Fascio e martello. Viaggio per le città del duce |
Antonio Pennacchi Fascio e martello. Viaggio per le città del duce Laterza, pagg.XX-342, Euro 18,00
IL LIBRO - "Una città non è semplicemente un posto dove abita della gente e dove dorme. Come le stie per i polli o i campi di concentramento. La città è il posto l'incrocio, la cerniera - dove si svolgono i traffici, gli scambi, le comunicazioni. Ed è per questo che una città non è un museo, se non è morta. Se è viva si trasforma, inevitabilmente." Così come si sono trasformate le "città del Duce", quelle innumerevoli "città di fondazione" tirate su dal regime tutte più o meno sullo stesso modello, e tutte con lo stesso intento: realizzare la rivoluzione agraria che Mussolini aveva promesso ai suoi reduci e su cui voleva fondare l'impero autarchico. Si comincia nel '28 con la bonifica delle Paludi Pontine, poi le Puglie, la Libia, il latifondo siciliano. Una vera epopea edificatrice, almeno secondo l'autore che quelle città le ha cercate, visitate, fotografate, studiate una per una arrivando a contarne ben 147. Alcune oggi sono grandi e affollate, altre desolate e spettrali. Eppure hanno molto in comune: la loro storia di "città nuove".
DAL TESTO - "Novembre 2000. Dice che nelle fogne di New York ci stanno i coccodrilli. È pieno. Un coccodrillo appresso all’altro. E bianchi. Tutti coccodrilli bianchi. Pare che tra il ’68 e i primi anni Settanta – all’epoca degli hippy – andasse di moda regalarsi coccodrilletti. S’erano stufati dei cardellini e dei criceti – «Sono buoni tutti», avranno pensato – così, quando ti invitavano a cena o a farti una fumata, tu ti presentavi con un coccodrillino che, quando è piccolo, pare non sia più lungo di una decina di centimetri. La padrona di casa ti diceva grazie e cominciava a coccolarlo: «Che caruccio». Poi però cresceva. Cominciava a farsi ingombrante. Girava per casa. Sporcava pure. E non faceva le fusa. Arrivato a una trentina di centimetri la gente si stufava: «Do’ lo metto?». Lo mettevano dentro la tazza del gabinetto e tiravano l’acqua: «Arrivederci e grazie». Ma quello non moriva. Dal gabinetto arrivava alle fogne. Cresceva, trovava gli altri e faceva razza. E così hanno riempito le fogne di New York. E sono tutti bianchi perché, dentro le fogne, non c’è luce. E si sono adattati. Come i gechi. Solo un po’ più grossi. "Ora, come tutti sanno, non è vero niente. Era una leggenda metropolitana diffusasi di bocca in bocca per tutto il mondo. E la gente ci credeva. Ci ho creduto pure io per un sacco d’anni. Ma non è vero niente: non c’è un solo coccodrillo né grande né piccolo né bianco né – tanto meno – di colore in tutte le fogne di New York. Solo zoccole, sorche e pantegane – più o meno gigantesche – come in tutte le fogne di questo mondo. Tale e quale a Latina."
L'AUTORE - Antonio Pennacchi è nato a Latina nel 1950. Operaio per quasi trent’anni di notte alla ex Fulgorcavi di Borgo Piave, ha passato gran parte della sua vita di giorno a litigare e venire espulso da partiti e sindacati - ultima la Cgil nel 1983 - dopodiché s’è rimesso a studiare e scrivere. Nel 1994 - tra un turno di notte e l’altro - la laurea in Lettere con una tesi su Benedetto Croce e la pubblicazione per Donzelli di Mammut, che in 8 anni aveva collezionato 55 rifiuti da 33 diversi editori (ad alcuni lo rispediva cambiando titolo). Seguiranno Palude e Una nuvola rossa e, con Vallecchi, L’autobus di Stalin e altri scritti. Nel 2003 per Mondadori il romanzo Il fascio comunista da cui è tratto - ma secondo lui molto male - il film Mio fratello è figlio unico e, nel 2006, i racconti Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni. Ha due figli e una nipote.
INDICE DELL'OPERA - Presentazione aggratis di Lucio Caracciolo - Premessa dell’autore - 1. La koinè dell’eucalyptus - 2. Il campanile di Aprilia - 3. Carbonia hag - 4. Segezia (ma anche e di nuovo Aprilia, Pomezia, Fertilia, Borgo Appio e Borgo Domitio) - 5. Da Segezia a Borgo Mezzanone - 6. Borgo Cervaro e Borgo Giardinetto - 7. I rurali di Littoria - 8. Guidonia e Incoronata: masseria e massoneria - 9. Arsia (ma anche Pozzo Littorio e Torviscosa) - 10. I Borghi dell’Agro Pontino. Dalla bonifica fasciocomunista alle città nuove - 11. Da Borgo Riena a Borgo Recalmigi. Il fascismo come dittatura del proletariato - 12. Che cos’è una città di fondazione. Quante e quali sono – e quali no – le Città del Duce - Inventario delle nuove fondazioni in Italia a cavallo degli anni Trenta – Note - Referenze iconografiche - Indice dei nomi e dei luoghi - Storia del testo |