Leo Strauss
La filosofia politica di Hobbes Il suo fondamento e la sua genesi a cura di Carlo Altini
Edizioni ETS, pagg.248, € 25,00
L'opera di Leo Strauss intitolata "La filosofia politica di Hobbes. Il suo fondamento e la sua genesi", tradotta in italiano e curata da Carlo Altini, costituisce un contributo fondamentale per la comprensione dell'opera di Thomas Hobbes e del suo impatto sulla filosofia politica moderna. Pubblicato nel 1936 a Oxford con il titolo "The Political Philosophy of Hobbes", il saggio di Strauss ha avuto una straordinaria influenza negli studi su Hobbes e continua a rappresentare un testo irrinunciabile per approfondire le radici e l'evoluzione del pensiero politico moderno.
Strauss affronta il pensiero di Hobbes ponendo due interrogativi centrali che attraversano l'intera sua riflessione filosofica: qual è il fondamento della filosofia politica di Hobbes? È da ricercarsi nella nuova scienza fisica galileiana, che trasforma la concezione dell'uomo e della natura, oppure si radica in un'idea di moralità individualista che esprime una visione soggettiva e utilitarista della vita politica? Questi interrogativi, pur nella loro apparentemente semplice formulazione, si rivelano complessi e sfaccettati, conducendo il lettore ad un'analisi profonda della relazione tra scienza, politica e morale nella concezione hobbesiana.
Un punto nodale del saggio di Strauss è l'analisi della "cesura radicale" tra Hobbes e il pensiero premoderno, un tema che attraversa l'intero panorama della filosofia politica moderna. Strauss considera Hobbes come il fondatore di una nuova epoca, quella della modernità, che si distacca in modo netto dalla tradizione classica e medievale, caratterizzata da una visione della politica legata ai concetti di bene e virtù. Per Hobbes, invece, l'individuo è concepito in termini puramente utilitaristici, e la politica nasce dal contratto sociale, un'idea che segna una profonda discontinuità con il pensiero aristotelico e tomista. In quest'ottica, Strauss ci invita a leggere Hobbes non solo come un teorico della sovranità assoluta, ma come un pensatore che ha posto le basi per la ridefinizione dei concetti di diritto, libertà e moralità nel mondo moderno.
Strauss non si limita a un'analisi storico-filosofica del pensiero di Hobbes, ma intreccia la lettura con una raffinata filologia e una critica alla modernità, evidenziando come il pensiero hobbesiano emerga come una reazione e una risposta alle tensioni politiche, culturali e scientifiche della sua epoca. Questa prospettiva consente a Strauss di proporre una lettura innovativa, che va al di là della semplice interpretazione del Leviathan come opera di giustificazione della tirannia, ma che lo coglie nella sua dimensione profonda di rottura con le concezioni premoderne dell'uomo e della politica.
L'analisi straussiana è arricchita dal confronto con il pensiero antico, in particolare con Platone e Aristotele, ma anche con la filosofia della Torah e la filosofia medievale, alla quale Hobbes si oppone decisamente. In tal modo, Strauss non si limita a decodificare la filosofia di Hobbes, ma ne coglie anche le implicazioni più ampie per la filosofia politica moderna, e in particolare per la nascita di un nuovo "continente morale" fondato sui diritti individuali, destinato a evolversi in forme di relativismo e nichilismo che segnano la contemporaneità.
Strauss non esita a tracciare una critica radicale alla modernità, intesa come una condizione storica in cui i fondamenti etici e politici tradizionali sono stati erosi a favore di un individualismo estremo, che ha trasformato il concetto di diritto in un concetto puramente soggettivo. Questa lettura straussiana, che vede Hobbes come uno degli architetti principali della modernità, non è priva di implicazioni per la comprensione delle crisi politiche, sociali e morali che attraversano la società contemporanea. Secondo Strauss, l'abbandono dei modelli classici fondati sul bene e sulla virtù ha condotto a una condizione di incertezza etica che sfocia nel relativismo morale e nel nichilismo.
La diagnosi che Strauss fa della modernità è pertanto ambivalente: da un lato, il pensiero di Hobbes rappresenta una grande innovazione, che permette di pensare la politica e la filosofia morale in termini nuovi, ma dall'altro, questa stessa innovazione porta con sé delle contraddizioni che, se non controllate, possono sfociare in pericoli esistenziali e politici.
L'edizione italiana curata da Carlo Altini risponde a un'esigenza fondamentale, quella di rendere accessibile a un pubblico più ampio il lavoro di Strauss, la cui influenza rimane centrale negli studi di filosofia politica. Il curatore, noto per i suoi studi sulla filosofia politica, fornisce un'accurata traduzione che conserva la profondità e la complessità del pensiero straussiano, accompagnata da note esplicative che aiutano il lettore a orientarsi nei molteplici riferimenti storici, filosofici e scientifici del testo. Altini contestualizza le riflessioni di Strauss, offrendo così una chiave di lettura aggiornata e pertinente per il pubblico italiano.
L'opera va ben oltre una semplice ricostruzione della filosofia politica di Hobbes. È una riflessione profonda e critica sulla modernità, che evidenzia le tensioni e le contraddizioni insite nel pensiero del filosofo inglese e nel suo impatto sulla filosofia politica successiva.
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