Il tridente e la svastica |
Simone Attilio Bellezza Il tridente e la svastica. L'occupazione nazista in Ucraina orientale Edizioni Franco Angeli, pagg.248, Euro 27,00
IL LIBRO – La disfatta sovietica di fronte all'avanzata tedesca nell'estate del 1941 è solitamente fatta risalire alla disaffezione dei cittadini sovietici nei confronti di Stalin, del cui regime terroristico erano stati le vittime negli anni Trenta. Similmente, i nazisti non avrebbero faticato a trovare collaboratori in Ucraina, che era stata oggetto di una pesante politica di russificazione. Anche a causa dell'alleanza fra l'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini con i nazisti, lo stereotipo dell'ucraino "volenteroso carnefice di Hitler" ha goduto di grande fortuna. Questo volume analizza l'amministrazione civile nazista nel Generalbezirk Dnjepropetrowsk, la regione più orientale ad essa sottoposta, e dimostra come i collaboratori non vennero dalle fila dei perseguitati dello stalinismo, ma da quegli stessi quadri dirigenti che con il regime sovietico avevano fatto carriera e che erano passati dalla parte dei tedeschi, quando vi avevano intravisto una possibilità di sopravvivenza. Nonostante gli sforzi del Ministro dei Territori Occupati Alfred Rosenberg di operare una politica più favorevole nei confronti della nazione ucraina, la fazione più razzista dei nazisti riuscì a imporre la linea del massimo sfruttamento, perdendo così l'iniziale appoggio delle popolazioni civili. Queste, vittime dell'alienazione sociale dello stalinismo, non seppero esprimere una propria alternativa politica e l'iniziativa rimase nelle mani dei partigiani comunisti, unica minoranza attiva capace di organizzazione. DAL TESTO – “[…] assai aperta nei confronti della popolazione locale era l'organizzazione della gioventù hitleriana, Hitlerjugend, con lo scopo precipuo di allevare i giovani tedeschi dell'Ucraina ad avere un comportamento degno della propria appartenenza razziale La sezione ucraina, denominata Deutsche Jugend Ukraine, era diffusa in tutti i Generalgebiet ed era diretta in quello di Dnipropetrovs'k da Filipp Merz per la sezione maschile e da Berta Brünbauer per quella femminile. Vi potevano entrare i giovani dai 10 ai 21 anni; l'attività di "educazione" si svolgeva prevalentemente attraverso l'organizzazione di "campi" nei quali, in maniera del tutto similare a quanto avveniva in Germania, i giovani venivano irreggimentati e istruiti secondo gli ideali nazisti. L'organizzazione svolgeva anche un'opera di aiuto materiale dei membri con l'istituzione di veri e propri collegi in cui i ragazzi dai 14 ai 18 e le ragazze dai 14 ai 21 anni venivano istruiti per divenire a loro volta istruttori ed essere inviati in Germania (caso frequente specie con le ragazze). Oltre al consueto indottrinamento ideologico la Deutsche Jugend Ukraine si occupava di far svolgere molte attività sportive e di insegnare l'uso delle armi da fuoco: lo Stadtkommissar Klostermann aveva infatti ceduto gli impianti sportivi della città alla locale Hitlerjugend per l'affitto simbolico di 2000 karbovancy al mese, cosicché le organizzazioni giovanili e sportive ucraine potevano usufruirne soltanto negli orari lasciati liberi dai tedeschi, dei quali era particolarmente attiva la sezione femminile comprendente molti gruppi sportivi”. L’AUTORE – Simone Attilio Bellezza si è laureato a Torino e ha conseguito il dottorato di ricerca in storia sociale europea all'Università Ca' Foscari di Venezia. Nel 2008 è stato Shklar Fellow allo Harvard Ukrainian Research Institute e attualmente è allievo della Scuola Superiore di Studi Storici dell'Università di San Marino. INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Francesco Benvenuti – Introduzione - L'invasione e le strutture dell'amministrazione - La politica razziale e delle nazionalità - La politica economica - La politica culturale - La popolazione civile – Conclusioni - Indice dei nomi
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