Racconti di un pellegrino russo Stampa E-mail

a cura di Aleksej Pentkovskij

Racconti di un pellegrino russo

Città Nuova Editrice, pagg.304, € 9,00

 

pentkovskij pellegrino  IL LIBRO – A differenza delle precedenti edizioni italiane dei "Racconti di un pellegrino russo", questa nuova traduzione si fonda su un accurato lavoro di critica testuale svolto da A. Pentkovskij che, senza nulla togliere all'incanto della narrazione, consente di inserirla nel suo specifico contesto storico e culturale.
  I "Racconti di un pellegrino" risultano cosi essere l'esito prezioso di un complesso lavoro collettivo, maturato intorno alla metà dello scorso secolo nell'ambiente monastico di una Russia in rapida trasformazione, ma ancora profondamente legata alla sua tradizione spirituale. A questo lavoro parteciparono monaci relativamente oscuri come Michail Kozlov e Arsenij Troepol'skij, ma anche figure celebri della spiritualità russa come il santo vescovo Teofane il Recluso e lo starec Amvrosij di Optina.
  Ancora medievale nello spirito e nella stessa composizione, questo testo costituisce un'autentica summa della spiritualità russa in cui si incrociano l'influsso dell'esicasmo atonita e la dimensione specifica dell'orizzonte religioso russo.
  Il fascino di questi racconti deriva in effetti dal loro essere un suggestivo punto di incontro di molteplici tradizioni e prospettive: la severa ascesi di origine bizantina e la tensione itinerante dei pellegrini russi, l'angustia di una cella monastica e le distese sconfinate della Siberia, l'atmosfera narrativa fiabesca e sacrale della Santa Russia, ma sullo sfondo le tensioni culturali e sociali che avrebbero determinato nel volgere di pochi decenni il crollo di questo mondo.
  Testo-chiave per accostarsi alla spiritualità dell'Oriente cristiano, i "Racconti di un pellegrino" sono al tempo stesso una sorta di canto del cigno della vecchia Russia, di quell'Altra Europa bizantina, slava ed eurasiatica che oggi tenta faticosamente di rinascere.

  DAL TESTO – "Sia lodato Dio, che ha destato in te il desiderio e la facilità della preghiera. Si tratta, del resto, di una cosa naturale, che deriva da un esercizio costante e impegnativo. Avviene come a una macchina, che se la spingi o se fai forza sulla sua ruota motrice poi continua a lungo a muoversi da sé; dopo, però, se vuoi prolungarne il movimento, devi lubrificare la ruota e spingerla ancora. Ecco, osserva quali straordinarie facoltà, nel suo grande amore per gli uomini, Dio ha posto anche nella nostra natura sensuale; e quelle meravigliose emozioni che tu stesso hai sperimentato possono nascere non solo al di fuori della grazia, ma nella sensualità non purificata e nell'anima peccaminosa. Pensa quindi quale meraviglia, quale diletto e quale gioia deve provare chi riceve da Dio la grazia del dono della preghiera spirituale spontanea e ha l'anima purificata dalle passioni! È una condizione indescrivibile, e la scoperta di questo mistero della preghiera fa pregustare già sulla terra la felicità celeste. Di ciò si rendono degni coloro che cercano il Signore con un cuore semplice e sovrabbondante d'amore... E ora hai il mio permesso di recitare la preghiera quanto vorrai, il più spesso possibile; sforzati di dedicarle ogni istante di veglia, invocando il Nome di Gesù Cristo più volte di quanto sia possibile contare, rimettendoti umilmente alla volontà di Dio e confidando nel suo aiuto, sicuro che egli non ti abbandonerà e guiderà il tuo cammino."

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Aldo Ferrari – Introduzione, di Tomáš Špidlík - Osservazioni sulla storia del testo, di Aleksej Pentkovskij - Parte prima - Racconto di un pellegrino in cerca della preghiera - Primo racconto - Secondo racconto – Terzo racconto - Quarto racconto - Parte seconda - Racconto di un pellegrino - Quinto racconto - Sesto racconto - Settimo racconto