I conti con la storia Stampa E-mail

Paolo Mieli

I conti con la storia
Per capire il nostro tempo

Rizzoli, pagg.432, € 19,50

 

mieli_conti  IL LIBRO – Lo storico ha il compito di trasmettere la memoria, il dovere di ricordare. Quando, invece, è necessario dimenticare? Quando l’oblio diventa una virtù essenziale a ricomporre una comunità? Nell’Atene del V secolo, dopo il regime dei Trenta Tiranni, venne imposto il Patto dell’oblio, che vietava di “rivangare il passato” anche a quei cittadini che avrebbero avuto tutti i titoli per vendicarsi, “anteponendo alle rivalse private la salvezza della città”. Da allora sono state innumerevoli le volte in cui la storia ci ha imposto di dimenticare, di concederci una sospensione della memoria per rimettere le cose in ordine, sia pure in un ordine provvisorio. Oggi, dopo la fine del Novecento – il secolo delle febbri ideologiche e delle grandi passioni politiche –, fare i conti con la nostra memoria condivisa è diventato più che mai necessario. Perché la scomparsa di fascismo e comunismo non ha significato la fine dell’uso politico del passato: “Nuove dottrine e nuovi radicalismi sono entrati in campo e si sono mescolati con quel che rimaneva delle vecchie fedi; tutte insieme poi hanno viziato l’aria, rendendo impossibile agli analisti e ai raccontatori del passato di prendere il fiato necessario per un’impresa che potesse dirsi di grande respiro”. Queste pagine attraversano oltre due millenni di storia, di storie e di uomini, ma anche di interpretazioni, errori di valutazione e menzogne. Dalla Firenze di Savonarola alla Roma fascista, dall’inquisizione allo schiavismo, da Giuda a Napoleone, l’autore intraprende un viaggio coraggioso e appassionato nella memoria intermittente, con la convinzione che, se saremo capaci di fare i conti con la storia senza preconcetti o pregiudizi, ci imbatteremo in non poche sorprese e forse saremo in grado di “ritrovare una base comune da cui avventurarci nella ricerca sul passato”.

  DAL TESTO – “È arduo ripromettersi di fare i conti con il passato remoto in un'epoca nella quale non tornano quelli con il passato prossimo. I venti anni a cavallo dei due millenni, i nostri, gli attuali, gli anni per intenderci degli «interventi umanitari», sono stati caratterizzati da un'assoluta mancanza di filo conduttore etico, dalla perdita definitiva di una bussola intellettuale dopo che già quelle del Novecento avevano da tempo smesso di funzionare. Si comprende che questo sia potuto accadere dalle parti della politica, per definizione arte di scegliere cosa fare sulla base di necessità e opportunità. Ma stupisce la nonchalance con cui persone d'ingegno e provata buona fede hanno giustificato o condannato gli interventi militari per Kuwait, Somalia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia e infiniti altri «minori». Volta a volta è stata portata la guerra nelle più diverse aree del mondo sotto le insegne dell'Onu, della Nato, dei «volenterosi», in qualche occasione senza bandiera alcuna. Bernard-Henri Lévy ha scritto pagine sprezzanti nei confronti dell'intero mondo politico e intellettuale di Francia nel settembre 2013, quando si trattò di affrontare la questione siriana dopo l'aggressione chimica di Assad (?) del 21 agosto.”

  L’AUTORE – Paolo Mieli (Milano, 1949), giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista all'Espresso, poi a Repubblica e alla Stampa, di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 ha diretto il "Corriere della Sera"; attualmente è vicepresidente di RCS Mediagroup. Le sue ultime opere pubblicate da Rizzoli sono Storia e politica (2001) e La goccia cinese (2002).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Ricordare o dimenticare? (I patti dell'oblio. Quando alla pace è vietato ricordare - Mosche e scarafaggi: quando i compromessi fanno la storia - Difendersi dal passato: l'animale che dimentica e il lavoro dello storico) - Parte prima. La memoria divisa: vizi e virtù dell'oblio - Lutero, casualità di una rivoluzione - L'Inquisizione e l'intreccio tra politica e giustizia - La ferocia di Calvino contro gli eretici - La casualità dei grandi crolli - Lo schiavismo africano – Il colonialista Tocqueville - Gentile e quegli amici ebrei - Arpinati, un uomo tra due fuochi - L'Italia smarrita ai tempi di Badoglio - Spagna, il tempo dell'odio - Parte seconda. La memoria riscritta: falsi e menzogne della storia - La moderna immoralità di Pericle - Quella di Spartaco non fu lotta di classe - La scelta economica di Giuda - Le contraddizioni di Costantino - Da Barbarossa a Hitler, l'uso politico di Carlo Magno - La mani sporche del cardinal Mazarino - Lo strano processo a Walther Becker - Varsavia, il bambino con le braccia alzate – Il segreto di Primo Levi - Reticenze sulla guerra d'Algeria - Parte terza. La memoria italiana: storie e personaggi di un Paese diviso - Machiavelli a lezione da Savonarola - Perché Gladstone odiò Ferdinando II - Quei «selvaggi» al fianco di Garibaldi - Mazzini padre della «questione morale» - Bismarck, il grande erede di Cavour - La solitudine dei terroristi - La doppia anima di Beneduce - Osio, un banchiere nella Roma di Mussolini - Così Roberto Bracco rifiutò i soldi del Duce - Antonio Gramsci e quel sospetto di tradimento – Bibliografia - Indice dei nomi