Storia dell'A.L.B.A. Stampa E-mail

Alessandro D’Ascanio

Storia dell'A.L.B.A.
Un tentativo autarchico di politica petrolifera nell'Italia dei primi anni Quaranta

Edizioni Solfanelli, pagg.184, € 14,00

 

dascanio_alba  IL LIBRO – Nel corso del 1941, nel pieno della drammatica partecipazione dell'Italia al secondo conflitto mondiale, IRI e AGIP furono incaricati dal regime fascista di installare un impianto di estrazione di oli combustibili sulla Maiella, nel cuore del bacino minerario asfaltifero abruzzese.
  L'apparato logistico delle forze armate reclamava un urgente bisogno di carburante dal momento che gli allineamenti strategici della guerra avevano tagliato fuori l'Italia dal greggio di provenienza mediorientale. Si decise allora di investire denaro pubblico nella costituzione dell'ALBA (Azienda lavorazione bitumi asfalti), una specifica struttura aziendale, controllata dai due enti cardine dell'interventismo economico statale, cui si conferì la difficile missione di sperimentare una nuova tecnologia di trattamento delle rocce asfaltiche per l'estrazione di oli.
  L'ambizioso tentativo, nel breve volgere di un biennio, fu bruscamente arrestato dal deflagrare inarrestabile delle operazioni belliche sul suolo nazionale e dall'occupazione tedesca degli impianti in costruzione. Nel dopoguerra, il sito individuato sarebbe stato lasciato nel più completo abbandono.
  Nonostante tale fallimentare epilogo, la ricostruzione della vicenda dell’ALBA, oltre a permettere di osservare il processo di razionalizzazione del bacino minerario della Maiella messo in atto dal regime fascista, consente di analizzare in concreto un caso di politica industriale gestito da IRI e AGIP nelle particolari forme che l’intervento pubblico in economia assunse nell’Italia del tempo, tra velleità corporative, propositi autarchici, incentivi e vincoli dell’economia di guerra.

  DAL TESTO – “Tra i moventi del tentativo dell’ALBA vi era quello di rimuovere la condizione di endemica arretratezza di una delle aree della montagna abruzzese. In tal senso, il progetto fondeva il recupero dello spirito pionieristico dei primi sperimentatori che avevano studiato le rocce del "tesoro nascosto" della Maiella, con un approccio scientifico e tecnologico all'avanguardia sostenuto da un investimento finanziario, probabilmente insufficiente, ma certo consistente dello stato. Il problema era però quello di una sfida forse troppo ardua, considerata la natura incontaminata del sito individuato. Si trattava, in altri termini, di mettere in atto una sorta di "colonizzazione industriale" in una terra vergine da scoprire e trasformare, in un'ipotesi suggestiva e stimolante, ma complessa.
  “Occorre allora tornare sulle caratteristiche morfologiche peculiari della regione di Acquafredda, sulla sua aspra localizzazione, sulla mancanza completa di infrastrutture e di collegamenti che la caratterizzavano. Si trattava, a ben guardare, del settore del bacino minerario più lontano dalla ferrovia e dalle strade di maggiore comunicazione, che non era mai stato coltivato con propositi propriamente industriali, nemmeno nei momenti di maggiore investimento produttivo da parte delle aziende private.”

  L’AUTORE – Alessandro D’Ascanio, laureato in Scienze politiche con una tesi in Storia dell’Italia contemporanea dal titolo Lo scacchiere mediorientale nella politica estera italiana. Il centro-sinistra e la guerra dei sei giorni, ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Critica storica giuridica e economica dello sport” presso l’Università di Teramo. Cultore della materia presso la cattedra di sociologia dei fenomeni politici dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, collabora all’attività della cattedra di Storia del Novecento della Facoltà di Scienze politiche dell’università di Teramo. Ha pubblicato saggi e articoli su riviste di storia contemporanea tra i quali: Lo scacchiere mediorientale nella politica estera italiana. Il centrosinistra e la Guerra dei sei giorni, in “Italia Contemporanea”, n. 250, marzo 2008, pp. 121-145; Lo sport come strumento di politica estera nella prima metà degli anni trenta: una peculiarità solo italiana?, in “Sportlex”, anno I, n. 10, ottobre 2008, pp. 3-11; I gravi fatti di Roccamorice del 1904. Il brusco impatto del mondo industriale in una provincia rurale dell’età giolittiana (in corso di pubblicazione su “Abruzzo contemporaneo”) e contributi in volumi collettanei tra i quali Il mare tra le terre, in Luigi Mastrangelo (a cura di), Giochi e sport in Abruzzo dall’antichità ai giorni nostri (Edizioni Scientifiche Abruzzesi, Pescara 2009) e Una rassegna bibliografica, con Luca Gasbarro e Francesca Mazzarini, in Giuseppe Sorgi (a cura di), Lo sport dopo le ideologie (Guaraldi, Rimini 2009), La concezione neo-marxista dello sport nell’analisi dei comunisti italiani, in Anna Di Giandomenico (a cura di), Le luci dello sport (Franco Angeli, Milano, in corso di pubblicazione).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Capitolo primo. Il nuovo secolo - Capitolo secondo. L'A.L.B.A - Capitolo terzo. Il fallimento di un progetto di sviluppo - Fonti - Bibliografia ragionata - Indice dei nomi - L'Autore