La morte degli dei. Giuliano l'Apostata |
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Dmitrij Sergeevič Merežkovskij
DAL TESTO – "«Maestri cristiani», continuò l'imperatore imperturbabile, «voi temete di contaminarvi con la carne e l'acqua dei sacrifici pagani. Com'è possibile, dunque, che non abbiate paura di contaminarvi con ciò che è molto più pericoloso di qualsiasi carne e di qualsiasi acqua, ossia con la falsa sapienza? Voi dite: "Beati i poveri di spirito", siate dunque poveri di spirito! Credete forse che io ignori la vostra religione? La conosco meglio di chiunque di voi. Io scorgo nei precetti galilei tali profondità quali voi non avete mai nemmeno sognato. Ma a ciascuno il suo: lasciate a noi la nostra vana sapienza, la nostra povera erudizione ellenica. Cosa ve ne fate di queste sorgenti contaminate? Voi possedete una sapienza superiore. Noi abbiamo il regno terreno, voi quello celeste. Riflettete: il regno celeste non è poco per gente umile e disinteressata come voi. Date retta a me: la dialettica eccita solo alla libertà di pensiero e alle eresie! Siate semplici come bambini! La beata ignoranza dei pescatori di Cafarnao non è forse superiore a tutti i dialoghi di Platone? Tutta la sapienza dei galilei consiste in un'unica parola: "Credi!". Se foste veri cristiani, benedireste la mia legge. In questo momento non è il vostro spirito a ribellarsi, ma la vostra carne, per la quale il peccato è dolce. Ecco tutto quello che avevo da dirvi. Mi scuserete, spero, e converrete con me che l'imperatore romano si preoccupa della salvezza delle vostre anime più di quanto non facciate voi stessi»." L'AUTORE – Dmitrij Sergeevič Merežkovskij (Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941), scrittore, poeta e critico, è tra i padri del simbolismo russo. Al centro del suo pensiero e della sua vasta produzione, tradotta in tutte le principali lingue europee, ci sono temi religiosi e mistici, che lo guidarono anche nella fondazione di un influente circolo filosofico-letterario a San Pietroburgo e della rivista «Novyj Put'» (La nuova strada). Spirito libero e intransigente, si oppose sia all'autocrazia zarista che ai bolscevichi, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi con la moglie, la poetessa Zinaida Gippius. Dopo aver occupato per oltre cinquant'anni un posto centrale nella cultura russa ed europea, a partire dalla fine degli anni Trenta venne dimenticato, per essere poi riscoperto negli ultimi decenni. INDICE DELL'OPERA – Regole di pronuncia - Prima parte - Seconda parte – Note - Postfazione |