La via del labirinto. Ricordi d'Oriente e d'Occidente |
Alain Daniélou La via del labirinto. Ricordi d'Oriente e d'Occidente Casadeilibri, pagg.400, Euro 25,00
IL LIBRO - Dopo un ‘infanzia austera passata in Bretagna all’ombra di una madre fervente catolica che créo l’Istituto per l’istruzione della giovane Sainte Marie, Alain Daniélou si lancia anima e corpo negli ambienti avanguardisti parigini degli anni’30. Studia danza con Legat, il maestro di Nijinski, canto con Charles Panzera e diventa amico, tra gli altri, di Cocteau e Jean Marais. Molto presto, pero, l’Europa non riesce più a soddisfare le su aspirazioni più profonde. Comincia cosi una vita di nomade : sarà quindi la volta dell’Africa d’Henry de Monfreid, dei bassifondi di Pechino, ma anche degli Stati Uniti e di Hollywood. In India il giovane artista, assetato di vita e di conoscenza, viene accolto da Rabindranath Tagore. Questo primo viggio sarà come un incantesimo : affascinato da questo paese, virimarrà per più di vent’anni come ricercatore all’ Universita di Benares. In India Alain Daniélou diviene indù shivaita, un paradosso per il figlio di un ministro anticlericale , il fratello di un futuro cardinale. Si consacra alla musica tradizionale, studia filosofia, sanscrito e hindi negli ambienti più ortodossi della città santa, pratica lo yoga e viene iniziato allo shivaismo, assumendo il nome di di Shiva Sharan (il protetto di Shiva). La sua adesione all'ortodossia indù non è però un atto di fede e non è priva di contraddizioni: Daniélou tollera poco ogni sorta di costrizione. I tempi cambiano: dopo aver simpatizzato per gli indipendentisti, a stretto contatto con la famiglia Nehru, rientra in Europa nel 1958, deciso a far conoscere all'Occidente il vero volto dell'India tradizionale. Straordinaria è stata la produzione intellettuale di Daniélou: opere di saggistica, romanzi, traduzioni, musica, pittura, perfino la creazione di uno strumento musicale. Raffinato musicologo, è grazie alla sua iniziativa che abbiamo potuto conoscere e apprezzare la musica tradizionale dei popoli di tutto il mondo.
DAL TESTO - "L'opera di Guénon era totalmente sconosciuta in India, ma il suo pensiero era, a grandi linee, fondamentalmente in accordo con le idee generali della tradizione indù, anche se nella forma e nell'espressione se ne allontanò a poco a poco. Guénon resta tutt'ora il miglior punto di partenza per comprendere l'atteggiamento indù nei confronti del mondo. Le concezioni di Guénon interessavano i letterati indù. Io diedi il mio apporto positivo presentando in parte l'opera di Guénon e questo facilitò i miei rapporti con i grandi letterati. Tradussi perciò in hindi e pubblicai su Siddhanta numerosi passaggi dei suoi scritti, che diedero luogo a discussioni interessanti e commenti dotti, in merito ai quali ebbi un lungo scambio di lettere con lo stesso Guénon. Egli mi inviò parecchi suoi discepoli che si interessavano alle teorie indù sul suono, il linguaggio e la musica. Mi propose anche di recarmi al Cairo. Ma quel viggio fu rinviato tante volte per varie ragioni e, purtroppo, René Guénon morì prima che potessi incontrarlo. E' deplorevole che un uomo di così eccezionale valore non abbia potuto, nonostante una tale eccellente preparazione, essere introdotto alla tradizione esoterica dell'India, inaccessibile senza una perfetta conoscenza delle lingue indiane. Ciò non toglie comunque nulla al valore della sua opera e della direzione che ha saputo dare per avvicinarsi alla storia del pensiero umano e delle sue sorgenti".
L'AUTORE - Alain Daniélou (Neuilly-sur-Seine, 4 ottobre 1907 – Lonay, 27 gennaio 1994) è stato uno storico francese. Studioso della storia della musica, grande esperto della storia dell'India, è stato uno dei più noti adepti occidentali dello Śivaismo. Figlio di una fervente cattolica e di un politico bretone anticlericale, di salute cagionevole, trascorre l’infanzia in campagna tra la biblioteca paterna e il pianoforte. Fin da giovanissimo si interessa di musica e pittura. Compie gli studi universitari in America lavorando anche come pianista nei cinematografi per accompagnare i film muti. Tornato in Francia, studia composizione, canto e danza classica. Affascinato dai Paesi esotici, comincia una serie di viaggi nel Maghreb, in Medio Oriente, India, Indonesia, Cina e Giappone. Stabilitosi in India per quindici anni, studia filosofia, musica e sanscrito nelle scuole tradizionali locali. Viene iniziato all'Induismo, impara a suonare la vina e adotta l'hindi come lingua quotidiana. Partecipa attivamente alla vita politica e alla lotta per l'indipendenza indiana diventando membro del Partito tradizionalista hindu. Diventa docente all'università hindu di Benares, poi passa a dirigere un'importante biblioteca di manoscritti sanscriti a Madras. Nell’ultima fase della sua vita, torna in Europa per compiere studi comparati sulla musica prima a Berlino e poi a Venezia. Tra le molte opere di Daniélou si segnalano gli studi sullo Yoga e la storia e la cultura indiana in genere.
INDICE DELL'OPERA - Prologo - 1. La scoperta del divino - 2. Anni di fanciullezza - 3. Le arti - 4. La scoperta del mondo - 5. Primi contatti con l'India - 6. Intermezzi - 7. Viaggi - 8. La vita in India - 9. Lontano dai conflitti - 10. L'India politica - 11. Incontri - 12. L'India del Sud - 13. Ritorno in Occidente - 14. Il messaggio dell'India - 15. Qualche personaggio - 16. Berlino - 17. Paesaggi musicali - 18. Venezia - 19. Il mondo occidentale visto da un Indù - 20. Bilancio - 21. Nuove avventure - 22. Scomparse - 23. La scelta del libero arbitrio - Bibliografia italiana di Alain Daniélou - Indice parziale dei nomi - Indice delle immagini |