Ernesto Galli Della Loggia
Una Capitale per l'Italia Per un racconto della Roma fascista
il Mulino, pagg.240, € 16,00
Questo volume di Ernesto Galli della Loggia si propone come una riflessione critica e articolata sulla città di Roma durante il Regime fascista, esplorandone non solo gli aspetti urbanistici e monumentali, ma anche le profonde interconnessioni con la cultura, la società e la politica del periodo. L'autore, professore emerito di Storia contemporanea, ci invita a guardare alla Roma fascista come a un laboratorio in cui le ideologie e le pratiche del Regime si intrecciano con i più ampi fenomeni del Novecento, dando vita a una nuova e complessa dimensione sociale e culturale.
Galli della Loggia intraprende un percorso di ricerca che va oltre la consueta rappresentazione della Roma fascista come una mera "vetrina" di crimini urbanistici e archeologici, temi che sono stati trattati in passato con un approccio principalmente negativo. L'autore ci sfida a considerare la città in modo più sfaccettato, cogliendo le contraddizioni del fascismo e del suo rapporto con la modernità. La Roma del Duce non è solo il luogo dove si ergevano le colonne e i monumenti che celebravano il potere del Regime, ma è anche la scena di una trasformazione radicale della società italiana, una città che divenne il centro del nuovo ordine fascista, ma che, al contempo, accoglieva in sé il fermento delle grandi correnti culturali e artistiche del Novecento.
Galli della Loggia si sofferma su come la Roma fascista, con le sue piazze, i suoi stadi, i suoi palazzi e le sue periferie, sia stata il palcoscenico privilegiato di un regime che cercava di imporsi anche mediante un processo di costruzione ideologica e culturale. La città, dunque, non solo come capitale politica, ma anche come laboratorio di una nuova società, destinata a esercitare un'influenza determinante anche sulla futura Italia democratica.
Il testo è una riflessione sulla "modernità fascista", intesa come un insieme di pratiche e ideologie che si interfacciavano con le istanze della modernità. La costruzione di Roma come simbolo del Regime fascista non fu, dunque, solo una questione di estetica politica, ma anche un tentativo di promuovere una visione del mondo che intrecciava aspetti ideologici, estetici e sociali. Questo approccio multidisciplinare consente a Galli della Loggia di illuminare aspetti meno noti e di interrogarsi sulle reali intenzioni e sugli esiti di una politica che, pur intrisa di nazionalismo e di aspirazioni imperialiste, aveva anche come obiettivo la creazione di una nuova classe borghese che avrebbe rappresentato il futuro del Paese.
Un elemento di grande interesse nel libro è la capacità dell'autore di tracciare i legami tra la politica del Regime fascista e le correnti artistiche e culturali del tempo. Galli della Loggia mostra come il fascismo abbia cercato di costruire una propria visione del mondo anche attraverso il cinema, la letteratura, l'architettura e l'arte. In questo senso, Roma si presenta come un crocevia di interessi e tensioni, in cui il fascismo non solo imponeva la propria ideologia, ma cercava anche di assorbire le dinamiche culturali che attraversavano l'Italia e l'Europa.
Un altro aspetto che emerge con forza dalle pagine del libro è la contraddizione insita nella città di Roma sotto il Regime fascista. Galli della Loggia tenta di comprendere la complessità di una realtà che ospitava gli inizi di un cambiamento culturale che sarebbe stato cruciale per la società italiana nel dopoguerra. L'autore ci propone una visione dinamica, in cui la città è anche un luogo di scontri, di ambiguità e di trasformazioni che sarebbero state decisive nel lungo periodo.
Il libro si rivela una lettura utile per omprendere non solo il fascismo come sistema politico, ma anche le sue radici culturali e sociali. Galli della Loggia riesce a penetrare nel cuore della Roma fascista, offrendo una prospettiva originale che integra la storia urbana con quella delle idee e delle trasformazioni sociali.
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