L'alleato Stalin Stampa E-mail

Marco Clementi

L'alleato Stalin. L'ombra sovietica sull'Italia di Togliatti e De Gasperi

Rizzoli, pagg.393, Euro 20,00

 

clementi_alleato_stalin  IL LIBRO – Dalla svolta di Salerno al dramma dei prigionieri italiani in Unione Sovietica fino alla questione di Trieste.
  Una delle pagine più controverse del Novecento in una ricostruzione inedita.
  Che ruolo ebbe Mosca nell’armistizio italiano dell’8 settembre 1943? Fu Stalin a decidere il cambio di rotta imposto da Togliatti al Pci con la svolta di Salerno dell’aprile del 1944? I documenti russi e italiani dimostrano che fu il governo guidato da Badoglio a suggerire ai sovietici questa linea d’azione.
  Stalin incoraggiò l’iniziativa ma non nutriva mire strategiche particolari nei confronti dell’Italia; era piuttosto interessato a condurre a termine la guerra nel più breve tempo possibile, anche attraverso il sostegno del movimento partigiano.
  Marco Clementi in questo libro offre una lettura inedita dei rapporti tra Italia e Russia dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla morte di Stalin, confutando la tesi secondo cui l’Unione Sovietica avrebbe utilizzato il Pci come pedina per attirare l’Italia nella propria sfera d’influenza. Grazie a un’accurata analisi delle fonti, Clementi sottolinea il ruolo fondamentale giocato dal governo Badoglio nello stabilire un rapporto privilegiato con la Russia per bilanciare il rigore imposto dal regime di occupazione angloamericana in Italia. In questa originale prospettiva, vengono riletti i massacri delle foibe, la drammatica storia dei prigionieri italiani in Unione Sovietica, la confusione del Pci sulla questione di Trieste e i tentativi di Mosca di mediare tra Italia e Jugoslavia, l’esodo istriano, il disarmo dei partigiani e le scelte strategiche del Pci fino alle elezioni del 1948, quando l’Italia si avviò con decisione verso l’alleanza atlantica.

  DAL TESTO – “Ora, in base a quanto emerge dal promemoria di Prunas del 12 gennaio 1944, è evidente come sia stato il governo italiano a suggerire a quello di Mosca non soltanto il ripristino dei contatti diretti, ma addirittura le mosse politiche e diplomatiche da compiere per ottenerlo, tanto nei confronti degli alleati quanto all'interno del paese, sfruttando le posizioni del Partito comunista. I sovietici, dopo aver valutato con attenzione l'evolversi della situazione nei due mesi successivi agli incontri ed essersi opposti, tra l'altro, a un tentativo alleato di formare un governo diverso da quello di Badoglio, giudicarono la proposta di Prunas come la più adatta al raggiungimento della stabilità politica necessaria per la conduzione della guerra in un momento particolarmente delicato per i combattimenti su scala europea (si stava per sfondare a Est il fronte dei satelliti della Germania e si era in attesa dello sbarco in Normandia). Per dare attuazione al piano coinvolsero quindi Togliatti, impegnato con Mosca in una causa comune e non mera pedina in mano al Cremlino. A confermarlo è la chiusa della Memoria di Prunas del 12 gennaio, dove questi afferma che Vyšinskij aveva ascoltato le sue argomentazioni con evidente interesse e si era fatto promotore del nuovo incontro «per averne lumi sull'eventuale modus procedendi». Lo stesso segretario del ministero degli Esteri sovietico informò che presto sarebbe rientrato a Mosca «e sarà colà in grado di studiare e attuare soluzioni concrete. Mi ricorda che vi sono nella capitale sovietica alcuni comunisti italiani intelligenti e competenti», con chiaro riferimento a Palmiro Togliatti”.

  L’AUTORE – Marco Clementi (Roma 1965) è ricercatore di Storia dell’Europa orientale presso l’Università della Calabria. Tra i suoi libri, La pazzia di Aldo Moro (Rizzoli 2006, ora in BUR), Storia delle Brigate rosse (Odradek 2007), Storia del dissenso sovietico (Odradek 2007).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - 1. L’Italia occupata - 2. La svolta di Salerno - 3. Il caso dei prigionieri italiani in Unione Sovietica - 4. La questione di Trieste - 5. La pace – Note – Bibliografia - Ringraziamenti – Indice dei nomi