Perché la mafia ha vinto. Classi dirigenti e lotta alla mafia nell'Italia unita (1861-2008) Stampa E-mail

Nicola Tranfaglia

Perché la mafia ha vinto. Classi dirigenti e lotta alla mafia nell'Italia unita (1861-2008)

Utet, pagg.XXIV-170, Euro 15,00

 

tranfaglia_mafia.jpg  IL LIBRO - A prima vista il titolo di questo libro è l'amara constatazione di chi ha seguito, nell'ultimo trentennio, la lotta che le classi dirigenti italiane hanno condotto contro l'espansione del fenomeno mafioso nel Mezzogiorno e nell'Italia intera. C'è stata, in questo periodo, un'oscillazione tra accantonamento della questione mafiosa e di tanto in tanto una stretta repressiva. Ma non si è tenuto conto che la mafia non è un episodio di delinquenza bensì un fenomeno sociale ed economico che si può sconfiggere soltanto se matura una nuova mentalità collettiva e si risolvono i problemi strutturali delle regioni meridionali. Fino a quando si pensa che, con la pur necessaria repressione di polizia e della magistratura, si possa vincere la mafia, si corre il rischio, ormai evidente, che sia la mafia a vincere il confronto, consolidando ed allargando il proprio potere reale. Ed è quello che accade oggi nel nostro paese.

 

  DAL TESTO - "Lo scontro con la mafia ci fu ma si può parlare, al massimo, di una vittoria parziale giacché l'attitudine repressiva propria di un regime dittatoriale portò a una sorta di relativa «pax mafiosa» e a un indebolimento dell'azione delle associazioni mafiose in quel periodo ma non a una vera sconfitta sia perché, come lo stesso Lupo riconosce in altre pagine del suo libro, fatti e azioni della mafia, pur coperti dalla censura della stampa e dalla segretezza dei processi penali sono stati registrati in quegli anni a livello giudiziario sia perché agrari e gabellotti, pur con l'insopportabile clima politico del tempo, continuarono ad agire. "E soprattutto perché la cultura mafiosa non venne messa in discussione né accantonata tra i grandi proprietari come tra i «facinorosi della classe media» di cui aveva parlato Franchetti. Proprio questa situazione rese possibile il ritorno, altrimenti inspiegabile della mafia negli anni cruciali del passaggio dalla ditttaura alla repubblica negli anni Trenta, come in modo più aperto e clamoroso, negli anni Quaranta".

 

  L'AUTORE - Nicola Tranfaglia, nato a Napoli è professore emerito di Storia dell’Europa nell’Università di Torino e deputato della Repubblica. È autore di studi su liberalismo, fascismo e antifascismo, la mafia, i terrorismi, i mezzi di comunicazione, l’editoria, il pensiero politico moderno e contemporaneo. Tra i suoi ultimi libri: Fascismi e modernizzazione in Europa (2004), La stampa del regime (2005).

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Gian Carlo Caselli - Capitolo 1. Classi dirigenti e associazioni mafiose dall'Unità alla nascita della repubblica (1861-1947) - Capitolo 2. Dal fascismo alla repubblica - Capitolo 3. Il primo quarantennio repubblicano (1947-1989) - Capitolo 4. Le stragi politico-mafiose degli anni Novanta e l'ultimo decennio - Capitolo 5. Mafia e politica: le ragioni di fondo - Indice dei nomi