Homo consumens Stampa E-mail

Zygmunt Bauman

Homo consumens
Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi

Edizioni Erickson, pagg.101, € 10,00

 

bauman_consumens  IL LIBRO – Leggere Bauman è sempre un'esperienza stimolante. La sua dote più preziosa è quella di riuscire a penetrare la scorza del mondo sociale, che ci appare nella sua naturale ovvietà, per mostrarci significati difficili da cogliere proprio perché così quotidiani e evidenti. Nella società dei consumi della modernità liquida, lo sciame tende a sostuire il gruppo. Lo sciame non ha leader né gerarchie perché il consumo è un'attività solitaria, anche quando avviene in compagnia. La società dei consumatori aspira alla gratificazione dei desideri più di qualsiasi altra società del passato ma, paradossalmente, tale gratificazione deve rimanere una promessa e i bisogni non devono aver fine, perché la piena soddisfazione sfocerebbe nella stagnazione economica. Il contraltare dell'homo consumens è l'homo sacer, il povero che, per carenza di risorse, è stato estromesso dal gioco in quanto consumatore difettoso o «avariato». La miseria degli esclusi non è più considerata un'ingiustizia da sanare, ma il risultato di una colpa individuale: così, le prigioni si sostituiscono alle istituzioni del welfare. Il contributo che Bauman ci offre, a partire da questa analisi critica, è quello di riproporre il tema dell'agire morale: un agire intrinsecamente libero, e quindi sempre a rischio di venir meno, ma che pure costituisce una caratteristica originaria dell'essere umano, alla base della sua socialità e, in ultima istanza, della sua sopravvivenza come specie.

  DAL TESTO – “La società dei consumi si fonda sull’insoddisfazione permanente, cioè sull’infelicità. Una strategia per ottenere una permanente insoddisfazione è quella di denigrare la merce che è appena stata messa sul mercato dopo averla promossa come la migliore possibile. Un altro modo, più efficace e più subdolo, è quello di soddisfare così completamente ogni desiderio che non possa nascere l’impulso a desiderare qualcosa di diverso: il desiderio si trasforma in bisogno e diventa un’esigenza compulsiva e una dipendenza. E funziona, come dimostra il diffuso bisogno di fare shopping per trovare sollievo contro l’angoscia e il dolore.
  “In realtà, questo comportamento non è solo permesso, è anche vigorosamente incoraggiato perché la società dei consumatori ha bisogno, per funzionare adeguatamente, di ricoprire con un velo di ipocrisia la differenza tra le convinzioni popolari e la realtà della vita dei consumatori. Se bisogna ovviare alla non-soddisfazione di un desiderio con un altro desiderio, le promesse fatte devono essere costantemente infrante e le speranze devono essere frustrate. Ogni promessa deve essere falsa o quantomeno esagerata, altrimenti il desiderio rischia di affievolirsi. Senza la continua frustrazione dei desideri, la domanda dei consumatori potrebbe esaurirsi e i mercati perderebbero vigore. L’abbondanza totale delle promesse neutralizza la frustrazione causata dal carattere eccessivo di ciascuna di esse presa singolarmente e pone un freno al montare della frustrazione prima che questo raggiunga il livello di guardia.”

  L’AUTORE – Uno dei più grandi pensatori contemporanei, Zygmunt Bauman ha prodotto un corpus impressionante di libri che hanno inciso profondamente sulla comprensione del mondo contemporaneo. Ricordiamo Modernità e olocausto (Il Mulino, 1992) e Modernità liquida (Laterza, 2002). Le Edizioni Erickson hanno pubblicato i seguenti volumi: Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi (2007); Conversazioni sull'educazione (2012); Le sorgenti del male (2013).

   INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Mauro Magatti – Prefazione - Capitolo primo. Mode volatili. L’irresistibile impulso a consumare e trasformarsi - Capitolo secondo. Lo sciame inquieto. Dall'homo politicus all'homo consumens - Capitolo terzo. Mixofobia. Alla larga dai poveri - Capitolo quarto. Risentimento. Quando il pericolo è dentro le mura – Appendice. Welfare assediato. Sono forse io il custode di mio fratello? - Bibliografia