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Italia contemporanea 305/2024
Franco Angeli, pagg.320, € 48,00
Il fascicolo 305/2024 della rivista *Italia contemporanea*, pubblicata dall'Istituto Nazionale Ferruccio Parri, offre una lettura ricca e articolata dei temi centrali della storia e della cultura italiane, con un focus particolare sul fumetto come mezzo di espressione culturale e politica nell'Italia del dopoguerra, e su altre dimensioni significative della storia repubblicana, tra cui il sistema marittimo, il lavoro portuale e l'economia del mare. L'approfondimento dei vari temi, unito alla qualità dei contributi, rende questo numero un prezioso strumento di analisi e riflessione.
Il primo tema che emerge in modo preponderante è quello del fumetto nell'Italia contemporanea. L'analisi di Simona Troilo, "Il fumetto italiano dal secondo dopoguerra a oggi. Linguaggi, immaginari, istanze politiche", è un excursus illuminante sulle trasformazioni del fumetto italiano, dalla sua evoluzione come intrattenimento popolare al suo impegno politico e sociale. Troilo esplora la capacità del fumetto di rispecchiare i cambiamenti della società italiana, raccontando come, negli anni, abbia saputo assorbire e riflettere le tensioni politiche, le dinamiche sociali e le evoluzioni estetiche, diventando un veicolo importante di discussione e cambiamento. Il contributo è una sintesi esaustiva dei principali periodi e dei fumetti più significativi, con uno sguardo critico alle interazioni tra linguaggio visivo e contenuti ideologici.
Giulio Argenio, nel contributo intitolato "Nella scienza non ci debbono essere invidie", prosegue il discorso analizzando il ruolo del fumetto nei periodici per l'infanzia degli anni Cinquanta, un decennio caratterizzato da un forte impegno pedagogico e morale, in cui il fumetto non solo intratteneva, ma anche formava ed educava le giovani generazioni. Il saggio di Argenio indaga come il fumetto fosse utilizzato per trasmettere valori civici e ideologici, ma anche per mediare tra le istanze culturali dominanti e quelle emergenti, in un contesto storico in cui l'Italia stava cercando di definire la propria identità post-bellica.
Un altro intervento di rilievo è quello di Paola Stelliferi, "Per le masse o per le avanguardie intellettuali: il fumetto politico tra "Linus" e "Lotta continua" (1965-1979)", che esplora la funzione del fumetto come strumento di impegno politico e di comunicazione ideologica. Il lavoro di Stelliferi si concentra sul periodo che va dagli anni Sessanta agli anni Settanta, quando il fumetto italiano si distingue per la sua funzione di critica sociale e di sostegno alla contestazione, utilizzando sia il linguaggio dell'avanguardia sia quello della cultura popolare. La dialettica tra il fumetto "per le masse" e quello "per le avanguardie" viene trattata con grande attenzione alle sfumature storiche e alle trasformazioni delle percezioni culturali in quegli anni cruciali.
Andrea Sangiovanni, in "Dovrò disfarmi di questa infinita fanciullezza: il fumetto italiano negli anni Ottanta", analizza l'evoluzione del fumetto negli anni Ottanta, un periodo segnato da un cambiamento profondo nelle tendenze culturali e nelle aspettative del pubblico. Sangiovanni pone in rielivo come il fumetto, nel contesto di una maggiore affermazione delle identità individuali e delle subculture, iniziò a emanciparsi dalle tradizionali aspettative pedagogiche e politiche, riflettendo le nuove esigenze estetiche, narrazione e linguaggi emergenti.
Francesco Casales, con il contributo "Prove tecniche di risignificazione. La semantica dell'antirazzismo nei fumetti di Sergio Bonelli Editore (2007-2016)", fornisce un'analisi delle produzioni contemporanee della Sergio Bonelli Editore, evidenziando come il fumetto possa assumere una funzione di denuncia sociale e culturale, affrontando tematiche come il razzismo e l'esclusione. Casales offre una lettura critica delle scelte stilistiche e narrative che rendono i fumetti di Bonelli un esempio di come la cultura popolare possa evolversi e affrontare sfide etiche e politiche contemporanee.
Il fascicolo prosegue con una sezione dedicata a "La Repubblica e il mare", un tema che si rivela particolarmente interessante per comprendere le sfide e le prospettive legate alla geografia e all'economia del Paese. Fabio De Ninno apre il discorso con il suo saggio sull'evoluzione della sicurezza marittima in Italia, offrendo una riflessione sulle politiche statali in relazione alle dinamiche geopolitiche e ai cambiamenti globali. Le sue osservazioni portano alla luce come, nel contesto della Repubblica italiana, la gestione del mare abbia svolto un ruolo cruciale non solo nella sicurezza nazionale, ma anche nello sviluppo delle infrastrutture portuali e commerciali.
Giulio Mellinato, nel saggio "Le dimensioni del sistema marittimo italiano", si concentra sul sistema portuale e sulle sue evoluzioni. Lo studio esamina le infrastrutture marittime come risorse economiche fondamentali per l'Italia, mettendo in rilievo l'importanza dei porti sia come hub commerciali sia come simboli della connessione del paese con il resto del mondo.
Il lavoro di Roberto Giulianelli, "Il lavoro portuale in età repubblicana", offre invece una riflessione sociologica e storica sulle trasformazioni del lavoro portuale nell'Italia del dopoguerra, analizzando come il settore si sia adattato alle mutevoli condizioni economiche e sociali del Paese.
Patrizia Battilani, con il saggio sul turismo e l'economia del mare, arricchisce la discussione, approfondendo il rapporto tra la crescita del turismo marittimo e lo sviluppo dell'economia italiana nel periodo repubblicano. Battilani esplora come il turismo abbia contribuito a ridefinire il paesaggio economico italiano, ponendo particolare attenzione agli anni del boom economico e alla successiva evoluzione del settore.
L'approfondimento di Deborah Paci sulla "guerra del pesce" nel Canale di Sicilia, infine, esamina il conflitto tra Italia e Tunisia degli anni Cinquanta, offrendo uno spunto interessante sulle dinamiche geopolitiche e sulle questioni di sovranità e controllo marittimo.
Nel complesso, questo fascicolo rappresenta un'ottima sintesi di tematiche cruciali per la comprensione della storia e della cultura italiana, dalla seconda metà del Novecento fino agli sviluppi contemporanei. L'analisi del fumetto, sia come espressione culturale sia come strumento di impegno politico, si affianca a una riflessione profonda sul ruolo del mare e delle politiche marittime in Italia. I contributi offrono una varietà di spunti di riflessione che invogliano a una lettura approfondita e a un'ulteriore esplorazione delle complesse dinamiche sociali, politiche e culturali che hanno segnato l'Italia contemporanea. |