Lettere ad un gentiluomo su l'Inquisizione spagnuola Stampa E-mail

Joseph de Maistre

Lettere ad un gentiluomo su l'Inquisizione spagnuola

Edizioni Pizeta, pagg.85, Euro 10,00

 

demaistre_lettere.jpg  IL LIBRO - Nelle Lettere ad un gentiluomo russo su l'Inquisizione spagnuola - di cui per i tipi di Pizeta è stata recentemente ripubblicata l'edizione in italiano del 1823, redatta da un anonimo traduttore - Joseph de Maistre, con una logica stringente supportata da precise informazioni, mostra l'infondatezza delle accuse solitamente rivolte al Tribunale dell'Inquisizione in Spagna, spesso lanciate da esponenti dell'Illuminismo, mettendo invece in luce come l'operato del Tribunale potè, al contrario, evitare gravi calamità alla nazione.

 

  DAL TESTO - "Non vi accadrà di parlare dell'Inquisizione, senza incontrare in ogni testa, eccetto un piccolissimo numero di uomini istrutti, tre capitali errori piantati e ribattuti, per così esprimermi, negli spiriti, a segno che cedono appena alle più evidenti dimostrazioni. "Si crede che l'Inquisizione sia un tribunale puramente ecclesiastico: e ciò è falso. Si crede che gli ecclesiastici che seggono in questo tribunale condannino alcuni accusati alla pena di morte: ciò è falso. Il tribunale dell'Inquisizione è puramente reale: il Re designa l'Inquisitore generale, e questi dal canto suo nomina i particolari, ma coll'aggradimento del Re. Il regolamento costitutivi di questo tribunale fu nel 1484 pubblicato dal Cardinale Torquemada di concerto col Re. Gl'Inquisitori inferiori non poteano far nulla senza l'approvazione del Grande Inquisitore, né questi senza il concorso del Consiglio supremo. Questo Consiglio non è già da una Bolla pontificia costituito, in modo che vacando la carica d'Inquisitor generale, i Membri del Tribunale procedano soli non come giudici ecclesiastici, ma come giudici reali".

 

  L'AUTORE - Il conte Joseph de Maistre (1753 - 1821) nacque a Chambéry, nella Savoia, allora facente parte del Regno di Sardegna. Dal 1802 al 1817 fu ambasciatore di re Vittorio Emanuele I alla corte dello zar Alessandro I a San Pietroburgo. Diplomatico, filosofo e politico di alto livello, dopo una breve iniziale simpatia per la Rivoluzione Francese, divenne - ed è tuttora considerato - uno fra i più importanti ideologi del movimento controrivoluzionario, nonché fermo sostenitore della Restaurazione. Cattolico rigoroso, visse tuttavia (dal 1774 al 1790) un'esperienza massonica, specialmente in una loggia rivolta al pensiero tradizionalista di Louis Claude de Saint-Martin osservando, in questa corrente, la possibilità di ristabilire il Cristianesimo in Europa.

 

  INDICE DELL'OPERA - Ringraziamenti - Lettera I - Lettera II - Lettera III - Lettera IV - Lettera V - Lettera VI