotto la fine delle ostilità attive, ma incidenti lungo la linea di divisione non mancano, quantunque sporadici. Un autore ha affermato che il Nagorno-Karabakh non costituisce un conflitto che interessa particolarmente la comunità internazionale, poiché è un conflitto congelato, insuscettibile di espandersi al di fuori dei confini della provincia secessionista. Ma tale opinione, non sappiamo quanto fondata al momento della sua formulazione, è oggi discutibile. I recenti conflitti (Georgia, Transnistria, Dagestan, Abkhazia, Cecenia) hanno dimostrato che il Caucaso è un'area di tensioni e potenzialmente pericolosa per il terrorismo di marca islamista. Da aggiungere che sul conflitto si potrebbe innestare una pericolosa rivalità Est-Ovest reminiscente della guerra fredda. Last, but not the least, una ripresa del conflitto potrebbe mettere in pericolo le risorse energetiche, che tanto interessano l'Unione Europea. Per non parlare della questione dell'Ucraina, i movimenti secessioni al confine orientale e l'incorporazione della Crimea da parte delle Federazione Russa. È quindi da considerare con inquietudine l'interrogativo secondo cui la pace potrebbe ritornare solo dopo il ritorno alla guerra. La pace riveste un valore fondamentale e, indipendentemente da ogni ideologia, lo è in particolare per l'Occidente e la sua industria petrolifera e per gli approvvigionamenti energetici. La TAP (Trans Adriatic Pipeline) è destinata a portare il gas azerbaigiano in Europa e la pacificazione della regione costituisce un importante passo per lo sviluppo economico del Mediterraneo orientale e centrale. Non dimentichiamo che il Consiglio di Sicurezza in questo come in altri conflitti nati dalla secessione, ha sempre insistito per una soluzione politica fondata sulla sovranità e l'integrità territoriale degli Stati interessati." L'AUTORE – Natalino Ronzitti è Ordinario di Diritto Internazionale presso l'università Luiss (Roma) e consigliere scientifico dello IAI. È stato visiting fellow and scholar in residence in numerose università straniere, tra cui Regno Unito e Stati Uniti. "Professeur invité" all'Università di Parigi II e più volte professore occasionale all'Università di Alessandria (Egitto), ha tenuto conferenze in numerose istituzioni e università straniere, svolgendo anche un corso all'Accademia di diritto internazionale dell'Aja. È stato consulente del Ministero degli Affari Esteri e della Difesa e Consigliere giuridico presso la Missione italiana alla Conferenza del Disarmo (Ginevra). È "Membro" dell'Institut de droit international. INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Il conflitto del Nagorno-Karabakh: analisi e prospettive di soluzione secondo diritto (1. L'origine del conflitto - 2. La proclamazione dell'indipendenza azerbaigiana e la successione all'Unione Sovietica - 3. Successione tra Stati e sovranità territoriale - 4. Lo status del Nagorno-Karabakh dall'Impero russo all'Unione Sovietica - 5. Principi di diritto internazionale applicabili alle controversie territoriali - 6. Minoranze, autodeterminazione dei popoli e rispetto del principio dell'integrità territoriale degli Stati - 7. La Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sulle minoranze nazionali - 8. Il cessate il fuoco Armenia-Azerbaigian, 12 maggio 1994 - 9. La proclamazione dell'indipendenza del Nagorno-Karabakh e l'assenza di riconoscimento - 10. Le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - 11. La risoluzione 62/243 (2008) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - 12. Il Comitato dei diritti dell'uomo - 13. Il Consiglio dei diritti umani - 14. La sicurezza collettiva, le organizzazioni regionali e la mutua difesa - 15. Il diritto internazionale umanitario - 16. (segue): Territori sotto occupatio bellica, trasferimento di popolazioni, sfruttamento delle risorse economiche e protezione dei beni culturali - 17. La repressione dei crimini internazionali - 18. Le organizzazioni regionali - 19. L'OSCE: il Gruppo di Minsk, i Principi di Madrid - 20. La soluzione delle controversie internazionali - 21. Conclusioni) – Documentazione (a cura di Chiara Altafin) - I. La Repubblica di Azerbaigian - II. La secessione del Nagorno-Karabakh - III. Documenti relativi al conflitto - IV. Crisis management e sicurezza regionale - V. Diritti dell'uomo e diritto internazionale umanitario - VI. Il Consiglio d'Europa - VII. Unione Europea - VIII. CSCE/OSCE - IX. NATO - X. Nazioni Unite - Cartina della Regione - Bibliografia |