La vittoria del 1934 Stampa E-mail

Alessandro D’Ascanio

La vittoria del 1934
I Campionati Mondiali di Calcio nella politica del Regime

Solfanelli, pagg.232, Euro 16,00

 

dascanio_vittoriadel1934  IL LIBRO – Il 10 giugno 1934, nella coreografica cornice dello stadio del Partito Nazionale Fascista, la selezione italiana di football sconfigge sul terreno di gioco la rappresentativa cecoslovacca, laureandosi per la prima volta campione del mondo nello sport fin da allora più seguito dagli italiani. Sul pennone dello stadio romano, campeggia la bandiera nera del Partito Unico, mentre gli altoparlanti diffondono le note di Giovinezza, amplificate dal coro unanime dei cinquantamila spettatori presenti. In tale atmosfera di entusiasmo collettivo, Benito Mussolini si affaccia dalla tribuna nell’atto di raccogliere platealmente, davanti a una nutrita schiera di fotografi giunti da ogni parte del mondo, l’esplicito saluto romano degli azzurri schierati al centro del campo. Si tratta dell’epilogo trionfale di una manifestazione sportiva fortemente voluta dal regime, realizzata grazie all’impiego di ingenti risorse finanziarie, logistiche e umane, amplificata in maniera notevole dalla stampa e disputata con strenua determinazione da parte dei calciatori italiani.
  Il Mondiale di calcio diventa una prospettiva da cui analizzare le dinamiche della stabilizzazione totalitaria e le ricadute interne al regime. Il calcio è, a un tempo, uno strumento di propaganda, un veicolo di consenso, una risorsa di politica estera da utilizzare nel confronto e nella dialettica con gli altri Paesi, di volta in volta potenziali alleati o nemici, in una sorta di simbolica anticipazione delle contese politiche.
  A far da contorno all’investimento politico del regime sull’evento è poi il racconto, in chiave epica ed enfatica, delle vicende calcistiche da parte delle grandi firme del giornalismo sportivo del tempo, degli inviati della radio, degli illustratori dei manifesti murali, significativi strumenti di comunicazione, a vario titolo arruolati dai vertici politici dello sport fascista nella costruzione di un rapporto di mobilitazione con un pubblico numeroso e partecipe.

  DAL TESTO – “[…] a una lettura attenta dell'insieme delle scelte logistiche e mediatiche della FIGC, nel periodo di preparazione della nazionale, traspare in maniera piutto evidente il disegno propagandistico da mettere in atto. Ai tifosi italiani andava presentata un'immagine complessiva della squadra nazionale rappresentativa del quadro di valori proposto dal regime fascista. In tal senso, si spiega l'attenzione verso il gruppo di ragazzi temerari, coraggiosi, pugnaci, ma allo stesso tempo inquadrati, disciplinati, sottoposti alla gerarchia del commissario unico. E ancora la presenza di grandi campioni, come Meazza e Orsi, ma la priorità riservata al gruppo, al manipolo di camerati, alla compagine animata da un senso di appartenenza nazionale ardente, che allude alla militanza, alla fede in una nuova Italia.”

  L’AUTORE – Alessandro D’Ascanio, laureato in Scienze politiche con una tesi in Storia dell’Italia contemporanea dal titolo Lo scacchiere mediorientale nella politica estera italiana. Il centro-sinistra e la guerra dei sei giorni, ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Critica storica giuridica e economica dello sport” presso l’Università di Teramo. Cultore della materia presso la cattedra di sociologia dei fenomeni politici dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, collabora all’attività della cattedra di Storia del Novecento della Facoltà di Scienze politiche dell’università di Teramo.
  Ha pubblicato saggi e articoli su riviste di storia contemporanea tra i quali: Lo scacchiere mediorientale nella politica estera italiana. Il centrosinistra e la Guerra dei sei giorni, in “Italia Contemporanea”, n. 250, marzo 2008, pp. 121-145; Lo sport come strumento di politica estera nella prima metà degli anni trenta: una peculiarità solo italiana?, in “Sportlex”, anno I, n. 10, ottobre 2008, pp. 3-11; I gravi fatti di Roccamorice del 1904. Il brusco impatto del mondo industriale in una provincia rurale dell’età giolittiana (in corso di pubblicazione su “Abruzzo contemporaneo”) e contributi in volumi collettanei tra i quali Il mare tra le terre, in Luigi Mastrangelo (a cura di), Giochi e sport in Abruzzo dall’antichità ai giorni nostri (Edizioni Scientifiche Abruzzesi, Pescara 2009) e Una rassegna bibliografica, con Luca Gasbarro e Francesca Mazzarini, in Giuseppe Sorgi (a cura di), Lo sport dopo le ideologie (Guaraldi, Rimini 2009), La concezione neo-marxista dello sport nell’analisi dei comunisti italiani, in Anna Di Giandomenico (a cura di), Le luci dello sport (Franco Angeli, Milano, in corso di pubblicazione).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Capitolo primo. Il calcio come strumento di politica estera nella prima metà degli anni Trenta - Capitolo secondo. "Roma caput mundi". L'organizzazione politica della Coppa del Duce - Capitolo terzo. "Soldati dello sport”. La strumentalizzazione del fatto sportivo - Fonti e bibliografia dei volumi consultati - Bibliografia – L’Editore