Storia e politica |
Paolo Mieli IL LIBRO – Partendo dalle ambiguità che ancora avvolgono la vulgata tradizionale della storiografia del Novecento, Mieli esamina in questo libro i nervi scoperti di un secolo complesso e ricco di contraddizioni e mette in guardia dalla tentazione di forzare l'analisi dei fatti per far quadrare i conti sull'oggi. Dalla Prima guerra mondiale al fascismo, dalla Resistenza agli anni della contestazione, l'autore dà spazio a eventi e figure spesso lasciati ai margini della "memoria ufficiale": sfilano così tra gli altri in queste pagine l'attentatore anarchico che nel 1926 cercò di uccidere con una bomba Mussolini, i giovanissimi che, pur sapendo di stare dalla parte dei vinti, si arruolarono nell'esercito di Salò, i comunisti italiani che finirono nei gulag di Stalin. Con rigore e obiettività, Mieli affronta le zone d'ombra delle versioni imposte dai vincitori e mostra perché solo una discussione onesta e imparziale può far nascere una coscienza pubblica capace di cementare lo spirito civico del nostro Paese. DAL TESTO – "Siamo nell'estate del 1936. Vasco Pratolini scrive su «Il Bargello»: «Tornato bracciante, dopo avervi vissuto la vigilia di preparazione e la guerra, il popolano che resta sulla terra conquistata ha solo un diritto assoluto: quello di non vedersi, ora che l'ansito della guerra è passato, ripiombare sotto l'assillo di certe necessità o, peggio, d'indigenza e credere di lavorare ancora per un "padrone": questo glielo garantisce lo Stato, il solo padrone che ha ragione d'essere [...] Così si ottiene l'originalità dell'Impero fascista nei rispetti del proletariato d'Italia e del proletariato indigeno». Esauritasi con il '25 la spinta all'elaborazione concettuale che aveva contraddistinto i primi anni del fascismo, elaborazione in cui si erano spesi Giovanni Gentile, Alfredo Rocco e Camillo Pellizzi, era poi iniziato il lungo periodo del cosiddetto pragmatismo mussoliniano «che», sostiene Parlato, «guidò il fascismo senza preoccuparsi eccessivamente di rielaborare un pensiero che appariva sempre più strumentale alle scelte politiche e internazionali». È vero che in quell'epoca Mussolini tollerò la più ampia discussione all'interno della cultura fascista, ma lo fece solo perché questo dibattito, incanalato nell'alveo istituzionale del regime, lo condizionava solo marginalmente. L'AUTORE – Paolo Mieli (Milano, 1949), giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista all'"Espresso", poi a "Repubblica" e alla "Stampa", di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 ha diretto il "Corriere della Sera"; attualmente è vicepresidente di RCS Mediagroup. Le sue ultime opere pubblicate da Rizzoli sono "Storia e politica" (2001) e "La goccia cinese" (2002), "I conti con la storia" (2013). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Passato e presente (La memoria e l'oblio - Il fascino del despota - Gli errori di un leader - L'uso politico degli archivi - La storia per analogie - Questioni di confine - Il rifiuto della politica - Il rigore nella doppiezza - La questione delle insorgenze - Risorgimento senza popolo - Filangieri e i Borbone - L'assedio di Gaeta - La riscoperta di Gioberti - Cavour e la sorgente della legittimità - Il Mezzogiorno e la Sinistra - Tra Stato e Chiesa – Il primo grande scandalo - La fine di Crispi - Giolitti e i suoi nemici) - Fascismo e antifascismo (Mussolini e lo smarrimento dell'intellettuale - Storia di una spia - Storia di un attentatore - Le radici della discriminazione - L'antisemita nascosto - Fascisti di sinistra - La Repubblica divisa - Tra fascisti e antifascisti - Ancora su via Rasella - Il caso Vivarelli) - Comunismo e anticomunismo (Quei soldi a Bordiga - L'odissea di Corneli - Tra Hitler e Stalin - Il libro nero degli ebrei in Urss - A proposito di una prefazione - L'altro lager - Quell'accordo con Stalin - I tempi della storia) - I libri di cui si è parlato - Indice dei nomi |