Massimo Vassallo
Storia della Bielorussia Da Rahvalod di Polack a Lukašenka
Golem Edizioni, pagg.528, € 28,00
"Storia della Bielorussia. Da Rahvalod di Polack a Lukašenka" di Massimo Vassallo è un'opera monumentale che offre al lettore una panoramica approfondita e articolata della storia di uno dei Paesi più enigmatici e meno studiati dell'Europa orientale. La trattazione proposta da Vassallo non solo colma una lacuna storiografica, ma costituisce un punto di partenza fondamentale per future ricerche sulla Bielorussia, una nazione che, pur avendo avuto un ruolo significativo nel panorama politico ed etnico dell'Europa orientale, è stata spesso ignorata o marginalizzata negli studi storici occidentali.
L'opera si distingue per il suo approccio rigoroso e analitico, che esamina la storia bielorussa non solo attraverso le consuete lenti politiche, ma anche considerando gli aspetti linguistici, etnici e culturali che hanno definito l'evoluzione del Paese. Vassallo si concentra in particolare sulla genesi della nazionalità bielorussa, un processo storico che, come il titolo suggerisce, ha radici antiche, che affondano le proprie origini già nell'epoca medievale con la fondazione di Rahvalod di Polack, fino ad arrivare ai travagliati eventi del XX secolo che hanno visto la Bielorussia emergere come entità statale indipendente dopo il collasso dell'Unione Sovietica. La sua capacità di mettere in luce le difficoltà e le contraddizioni nel processo di definizione dell'identità bielorussa, un'identità fragile, plurietnica e talvolta frammentata, rappresenta uno degli aspetti più rilevanti dell'opera.
Vassallo, infatti, non si limita a fornire una mera cronaca degli eventi storici, ma si immerge nelle dinamiche più profonde che hanno influenzato la formazione della Bielorussia moderna, analizzando la sua evoluzione come spazio geopolitico e come entità culturale. L'attenzione ai dettagli, come la mappatura dei toponimi nelle lingue dell'area, evidenzia l'intreccio complesso di influssi etnici e culturali che hanno caratterizzato il territorio bielorusso, un "territorio di confine" segnato dalla continua interazione tra popoli e culture diverse. Il lettore non può fare a meno di riconoscere il valore di questo approccio multidimensionale che integra storia politica, linguistica e sociale, restituendo una visione sfaccettata di un Paese che ha visto il passaggio da un'occupazione straniera all'altro, fino all'affermazione della sua indipendenza.
Il libro si sviluppa lungo un arco temporale che va dalla preistoria alla contemporaneità, offrendo una visione d'insieme della storia bielorussa che permette di comprendere le radici profonde delle sue sfide politiche ed etniche. La ricostruzione storica inizia con un'accurata panoramica delle origini preistoriche del territorio bielorusso, per poi seguire l'evoluzione delle sue popolazioni, delle sue città e dei suoi assetti statali attraverso le diverse fasi della storia europea. Vassallo dedica ampio spazio al periodo medievale, in cui si sviluppano i primi nuclei di una cultura e di un'identità bielorussa, con il primo riferimento significativo alla città di Polack, il cui nome è simbolico per l'intero processo di formazione del Paese. Tuttavia, è nei secoli successivi che, attraverso il passaggio dalla Grande Russia al dominio polacco e poi a quello imperiale russo, la Bielorussia assume la sua configurazione geopolitica moderna.
Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la sua capacità di legare la storia medievale e moderna del Paese con le trasformazioni politiche del XX secolo, culminando nella difficoltà del Paese di raggiungere una vera e propria stabilità politica e culturale. Vassallo non risparmia riflessioni sulle turbolenze degli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, quando la Bielorussia, pur dichiarandosi indipendente, rimane sotto il giogo dell'influenza sovietica. In particolare, il capitolo finale del libro, che affronta l'era contemporanea e la figura di Aleksandr Lukasenka, offre una visione critica del difficile percorso verso la democrazia e la sovranità del Paese, trattando temi come la repressione politica, le sfide economiche e l'instabilità interna.
Un elemento distintivo dell'opera di Vassallo è l'attenzione dedicata agli aspetti linguistici e culturali della Bielorussia, un Paese dove la lingua bielorussa, pur essendo la lingua ufficiale, è stata a lungo marginalizzata in favore del russo. L'autore esplora le complesse dinamiche linguistiche e culturali che hanno influito sulla percezione della propria identità nazionale, sia all'interno del Paese sia nei confronti dei vicini. La riflessione sulla lingua bielorussa e sul suo ruolo nel processo di definizione della nazionalità è, dunque, centrale per comprendere l'intero quadro storico-politico del Paese. Vassallo non si limita a esaminare le parole e le espressioni, ma le mette in relazione con la più ampia questione della memoria collettiva, delle tradizioni e delle radici storiche.
Il libro, inoltre, esplora la pluralità etnica della Bielorussia, un Paese caratterizzato da una varietà di gruppi linguistici e culturali, tra cui russi, polacchi, ebraici e ucraini. Questa pluralità, che spesso ha rappresentato un elemento di coesione, ha anche costituito una fonte di tensione politica e sociale, come evidenziato nelle riflessioni di Vassallo sui periodi di conflitto e le politiche di assimilazione culturale promosse sia dal governo imperiale russo sia dal regime sovietico.
Questa "Storia della Bielorussia" è un'opera fondamentale per chi desidera comprendere la storia, la cultura e la politica della Bielorussia, nonché per chi intende approfondire gli studi sull'Europa orientale post-sovietica. La ricerca di Vassallo si distingue per la sua ricchezza di dati, la sua capacità di collegare eventi storici lontani tra loro e il suo approccio multidisciplinare che integra storia politica, linguistica e cultura. Questo lavoro si propone come un punto di riferimento imprescindibile per studiosi, ricercatori e lettori interessati alla storia della Bielorussia, fornendo una visione lucida e ben documentata di un Paese che ha sempre giocato un ruolo cruciale nella geopolitica dell'Europa orientale.
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