Massa e potere Stampa E-mail

Elias Canetti

Massa e potere

Adelphi, pagg.615, Euro 28,00

 

canetti_massa  IL LIBRO – Nel 1922, a Francoforte, lo studente diciassettenne Elias Canetti si trovò ad assistere a una manifestazione contro l’assassinio di Rathenau. Quel giorno egli sentì che la massa esercita un’attrazione enigmatica, qualcosa di paragonabile al fenomeno della gravitazione. Nel 1927, a Vienna, compiva un ulteriore passo: l’esperienza di essere nella massa, partecipando al grande corteo del 15 luglio, quando fu incendiato il Palazzo di Giustizia. La polizia sparò: novanta morti. Nelle sue memorie Canetti scriverà, a proposito della massa: «È un enigma che mi ha perseguitato per tutta la parte migliore della mia vita e, seppure sono arrivato a qualcosa, l’enigma nondimeno è restato tale». Il «qualcosa» a cui qui si allude è Massa e potere, che apparve nel 1960, dopo trentotto anni di elaborazione. Già questi elementi, queste date fanno capire quale immensa energia, concentrazione, furia si sia depositata in queste pagine. Alla lunghissima genesi dell’opera corrisponde l’estrema singolarità della sua forma. Qui non ci viene semplicemente offerta una nuova teoria da allineare alle tante già esistenti su queste due parole ossessive: massa, potere. Profondamente avverso alla coazione a spiegare, che opprime la nostra cultura, Canetti è qui riuscito nell’impresa di pensare con il massimo della precisione, ma tenendosi sempre «al margine del mondo dei concetti». Questo libro, che si presenta come una severa trattazione scientifica, è ben più di un racconto frastagliato e sanguinoso: è un vasto mito costellato di tanti altri miti, spesso dissepolti con passione da libri dimenticati nell’oscurità delle biblioteche. Prima di diventare una vistosa caratteristica delle società moderne, la massa è stata, la massa continua ad essere molte altre cose. Per avvicinarci a capirla, bisogna innanzitutto ricordare – come dice un antico testo ebraico – «che non esiste spazio vuoto fra cielo e terra, bensì tutto è pieno di schiere e moltitudini». La massa è qualcosa di esterno, ma può essere anche interna; è visibile, ma può essere anche invisibile; può uccidere, ma attrae. Massa è in primo luogo quella sterminata dei morti. Massa è il fuoco, il grano, la foresta, la pioggia, la sabbia, il vento, il mare, il denaro. Massa è la «scena psichica» dello schizofrenico. La massa, infine, non può esistere se non come contrappeso, cosmica ’paredra’, di un’altra soverchiante entità: il potere. Alla proliferazione della massa deve rispondere la tenebrosa solitudine del potente. Genghiz khan e il presidente Schreber, il sultano di Delhi e Filippo Maria Visconti spiccano nel loro molteplice delirio sul fondo di masse di sudditi, cadaveri, allucinazioni. Con l’asciuttezza vibrante di un annalista cinese, Canetti ha saldato in un tutto questa immane storia che vive in ciascuno di noi, che è iscritta nei nostri gesti elementari: afferrare, fuggire, spiare, ingoiare. La muta dei cacciatori paleolitici convive e si intreccia per sempre con i dimostranti che incendiano il Palazzo di Giustizia, con il rogo della biblioteca di Kien in Auto da fé. Alla fine riconosciamo come dallo sluagh-ghairm, il grido di battaglia dei morti negli Highlands scozzesi, discenda e si espanda in tutto il mondo un’altra parola: lo slogan.

  DAL TESTO – “Il simbolo di massa della unificata nazione tedesca, quale si formò dopo la guerra contro la Francia dal 1870-71, era e rimase l'esercito. Ogni tedesco ne andava superbo; solo sporadicamente essi riuscivano a sottrarsi all'influsso schiacciante di tale simbolo. Un pensatore che appartiene alla cultura universale, Nietzsche, percepì in quella guerra l'impulso a scrivere la sua opera principale, la Volontà di potenza: indimenticabile fu per lui lo spettacolo di uno squadrone di cavalleria. Questo accenno non è superfluo, poiché pone in evidenza quanto fosse generale per i tedeschi l'importanza dell'esercito, e come questo stesso simbolo di massa fosse attivo perfino in chi intendeva distinguersi orgogliosamente da tutto ciò che ricordava la moltitudine. Cittadini, contadini, operai, studiosi, cattolici, protestanti, bavaresi, prussiani, tutti vedevano nell'armata l'emblema della nazione. Le radici più profonde di tale simbolo, la sua origine nella foresta, sono state chiarite altrove. Foresta ed esercito per i tedeschi sono collegati nel modo più intimo, e l'una o l'altro possono essere indicati altrettanto legittimamente come simbolo di massa della nazione; da questo punto di vista essi sono assolutamente una stessa cosa.”

  L’AUTORE – Elias Canetti è nato nel 1905 a Rustschuk, in Bulgaria, da una famiglia ebraica di lingua spagnola ed è vissuto lungamente a Vienna e poi a Londra e Zurigo, dove è morto nel 1994. Nel 1981 gli è stato attribuito il Premio Nobel per la letteratura. Di Canetti sono uscite presso Adelphi anche le seguenti opere: Potere e sopravvivenza (1974), La provincia dell'uomo (1978), La lingua salvata (1980), Massa e potere (1981), Il frutto del fuoco (1982), Le voci di Marrakech (1983), La coscienza delle parole (1984), Il gioco degli occhi (1985), Il cuore segreto dell'orologio (1987), La tortura delle mosche (1993), Il Testimone auricolare (1995), La rapidità dello spirito (1996), Un regno di matite (2003) e Party sotto le bombe (2005).

  INDICE DELL’OPERA - La massa (Capovolgimento del timore d'essere toccati - Massa aperta e chiusa - La scarica - Impulso di distruzione - Lo scoppio - Senso di persecuzione - Domesticazione delle masse nelle religioni mondiali – Panico - La massa come cerchio - Le qualità della massa – Ritmo – Staticità - Lentezza o lontananza della meta - Le masse invisibili - Suddivisione secondo la dominante affettiva - Masse aizzate - Masse in fuga - Masse del divieto - Masse di rovesciamento - Masse festive - La massa doppia: uomini e donne. I vivi e i morti - La doppia massa: la guerra - Cristalli di massa - Simboli di massa) - La muta (Muta e mute - La muta di caccia - La muta di guerra - La muta del lamento - La muta di accrescimento - La comunione - La muta interna e silenziosa - La determinatezza della muta. Sua costanza storica - Mute nelle leggende ancestrali degli Aranda - Formazioni umane presso gli Aranda) - Muta e religione (Capovolgimento delle mute - Foresta e caccia presso i Lele del Kasai - La preda di guerra degli Jivaros - La danza della pioggia degli indiani Pueblo - Sulla dinamica della guerra: il primo morto. Il trionfo - L'Islam come religione della guerra - Religioni del lamento - La festa del Muharram degli Sciiti - Cattolicesimo e massa - Il fuoco sacro a Gerusalemme) - Massa e storia (Simboli di massa delle nazioni - La Germania di Versailles - Inflazione e massa - L'essenza del sistema parlamentare - Ripartizione e accrescimento. Socialismo e produzione - L'autodistruzione degli Xosa) - Gli organi del potere (Afferrare e incorporare - La mano - Sulla psicologia del mangiare) - Il sopravvissuto (Il sopravvissuto - Sopravvivenza e invulnerabilità - Sopravvivenza come passione - Il potente come sopravvissuto - La salvezza di Giuseppe Flavio - Avversione dei potenti contro i sopravvissuti. Sovrani e successori - Le forme della sopravvivenza - Il sopravvissuto nelle credenze dei popoli primitivi - Il risentimento dei morti – Epidemie - Il sentimento del cimitero - L'immortalità) - Elementi del potere (Forza e potere - Potere e velocità - Domanda e risposta - Il segreto - Sentenziare e condannare – Il potere del perdono. La grazia) - Il comando (Il comando: fuga e spina - La domesticazione del comando - Contraccolpo e angoscia del comando - Il comando a molti - Attesa di comando - Attesa di comando dei pellegrini in Arafat - Spina del comando e disciplina - Comando. Cavallo. Freccia - Evirazioni religiose: gli Scopzi - Negativismo e schizofrenia - Il capovolgimento - Il dissolvimento della spina - Comando ed esecuzione. Il boia soddisfatto - Comando e responsabilità) - La metamorfosi (Presentimento e metamorfosi presso i Boscimani - Metamorfosi di fuga. Isterismo, mania e melanconia - Accrescimento di sé e consumo di sé. La duplice forma del totem - Massa e metamorfosi nel Delirium tremens - Imitazione e simulazione - La figura e la maschera - L'antimutamento - Divieti di metamorfosi – Schiavitù) - Aspetti del potere (Le posizioni dell'uomo: il loro contenuto di potere - Il direttore d'orchestra - Gloria - L'ordine del tempo - La corte – Il trono elevabile dell'imperatore di Bisanzio – Idee di grandezza dei paralitici) - Sovranità e paranoia (Re africani - Il sultano di Delhi: Muhammad Tughlak - Il caso Schreber. Prima parte - Il caso Schreber. Seconda parte) – Epilogo. Il dissolvimento del sopravvissuto – Note – Bibliografia - Indice analitico