America vs America Stampa E-mail

Lucio Caracciolo

America vs America
Perché gli Stati Uniti sono in guerra contro se stessi

Laterza, pagg.214, Euro 16,00

 

caracciolo_america  IL LIBRO – Da dieci anni gli Stati Uniti si logorano nella ‘guerra al terrorismo’. Se la strapotenza militare non serve a vincere, a che serve? Nel vuoto strategico, gli americani lavorano per la Cina. E per tutti i loro nemici.
  All’alba dell’11 settembre 2001 l’America apriva gli occhi su un mondo che apparentemente dominava e dal quale non poteva essere minacciata. Poche ore dopo, l’attacco di un manipolo di terroristi senz’armi proprie la gettava nella paura. Da allora gli Stati Uniti sono in guerra. La guerra più lunga della loro storia, di cui non si vede la fine. Qui cerchiamo di stabilire perché la ‘superpotenza unica’ è finita in una trappola da cui non riesce a uscire. In cinque tesi, indaghiamo le ragioni ideologiche, geoeconomiche e strategiche di un declino che non è un destino. E che chiama l’Italia ad assumersi le responsabilità che aveva potuto evitare al tempo quasi ideale, ma irripetibile, del semiprotettorato a stelle e strisce.

  DAL TESTO – “La Cina ha vinto le quattro partite strategiche giocate dall'America negli ultimi settant'anni. Ha vinto la seconda guerra mondiale grazie alla sconfitta del Giappone per mano americana. Ha vinto la guerra fredda, conclusa con il suicidio dell'Unione Sovietica - l'unico impero che potesse ancora contestarne le frontiere - indotto dalla superpotenza Usa. Ha vinto la guerra di Bush al terrorismo, alla cui ombra ha serenamente gestito la propria ascesa al rango di superpotenza, con gli Stati Uniti distratti dalle spedizioni in Afghanistan e in Iraq. Ha vinto infine la partita della «crisi globale», ossia della recessione occidentale e della perdita di credibilità del sistema economico-politico a stelle e strisce, innescata dal terremoto nel sistema finanziario centrato su Wall Street.
  “Le quattro fasi del ritorno della Cina al rango di protagonista sono scandite dalla sua capacità di volgere la potenza americana a proprio vantaggio. Una strategia parassitaria. Nella guerra del Pacifico come nella contrapposizione all'Urss, nelle campagne antiterrorismo come nella recessione del 2008-2009, sono stati gli americani ad aprire il gioco chiuso da Pechino pro domo sua. Nei primi due casi, la distanza storica è forse sufficiente per azzardare che si tratti di vittorie definitive. Gli ultimi due successi cinesi sono provvisori, dato che i traumi dell'11 settembre 2001 e del 15 settembre 2008 (fallimento di Lehman Brothers) continuano a produrre conseguenze impreviste e imprevedibili. Ma appaiono comunque decisivi per la rinascita del colosso cinese. Una superpotenza che per la prima volta nella sua storia plurimillenaria si afferma come attore geopolitico globale.”

  L’AUTORE – Lucio Caracciolo dirige la rivista italiana di geopolitica Limes e Heartland, Eurasian Review of Geopolitics. Giornalista, ha lavorato al settimanale Nuova Generazione dal 1973 al 1975 e al quotidiano la Repubblica dal 1976 al 1983. È stato caporedattore di MicroMega dal 1986 al 1995. Scrive per la Repubblica e per il settimanale l’Espresso. Ha tenuto corsi e seminari di geopolitica in alcune università. Dal 2009 insegna Studi strategici all’Università Luiss di Roma.

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione. Teatri della paura - Tesi I. L’America non ha vinto la guerra fredda - I.1. La lezione dimenticata di Eisenhower: no East, no West - I.2. Meccanica e ideologia della lunga pace nordica - I.3. Il mondo torna tondo. O no? - Tesi II. L’Europa occidentale ha perso la guerra fredda perché ha perso l’America - II.1. Washington scopre di non amare la Nato - II.2. Gli incoscienti orfanelli d’Europa - II.3. Cinque modi di non essere Europa e uno per tornare ad esserlo - Tesi III. L’America combatte se stessa - III.1. Che cosa voleva e che cosa ha ottenuto Osama dall’11 settembre - III.2. La paura scatena l’America - III.3. Teatro del nemico mortale - III.4. Teatro della superpotenza invincibile - III.5. Teatro dello Stato fortezza - Tesi IV. O America o impero - IV.1. La tentazione imperiale - IV.2. L’uso astrategico della forza - IV.3. Petraeus o il teatro del progresso - IV.4. Obama non cambia - IV.5. L’impero a credito perde credito - Tesi V. Il mondo non è piatto - V.1. La diffusione della (im)potenza - V.2. L’America sta perdendo il Medio Oriente - V.3. La Cina ringrazia - Conclusione. Saremo anche noi a pagare il conto dell’America - Appendice - Indice dei nomi