Imperator. L'ultimo eroe di Roma antica |
Giulio Castelli Imperator. L'ultimo eroe di Roma antica Newton & Compton, pagg.584, Euro 9,90
IL LIBRO - C'è stato un tempo in cui i vessilli di Roma sfidavano il vento annunciando al mondo intero l'avvento di un dominio immortale. Ora quel tempo è finito e i confini della città eterna sono stati oltraggiati da torme di barbari a cavallo, uomini disposti a tutto pur di allargare i territori soggetti alla loro giurisdizione. In un Impero ormai disgregato e corrotto, tra le immagini lascive di feste decadenti e storie di ordinaria corruzione, si staglia la figura di Giulio Valerio Maggioriano, pronto a consacrare la sua intera esistenza al riscatto di Roma. Imperator per acclamazione e quasi contro la sua stessa volontà, Giulio Valerio Maggioriano dovrà lottare contro i sussulti di un'epoca malvagia. Intorno a lui, amici, nemici o infidi cospiratori, ci sono alcuni tra i più grandi personaggi del V secolo d.C.: l'ambigua Galla Placidia, il prode Ezio, il feroce Attila, l'astuto Genserico, il potente papa Leone Magno, la seducente Licinia Eudoxia. Scelto da Roma e dal destino, Giulio Valerio Maggioriano sarà chiamato a condurre una battaglia senza esclusione di colpi. Una lotta all'ultimo sangue combattuta nel cuore dell'Impero, in un romanzo capace di fondere la passione della letteratura con il rigore della storia.
DAL TESTO - "Asterio fu fortunato. I giochi di novembre vennero annullati per la morte dell'imperatrice madre. Aveva già dilapidato una fortuna (anche se il denaro era in gran parte mio), ma evitò i costi delle giornate di gara che sono quelli più elevati. Poi arrivò improvvisamente il freddo e ben presto fu chiaro a tutti che la carestia incombeva su Roma. I mendicanti si raccoglievano sotto i colonnati dei templi, spaccavano il legno ormai marcito delle porte per accendere fuochi. Il colossale tempio di Serapide, sul Quirinale, era diventato un bivacco di poveri, molti dei quali erano profughi dall'Africa che non avevano trovato dove alloggiare. C'erano prostitute macilente che, appoggiate alle colonne alte più di cinquanta piedi, sembravano formiche. Dentro c'era fetore di orina, escrementi, mucchi di paglia, cani randagi che ringhiavano verso quei disgraziati e sembrava che animale e uomini si guatassero pronti a divorarsi gli uni con gli altri".
L'AUTORE - Giulio Castelli, romano, è cultore e studioso di storia medievale e tardoantica. Giornalista professionista, ha coordinato i servizi culturali di due quotidiani e ha condotto trasmissioni radiofoniche. Narratore e saggista, tra le sue pubblicazioni il romanzo Il fascistibile e il pamphlet Il leviatano negligente. |