Unita e cattolica |
Paolo Pasqualucci IL LIBRO – Il presente saggio vuol considerare un aspetto della nostra unificazione nazionale attualmente poco ricordato: l'istanza del riscatto morale dalle plurisecolari umiliazioni subite ripetutamente da noi italiani, delle quali si riportano alcuni clamorosi esempi. DAL TESTO – "Ma i vari Stati italiani volevano veramente unirsi in una confederazione, libera da influenze straniere? L'impressione è che non lo volessero affatto, preferendo godersi la loro tisica "libertà", vigilata dagli Stranieri. Solo l'ambizione dei Savoia posta al servizio della causa nazionale, dei Savoia unici regnanti italiani che si erano dotati di una costituzione, un parlamento, un buon esercito, insomma di uno Stato efficiente, socialmente compatto, dotato della capacità di svolgere una vera politica "nazionale"; solo il dinamismo abile e spregiudicato della classe dirigente liberale e anticlericale di Cavour e compagni (che esprimeva tuttavia le aspirazioni della maggior parte della borghesia italiana e di parte del popolo e persino di una parte minoritaria del clero), unitamente all'azione democratico-rivoluzionaria di due capi "carismatici" come Mazzini e Garibaldi, che traducevano in azione continua anche se disordinata e faziosa l'ideale della Patria unita - solo questa straordinaria ed improbabile combinazione poteva riuscire nell'opera difficile e quasi impossibile di fondare (con mezzi limitati) lo Stato unitario italiano, che nessuno desiderava, nel resto d'Europa. C'è voluta l'audacia di Cavour, che ha saputo rischiare e sfruttare le circostanze favorevoli offertegli dalla situazione politica internazionale, giovandosi al momento opportuno dei contrasti tra le Potenze, della forza militare e delle sempiterne ambizioni italiane della Francia (per soddisfare le quali aveva dovuto accettare di sottoscrivere a Plombières la cambiale di cui sopra), dal momento che la forza militare piemontese, e quella italiana in generale, nonostante l'impegno e l'entusiasmo, erano sempre modeste nei risultati e non costituirono mai - al contrario dell'esercito prussiano - la spada capace di tagliare d'un sol colpo i nodi gordiani della politica." L'AUTORE – Paolo Pasqualucci, già ordinario di filosofia del diritto nell'Università di Perugia, ha indagato in passato i concetti del diritto e dello Stato di classici moderni quali Locke, Hobbes, Rousseau, Kant. Successivamente i suoi interessi si sono prevalentemente indirizzati alla teologia e alla metafisica, con incursioni nella filosofia politica contemporanea, per esempio in due saggi di critica della "Teologia della rivoluzione" di Walter Benjamin. Sta lavorando da anni ad una "Metafisica del Soggetto", trilogia teoretica di tipo tradizionale, della quale è uscito il primo volume presso le Edizioni Spes-Fondazione Capograssi (Roma 2010, pp. 188). Il secondo volume è previsto per l'estate 2013. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Nota previa - 1. L'attuale polemica cattolica contro il Risorgimento - 2. L'effettivo ruolo della Massoneria nel Risorgimento - 3. Nella situazione di allora, solo con la forza erano possibili l'indipendenza e l'unione - 4. Difesa tradizionale del Risorgimento - 5. L'argomento poco ricordato: l'istanza etica all'origine del Risorgimento - 6. Due esempi di famose umiliazioni subite dagli italiani - 7. Rinnovare l'Unità in uno Stato cristiano o perire - Indice dei nomi |