La fine di Bisanzio |
Jonathan Harris La fine di Bisanzio il Mulino, pagg.312, € 25,00
IL LIBRO – Il 29 maggio 1453, dopo un lungo assedio, gli Ottomani guidati dal sultano Maometto II espugnavano Costantinopoli. Finiva, dopo secoli di storia, l’impero bizantino. Ma da cinquant’anni almeno Bisanzio era l’ombra di un impero, ridotto a pochi brandelli di territorio: Costantinopoli, Tessalonica, il Peloponneso. A guidare i comportamenti degli ultimi bizantini, dei governanti come dei semplici individui, non fu uno scontro tra cristianesimo e islam, una battaglia per la fede, ma un meno eroico e più umano affannarsi per salvare se stessi. Cronache, lettere, racconti dei viaggiatori, materiali d’archivio documentano nel libro l’agonia e la morte di Bisanzio, come pure i profondi effetti che quell’evento ebbe sulla cultura europea. DAL TESTO – “In base a calcoli posteriori, si stimò che nella mattinata del 29 maggio 1453 i turchi vittoriosi avessero ucciso circa 4 mila persone tra combattenti e popolazione civile, metà delle quali perì nel massacro che seguì la ritirata di Giovanni Giustiniani e lo sfondamento da parte ottomana. La vittima più illustre fu l'imperatore Costantino. Il dato più eclatante è che nessuno seppe con certezza cosa ne fosse stato di lui, e le voci relative alla sua fine si moltiplicarono: alcuni dicevano di avere visto il suo corpo giacere tra le cataste di cadaveri, altri sostenevano che si fosse impiccato al colmo della disperazione, e più tardi, nel corso della stessa giornata, tali dicerie parvero trovare conferma quando venne consegnata al sultano una testa spacciata per quella di Costantino. Se quindi è indubbio che il basileus perì nell'assedio, i resoconti sulle modalità della sua morte divergono notevolmente: vi è chi sostiene che egli cadesse sotto una pioggia di colpi nell'ultima eroica resistenza contro migliaia di giannizzeri, laddove altri indicano che fu abbattuto mentre tentava una ignobile fuga a precipizio. Al suo fianco caddero molti dei suoi uomini di corte e consiglieri che «non volevano vedere la loro patria mentre diventava schiava»: uomini come Teodoro Caristeno e Demetrio Paleologo Metochite, che nel 1435 era stato ambasciatore al concilio di Basilea. A quanto riferito, Teofilo Paleologo, già ardente sostenitore dell'unione di Firenze, dichiarò che non avrebbe potuto sopportare di sopravvivere alla caduta della città, e si gettò incontro all'avanzata turca, combattendo con valore fino a che uno dei suoi nemici non lo tagliò in due con una scure.” L’AUTORE – Jonathan Harris insegna Storia bizantina al Royal Holloway, University of London. Fra i suoi libri Byzantium and the Crusades (2006) e, tradotto in italiano, Costantinopoli (il Mulino, 2011). INDICE DELL’OPERA – Prologo - I. Autunno a Bisanzio - II. L'ombra di un impero - III. Giochi politici - IV. Sull'orlo del precipizio - V. Scherzando con il fuoco - VI. Un concilio e una crociata - VII. Da Murad a Maometto - VIII. Nemesi - IX. Il destino dei vinti - X. Fra oriente e occidente – Epilogo – Note - Carte – Bibliografia - Indice dei nomi
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