Cuori tifosi |
Maurizio Martucci Cuori tifosi. Quando il calcio uccide: i morti dimenticati degli stadi italiani Sperling & Kupfer, pagg.480, Euro 18,00
IL LIBRO – Si chiamano Augusto, Giuseppe, Vincenzo, "Gabbo", Antonio, "Spagna", Celestino, "Cioffi", Stefano, Mau... I loro nomi non sono famosi, ma per le "curve" a cui appartenevano sono scolpiti nella pietra, impossibili da dimenticare. Sono martiri, sono fratelli. Per la prima volta un libro racconta le storie di decine di uomini, donne e ragazzi morti di tifo. Uccisi nell'insensata guerra fra ultras, ammazzati da stadi colpevolmente fatiscenti (ricordate l'Heysel?), morti per tragica fatalità o per eccesso di repressione da parte delle forze dell'ordine. Un viaggio che inizia quasi cento anni fa, a Viareggio, quando Augusto Morganti fu ucciso da un carabiniere, e si conclude - o, per meglio dire, si interrompe - nel 2009 con il fatale incidente di Eugenio Bortolon, precipitato da una balaustra dello stadio di Parma. Cuori tifosi è il canto di dolore di tutti gli stadi italiani, in un Paese che vive di calcio e troppo spesso, purtroppo, di calcio muore. E che, soprattutto, fatica a ricordare. DAL TESTO – “Così recitavano gli striscioni esposti dai ragazzi delle curve italiane nel 1993. «La morte è uguale per tutti!» fu un'iniziativa senza precedenti. Quella volta, senza distinzioni di appartenenza o credo calcistico, attorno a quest'immaginaria bandiera apolide si unirono trasversalmente tifosi dalle più disparate latitudini del pallone, nel nome di un martire dell'insensata violenza domenicale. L’ennesimo. Un nuovo morto nel calcio. Uno dei tanti, almeno per molti. Ma non per tutti. Certamente non per i giovani riuniti dietro quella frase. “Per il popolo mobilitato dal tifo organizzato, questa frase di sole sei parole e punto esclamativo finale non rappresentò uno slogan da scandire al vento. Non manifestò iconograficamente un concetto sterile, tanto meno un'espressione preconfezionata, come un inno ritmato seguendo il dribbling del proprio centravanti di sfondamento. No. Quella frase così umile e concisa, quei lembi di stoffa recanti all'unisono LA MORTE È UGUALE PER TUTTI! furono invero la saldatura idealtipica e il terreno di unione di una nuova generazione assiepata nelle pubbliche arene degli stadi. Fu il disperato grido d'allarme per una presa di coscienza matura e responsabile, universalmente riconosciuta sulle gradinate degli impianti sportivi, dalla serie A alle categorie minori”. L’AUTORE – Maurizio Martucci (Roma, 1973) è giornalista e scrittore. Laureato in Lettere e in Scienze e tecnologie della comunicazione, collabora con Il Tempo, Liberal, Rinascita e Supertifo ed è regolarmente ospite di trasmissioni radio e TV. È autore di numerosi saggi, fra cui Nobiltà Ultras dal 1900 (1996), 11 Novembre 2007, l'uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica (2008), Cuore tifoso (2009) sulla tragedia di Vincenzo Paparelli e Football Story, musei e mostre del calcio nel mondo (2010). INDICE DELL’OPERA - «La morte è uguale per tutti!» Introduzione - Il primo martire e la rivoluzione di Viareggio - La tragedia della folla - Una pallottola vagante e i silenzi dello Stato - Un razzo allo stadio Olimpico - Fiamme in curva Sud - Era solo un ragazzino - Il «muleto» senza colpa – Il milanista ucciso da un milanista - Il «Titanic» del calcio europeo - Calpestato nel sonno - La morte impunita del promesso sposo - Roma-Milano, solo andata - «La morte è uguale per tutti» - In fuga, giù dal treno - «Basta lame, basta infami» - Un cuore in dono - Un'ambulanza per 6.511 spettatori - Nel nome di «Mau» - Il treno dell'orrore - «Bombe e lame le usano solo gli infami» - Una vita archiviata - Semplicemente «Cioffi» - «Ciao bello!» - Delitto sull'Autostrada del Sole - Il contestatore buono - Balaustra fatale: Tardini piccolo Heysel? – Ringraziamenti – Bibliografia - Indice dei nomi
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