La Repubblica di Weimar nei documenti del Servizio Informazioni Militare Stampa E-mail

Roberto Sciarrone

La Repubblica di Weimar nei documenti del Servizio Informazioni Militare

Edizioni Nuova Cultura, pagg.212, € 15,00

 

sciarrone_weimar  IL LIBRO – La Repubblica di Weimar fu un periodo ricco di contraddizioni tra la Grande Guerra e l’avvento del Terzo Reich. Il sistema di democrazia parlamentare che riuscì a realizzare fu altresì sorprendente, non solo perché nacque pochi mesi dopo la fine di un conflitto mondiale da cui la Germania era uscita sconfitta ma, in particolar modo, per la portata di trasformazioni politiche e sociali che la caratterizzarono. La ricca storiografia sull’argomento testimonia l’importanza degli eventi che caratterizzarono il 1933, anno spartiacque della storia d’Europa e del mondo. Ciò a cui mira questo saggio è “ricostruire” l’idea che lo Stato Maggiore italiano aveva sulla Germania, alla vigilia dell’ascesa di Adolf Hitler. Attraverso le carte del SIM è possibile cogliere gli aspetti positivi della Repubblica di Weimar, ma anche quegli elementi di forte criticità derivanti dalle clausole penalizzanti del Trattato di pace che costituiranno la base ideologica e sociale della successiva ascesa del nazionalsocialismo.
  Lo studio si avvale dei cospicui documenti del “Servizio Informazioni Militare” del Regio Esercito che in data 2 gennaio 1933 vengono integrati in una relazione sullo stato complessivo delle forze armate tedesche. I sette fascicoli analizzati nel volume ci aiutano a comprendere l’ordinamento della Reichwehr, le forme di reclutamento e le scuole militari, la dottrina tattica e l’addestramento, le forze di polizia e le associazioni varie esistenti nel 1933, una fonte del tutto nuova nell’interpretazione di una Repubblica di Weimar ormai al tramonto.

  DAL TESTO – “La democrazia parlamentare della Repubblica di Weimar […] era considerata da ampi strati della classe sociale dirigente di "destra" come una struttura costituzionale imposta al Reich dalle potenze occidentali uscite vittoriose dalla prima guerra mondiale. Essa doveva garantire la permanente dipendenza e sottomissione della Germania agli interessi occidentali e doveva perciò essere rimossa al più presto e sostituita con un ordinamento costituzionale tedesco. Era questo in sintesi il pensiero dominante in Germania. La "resa" della repubblica e la crisi economica mondiale del 1929-'33, limitando la possibilità d'azione delle potenze che assicuravano l'ordine del 1919-'20, contribuirono a riaccendere la "questione tedesca". L'esclusione della Russia dalla regolazione della pace in Europa e quindi la sua non-partecipazione alle trattative di pace del Reich tedesco sconfitto (che doveva essere indebolito ma non distrutto, se non altro a causa del problema della Russia sovietica) rappresentarono il segno che per il riassetto dell'Europa del 1919-20 si cercava una base diversa rispetto quella avuta nell'ordine di pace di Vienna (1815), protrattasi con limitate revisioni fino al Congresso di Berlino (1878). Secondo Andreas Hillgruber non si creò una pace generale in Europa bensì un compromesso fra gli Stati Uniti da un lato, intervenuti per la prima volta in un conflitto europeo partecipando alla sua risoluzione, la Gran Bretagna e la Francia dall' altro lato. Si trattava di un compromesso che presupponeva un lungo isolamento della Russia sovietica a margine dell'Europa e mirava a un altrettanto lungo indebolimento della stessa, ma nient'affatto alla distruzione del Reich tedesco sconfitto. Questo nuovo ordine europeo e mondiale suddivise in due gruppi le potenze imperialiste: le Haves, potenze già stabilite e interessate come vincitrici allo status quo del 1919-20 (USA, Gran Bretagna e Francia) e le Have-nots, potenze sconfitte o insoddisfatte della vittoria (Germania, Italia e Giappone). Nonostante la pesante sconfitta subita dopo il 1918 la Germania era la potenza più forte nell'Europa centrale dal punto di vista economico e potenzialmente anche militare.”

  L’AUTORE – Roberto Sciarrone, svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Studi Politici della facoltà di Scienze Politiche di Sapienza, Università di Roma. Collabora con la cattedra di Storia dell’Europa Orientale e con l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. È inoltre membro dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Con Nuova Cultura ha già pubblicato, nel 2013, Strategie militari franco-tedesche a confronto (1905-1913). Si occupa di Triplice alleanza e di tematiche relative alla storia dell’Esercito Italiano su cui ha pubblicato numerosi saggi e articoli.

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione - Introduzione - La Repubblica di Weimar (1918-1933) - Lo Stato e le sue risorse - Ordinamento dell'Esercito tedesco - Reclutamento e scuole - Strategie militari e addestramento - Forze di polizia, Marina da guerra e Aeronautica civile - Conclusioni - Appendice - Fonti - Bibliografia - Indice dei nomi e dei luoghi