L'Europa e la Serenissima: la svolta del 1509 |
a cura di Giuseppe Gullino L'Europa e la Serenissima: la svolta del 1509 Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, pagg.380, Euro 35,00
IL LIBRO – Il volume pubblica gli atti del convegno, nel V centenario della battaglia di Agnadello, promosso nel 2009 dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti con il contributo della Regione del Veneto. Grazie all'apporto di studiosi e specialisti di varie discipline storiche, artistiche e letterarie, si è inteso approfondire, nella ricorrenza centenaria, una riflessione su un avvenimento così significativo per la storia d'Europa, ponendo particolare attenzione al quadro storico-diplomatico precedente lo scontro, al nuovo corso impresso alla storia della Serenissima dalla sconfitta, alla rinuncia alla precedente politica espansionistica e alle conseguenze psicologiche, culturali, politiche ed economiche. DAL TESTO – “[…] la drammatica sconfitta di Agnadello influenzerà le scelte militari, oltre che politiche, della successiva storia di Venezia che, di fatto, si limiterà a riconquistare parte dei territori persi dopo la battaglia per poi chiudersi per tre secoli dentro un sistema difensivo di fortezze e città murate. La catastrofe del 14 maggio 1509 non costituirà solamente una delle tante battaglie perse durante una storia secolare, ma rimarrà come un evento spartiacque, dopo il quale i veneziani sembrano comprendere di aver perduto per sempre l’iniziativa sul piano strategico e di non potersi più porre da soli contro le grandi potenze europee: nelle guerre successive Venezia si muoverà, sul piano militare, quasi sempre ricercando alleati potenti con i quali concordare piani di battaglia. L’obiettivo che si pone Venezia dopo Agnadello sarà semplicemente quello di recuperare una parte del terreno perso e non più di condurre guerre di conquista, come era sembrato nel periodo immediatamente precedente. Venezia scoprirà la propria debolezza nei confronti di una realtà militare che si stava già da tempo evolvendo verso nuove tecniche e tecnologie che richiedevano non solo enormi capitali, ma anche una stato forte e centralizzato che possedesse un retroterra tale da essere in grado di mobilitare grandi popolazioni. Non basterà nemmeno la reazione spontanea, e inaspettata per gli stessi veneziani, di migliaia di contadini inferociti per le violenze imperiali, che Venezia non riuscirà a sfruttare se non nella contingenza degli avvenimenti e con molta cautela. D’altra parte quegli stessi contadini, inquadrati nelle ordinanze, avevano fornito una prova contraddittoria ad Agnadello, almeno a livello di opinione pubblica, quando erano stati impiegati in campo aperto contro uno degli migliori eserciti europei. E uno dei nodi fondamentali che rimarranno scoperti nella renovatio securitatis veneziana del dopo Agnadello sarà quello delle «Arme Proprie», problema comune a diversi Stati ma che assumerà, nel Cinquecento, una valenza di rilievo soprattutto per i potentati regionali, come la stessa Venezia.” IL CURATORE – Giuseppe Gullino è Professore ordinario di Storia moderna, afferente al Corso di laurea in Storia. Si occupa di storia veneta, con particolare riferimento al patriziato della Serenissima. Dal 2003 al 2008 è stato rappresentante dell'università di Padova (a nomina del rettore) per il CISVE (Centro Studi Interuniversitari di Studi Veneti); dal 4 ottobre 2009 è presidente della Deputazione di storia patria per le Venezie. Dopo un esordio dedicato alle riforme settecentesche nel campo della politica scolastica, i suoi interessi sono andati spostandosi verso i più concreti settori del sistema fiscale veneto in età moderna e dell’agronomia del XVIII secolo. Sulla scorta di tali studi ha poi affrontato un’ampia ricerca sulla famiglia Pisani (nei due diversi rami dal banco e moretta) e la gestione del suo patrimonio liquido e immobiliare tra il 1705 e il 1836: questa monografia, resa possibile dalla permanenza dell’autore presso l’Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, è risultata decisiva per la sua carriera universitaria. In seguito, su invito dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, ne ha scritto la storia; dopo di che è tornato ad occuparsi prevalentemente del patriziato veneziano quattro-settecentesco, collaborando attivamente con l’impresa della Storia di Venezia edita dalla Treccani e con il Dizionario biografico degli Italiani. INDICE DELL’OPERA - Il quadro internazionale, di Giuseppe Galasso - La classe politica veneziana, ambizioni e limiti, di Giuseppe Gullino - Il quadro economico dello Stato veneziano tra Quattrocento e Cinquecento, di Giovanni Zalin - Agnadello: la battaglia, di Angiolo Lenci - La terraferma di fronte alla sconfitta di Agnadello, di Gian Maria Varanini - Venezia e l’Impero ottomano: la tentazione dell’impium foedus, di Maria Pia Pedani - Il papato, di Antonio Menniti Ippolito - Usurpazione o riorganizzazione? Il Consiglio dei Dieci e la gestione della politica estera veneziana negli anni di Agnadello, di Antonio Conzato - «Deus iustus iudex». La battaglia di Agnadello e l’opinione pubblica nei paesi tedeschi, di Wolfgang Mährle - Parole per dirlo (e figure per tacerlo), di Gino Benzoni - Riflessi letterari della battaglia di Agnadello, di Manlio Pastore Stocchi - Indice dei nomi - Elenco dei relatori
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