Il valore dello Stato e il significato dell’individuo |
Carl Schmitt Il valore dello Stato e il significato dell’individuo il Mulino, pagg.112, € 13,00
IL LIBRO – «Il valore dello Stato» (1914) delinea le principali categorie intellettuali e politiche dello Schmitt maturo. Il libro investe i problemi della contrapposizione fra vita e scienza, fra empiria e diritto, con l’obiettivo di giungere a un punto di vista che consenta un’attiva formazione giuridica dell’esperienza. Nella visione schmittiana, il senso dello Stato consiste nel suo compito di realizzare il diritto nel mondo tramite la decisione, ed è questo compito che fa dello Stato il potere supremo. Esso dunque è il titolare di quell’azione politica che traduce l’idea giuridica nella pratica. DAL TESTO – “Solo lo Stato porta l'imperativo nel diritto. Alla norma giuridica risultano per sé estranei un effetto su qualcosa, un'azione in qualche direzione, già secondo il concetto. Il carattere giuridico di una norma non ha quindi nulla a che fare con la sua coattività o con una tendenza alla coattività. La coercizione o la tendenza a essa si riferiscono al mondo empirico reale, all'essere; esse hanno di mira una condizione concreta della realtà, la cui produzione tramite mezzi reali è il loro scopo. Poiché, però, lo scopo, nel senso di un tale render reale, è estraneo all'essenza del diritto in quanto norma, la tendenza alla coercizione non appartiene al lato del diritto, ma a quello dello Stato, come mezzo del diritto. Per il contenuto, la forma o la correttezza della norma giuridica è indifferente che aspetto questo mezzo abbia di fatto nel mondo. La coercizione o la coattività non toccano l'essenza della norma, poiché esse riguardano solo l'effetto della coercizione, ciò che coercitivamente è stato fatto secondo la norma; esse, pertanto, non possono nemmeno essere il tratto distintivo della norma giuridica rispetto ad altri complessi di norme. Lo specifico della norma è di essere definita così poco dagli effetti reali riferibili a essa come l'essenza di una sentenza giudiziaria dagli effetti della sua forza giuridica o dalla sua «tendenza», a essa attribuibile altrettanto facilmente, a essere eseguita. Della norma giuridica, così come di ogni norma, si può dire che ha la tendenza alla coercizione; ciò, però, non significa nulla più del fatto che si trovano degli uomini che all'occorrenza procurano alla norma un riconoscimento fattuale con mezzi coercitivi di qualche tipo, perché ritengono la norma sufficientemente importante. Un tale effetto psicologico sugli uomini, però, riguarda un mero successo fattuale della rappresentazione della norma, non la norma stessa.” L’AUTORE – Carl Schmitt (1888-1985) ha insegnato in varie università tedesche, prima di diventare professore all’Università di Berlino nel 1933. Fra le sue numerose opere tradotte in italiano ci limitiamo a ricordare, pubblicate dal Mulino, Le categorie del ‘politico’ (1972, ultima ed. 1998), Cattolicesimo romano e forma politica (2010), Sul Leviatano (2011) e Amleto o Ecuba. L’irrompere del gioco nel dramma (nuova ed. 2012). INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Carlo Galli – Introduzione - I. Diritto e potenza - II. Lo Stato - III. Il singolo - Indice dei nomi
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