Res publica. Come Bruto cacciò l'ultimo re di Roma |
Andrea Carandini Res publica. Come Bruto cacciò l'ultimo re di Roma Rizzoli, pagg.190, Euro 18,90
IL LIBRO – Roma, 510 a. C. Tarquinio il Superbo, salito al trono usurpando il potere di Servio Tullio, tiranneggia il popolo, asserragliato nella dimora regia. Ha intorno la perfida Tullia, sua moglie, i fi gli e una corte di adulatori e delatori. Ogni assemblea popolare è stata soppressa e nella piazza pubblica del Foro, abbandonata, crescono le erbacce. Un uomo solo ha il coraggio di opporsi al tiranno: è Lucio Giunio Bruto, suo parente. È cresciuto alla corte del re, dopo che questi aveva sterminato la sua famiglia, e lui si era salvato fingendosi brutus, idiota. La scintilla che fa scattare la vendetta è lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto, figlio debosciato del tiranno. Bruto estrae dal petto della matrona il pugnale con cui si è uccisa, per la vergogna di essere stata violata, e su di esso giura, con il marito, il suocero e un amico, di liberare i concittadini dal giogo del Superbo. Al racconto dello stupro, il popolo di Roma si rivolta, abolisce la monarchia, affi da il governo a due consoli e ristabilisce le assemblee popolari. La Repubblica viene così fondata sulla base di un principio fondamentale: la legge è uguale per tutti. È la fine di ogni privilegio. In queste pagine, Carandini riprende la saga dei Tarquini, tracciando un affresco storico che attraverso lo studio delle fonti ricostruisce eventi, passioni e idee di uno dei momenti cruciali della storia di Roma, divenuto simbolo universale di libertà: monito valido anche nei nostri giorni, contro ogni aspirazione a un potere arbitrario o enorme. DAL TESTO – “La storia dei re costituzionali di Roma aveva portato alla tirannia come per forza di gravità: si trattava di avere un governo decisionista, non ostacolato da un'oligarchia bloccata sulla tradizione, capace di gestire penurie e guerre e di far crescere l'egemonia della città, nel Lazio e anche oltre. Ma ogni potere, quando si libera dai bilanciamenti, approda a un dominio insopportabile, e il tiranno finisce generalmente trucidato, esiliato. L’AUTORE – Andrea Carandini è autore di importantissime scoperte archeologiche tra cui le mura del Palatino e il santuario di Vesta risalenti all’VIII secolo a. C., l’epoca di Romolo. Tra i suoi libri, il monumentale La nascita di Roma (Einaudi 1997, 2a 2003), Archeologia del mito (Einaudi 2002), Remo e Romolo (Einaudi 2006) Roma. Il primo giorno (Laterza 2007) e Archeologia classica (Einaudi 2009). Nel febbraio 2009 è stato nominato presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali. INDICE DELL’OPERA - Il pendolo del potere - Un tiranno superbo - Sposare, allearsi - Splendore e supremazia - Verso l'Eldorado - Bruto, finto idiota - Pestilenza e prodigi: a Delfi! - Lo stupro di Lucrezia - Anno 509 a. C. Le gesta di Bruto - Anno 509 a. C. Le gesta di Valeria - Anni 508-506 a. C. Roma si arrende all'etrusco Porsenna - Anni 505-496 a. C. Sabini, Aurunci, Latini e Volsci - Aristodemo, il tiranno molle - Anni 495-493 a. C. La plebe in rivolta - La «cosa pubblica»: un'idea che rinasce - L'archeologo fa capolino - Elenco delle figure - Elenco delle fonti antiche – Bibliografia - Bibliografia dell'Autore
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