Francesco d’Assisi |
Dmitrij Sergeevič Merežkovskij
IL LIBRO – Dmitrij Sergeevič Merežkovskij vede in San Francesco d'Assisi la realizzazione più piena della profezia gioachimita: «Il figlio spirituale di Gioacchino è San Francesco. "Che cosa è il Terzo Regno, il Regno dello Spirito?" , domanda Gìoacchino: Francesco darà la risposta» ("Gioacchino e San Francesco", XXVII). Altrove però precisa che «se Gioacchino avrebbe certo riconosciuto in Francesco il suo figlio spirituale, Francesco non avrebbe riconosciuto in Gioacchino il padre», perché Francesco, «cristiano della Chiesa Universale nel cuore, nella mente resta tuttavia soltanto un cattolico romano» (ivi, XXXIII). Gioacchino prevede il terzo Testamento, quello dello Spirito-Libertà e della Chiesa Universale. Francesco inizia, ma non compie, neppure lui, l'opera (ivi, XXXIV). Egli potrerebbe rappresentare la fine del secondo e l'inizio del Terzo Testamento (ivi, XL). In Francesco e nei primi suoi seguaci comincia infatti a compiersi la profezia gioachimita, il regno dello Spirito-Libertà, attraverso la «perfetta letizia», il «tesoro della santa povertade», in cui si nega «il tuo» e «il mio» (vi sono parecchie pagine dedicate alla contrapposizione tra l'antica comunità dei beni e l'odierno, aborrito comunismo, cfr. ivi, IV; "La vita di Francesco", XLVIII). DAL TESTO – "Il più prossimo degli uomini al terzo Regno dopo Gioacchino, è Francesco, perché è il più libero. «Spirito è libertà». San Francesco non avrebbe potuto asserirlo come Gioacchino e, forse, non avrebbe nemmeno potuto comprenderlo. Ma soltanto in virtù della luce della esperienza religiosa di Gioacchino riflessa su Francesco si può comprendere la vita e l'opera di lui. L'AUTORE – Dmitrij Sergeevič Merežkovskij (Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941), scrittore, poeta e critico, è tra i padri del simbolismo russo. Al centro del suo pensiero e della sua vasta produzione, tradotta in tutte le principali lingue europee, ci sono temi religiosi e mistici, che lo guidarono anche nella fondazione di un influente circolo filosofico-letterario a San Pietroburgo e della rivista «Novyj Put'» (La nuova strada). Spirito libero e intransigente, si oppose sia all'autocrazia zarista che ai bolscevichi, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi con la moglie, la poetessa Zinaida Gippius. Dopo aver occupato per oltre cinquant'anni un posto centrale nella cultura russa ed europea, a partire dalla fine degli anni Trenta venne dimenticato, per essere poi riscoperto negli ultimi decenni. INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Pier Cesare Bori - Gioacchino e Francesco - La vita di Francesco - Note |