La Tradizione Romana Stampa E-mail

Guido de Giorgio

La Tradizione Romana

Edizioni Mediterranee, pagg.328, Euro 15,49

 

degiorgio_tradizioneromana.jpg  IL LIBRO - La Tradizione Romana è molto di più di quel che il titolo non indichi. Per prima cosa non è un libro di storia, come comunemente s’intende; si tratta invece, secondo le parole del suo autore, di “una introduzione alla dottrina della Tradizione Romana”, vale a dire della Tradizione universale. Roma, infatti, incarna il luogo fisico e metafisico dell’incontro delle maggiori correnti spirituali antiche: il paganesimo dell’Occidente e il cristianesimo dell’Oriente. Il saggio di Guido de Giorgio, quindi, dopo la descrizione del “ciclo divino”, dopo l’illustrazione dello “spirito sacro della romanità”, si presenta nel suo originale aspetto propositivo: l’esposizione delle “linee generali di una società costituita secondo le norme di una Tradizione veramente tale”, basata sulla “armonia tra Contemplazione e Azione”. Attraverso una rettificazione che vada “dall’interno all’esterno”, sarà allora possibile la restaurazione dello spirito di Roma riprendendo il pensiero, l’aspirazione e l’ideale di Dante. Grazie al recupero di “simboli antichi” ciò potrà essere attuabile anche in un mondo che è apparente dominio della Scienza Positiva e del Numero. Uno di questi simboli è il Giano bifronte, immagine della Romanità intesa come “principio comune e potere unificatore di due tradizioni ricondotte alla loro precisa “distinzione”. La riproposta di questo “libro segreto” del pensiero tradizionale italiano, complesso ma di profonda suggestione, in un momento in cui si vanno riscoprendo “valori” di questo tipo, vuol essere anche un’opera di chiarificazione e rettificazione, forse anche “costruttiva” come riteneva cinquant’anni fa il suo stesso autore.

 

  DAL TESTO - "Nella vecchia tradizione romana abbiamo tre momenti significativi di cui il primo, così trascurato dalla storia profana, è il più importante e richiama il terzo come chiusura del ciclo: il primo è il periodo dei Re, Roma sacra, centro di sé, nel suo aspetto più profondo, quando la sua potenza era chiusa nel mistero dell'alveo tradizionale combaciante colla Tradizione Primordiale il cui simbolo artico dell'Orsa è palese nel numero sette che è quello dei Re e quello dei colli. Il simbolo bifaciale di Giano, nella divisione dell'anno compiuta da Romolo, è palese nell'opposizione dei due primi mesi di cui il primo, marzo, fu dedicato a Marte, e il secondo, aprile, fu dedicato a Venere: i Romani si dicevano figli di Marte, da parte di Romolo, e di Venere, da parte di Enea, e anche qui si scorge il simbolo bifaciale di Giano che è proprio manifesto nell'origine stessa dei Romani".

 

  L'AUTORE - Guido de Giorgio (1890-1957) è stato definito il “miglior discepolo italiano di Guénon” ed è senza dubbio uno dei rappresentanti maggiori e più “nascosti” del pensiero tradizionale nel nostro paese. Conobbe e venne apprezzato non solo da René Guénon, ma anche da Julius Evola, con i quali fu in corrispondenza. Ebbe una riconosciuta influenza su quest’ultimo, che parla di lui come “una specie di iniziato allo stato selvaggio” e ne fece conoscere “all’esterno” le idee ospitando suoi scritti Ur (1928), La Torre (1930) e Diorama filosofico (1939-1942), ora riuniti in Introduzione alla Magia e in L’Instant et l’Eternité. Prima della guerra, Guido de Giorgio scrisse la sua unica opera organica ad ampio respiro, questa La Tradizione Romana che però rimase dispersa e sconosciuta – forse in un’unica copia dattiloscritta – sino al 1973, quando venne stampata per la prima volta in una edizione a tiratura limitata.

 

  INDICE DELL'OPERA - Nota introduttiva alla seconda edizione, di Gianfranco de Turris - Avvertenza dell'Editore alla prima edizione - Prefazione, di Franco Pintore - Avvertenza dell'Autore - Parte prima. Il ciclo divino - 1. Il Silenzio - 2. I Ritmi - 3. Le Forme - 4. La Tradizione primordiale - Parte seconda. La costituzione di una società tradizionale - 1. I Sacerdoti - 2. I Guerrieri - 3. Gli Operarii - 4. Il Capo - Parte terza. Lo spirito sacro della romanità - 1. La Tradizione Romana - 2. Il simbolo bifaciale di Giano e il nome occulto di Roma - 3. L'emblema fulgurale della potenza: il Fascio Littorio - 4. L'integrazione attiva della plenitudine divina: la Croce - 5. Il Fuoco di Vesta e il segreto della trasfigurazione perenne - Parte quarta. La fascificazione dell'Europa e del mondo - 1. Il pregiudizio umano - 2. Il pregiudizio morale - 3. Il pregiudizio scientifico - 4. Il pregiudizio estetico - 5. Il pregiudizio del progresso - 6. Il pregiudizio filosofico - 7. Le aberrazioni pseudomistiche - 8. L'errore egoaltruistico e la degenerazione delle istituzioni - 9. Dante e la culminarità sacra della Tradizione Romana - Conclusione