Andrew J. Bayliss
Gli Spartani
il Mulino, pagg.160, € 15,00
Andrew J. Bayliss, storico di grande rilievo nel campo della storia greca, affronta un'impresa audace e fondamentale con il suo volume *Gli Spartani*. In questo libro, l'autore si propone di rispondere ad alcune delle domande più persistenti sulla società spartana, che ancora oggi affascina, e al contempo inquieta, il pubblico. Il volume offre una disamina completa, un'indagine che spazia dallo stile di vita spartano all'educazione, dalla condizione delle donne al trattamento degli Iloti, fino ad arrivare alla violenza e alle pratiche militari. Bayliss, che insegna Storia greca all'Università di Birmingham, ci guida attraverso una narrazione in cui si intrecciano scoperte storiche e interpretazioni nuove, ripercorrendo non solo gli eventi ma anche il fascino e il potere simbolico che Sparta esercita ancora oggi.
Bayliss si confronta innanzitutto con la lunga tradizione di miti e stereotipi che circondano Sparta. La città-stato greca, che ha ispirato una vasta gamma di interpretazioni nel corso dei secoli, è stata spesso vista come l'epitome della disciplina, della durezza e della brutalità, ma anche come un esempio di virtù civiche, patriottismo e ordine sociale. Dalle antiche fonti letterarie ai più recenti studi storici, la visione di Sparta è stata frequentemente rielaborata, adattata alle esigenze ideologiche di ciascun periodo storico. In quest'opera, Bayliss non si limita a ribadire questi stereotipi, ma li mette in discussione, proponendo una ricostruzione storica più equilibrata e articolata.
Un elemento di grande interesse del libro è proprio la capacità dell'autore di sfatare alcuni dei miti più duraturi. La tradizionale immagine della Sparta come una macchina da guerra implacabile e senza pietà, per esempio, è presentata in una visione più sfumata, che contempla anche le dinamiche interne e la cultura di questa comunità, con i suoi valori e contraddizioni.
Bayliss si concentra su aspetti centrali della vita spartana, come la sua struttura sociale e politica. La città di Sparta, organizzata secondo un rigido sistema gerarchico, era dominata dai cittadini spartani, ma anche dall'occupazione degli Iloti, una classe servile che svolgeva funzioni agricole essenziali per il sostentamento della comunità. L'autore esplora con grande attenzione l'impiego degli Iloti, che costituiscono una parte cruciale e controversa della storia spartana. L'idea di un popolo che, pur essendo dedito all'arte della guerra, basava la propria prosperità sullo sfruttamento e sull'oppressione di una classe servile, è uno degli aspetti più inquietanti ma anche più significativi del sistema spartano.
Il sistema educativo spartano, che viene trattato in dettaglio, emerge come un elemento cruciale per la formazione del cittadino ideale. Bayliss descrive la 'agoge', il celebre programma di addestramento che iniziava sin dalla tenera età, incentrato sull'acquisizione di abilità fisiche e morali. Questo addestramento durissimo mirava a forgiare guerrieri implacabili e uomini devoti alla collettività. L'autore non si limita a descrivere i metodi violenti e spesso brutali di questa formazione, ma ne esplora anche le radici ideologiche, legandole alla concezione spartana della cittadinanza e della virtù.
Uno degli aspetti più innovativi e rilevanti del libro è la trattazione del ruolo delle donne nella società spartana. Sebbene storicamente le donne di Sparta siano state spesso ignorate o considerate in secondo piano, Bayliss evidenzia la loro relativa indipendenza e il loro ruolo fondamentale all'interno del sistema sociale. Le donne spartane, pur non essendo coinvolte direttamente nella vita politica, godevano di maggiore libertà rispetto alle loro coetanee nelle altre città-stato greche. L'autore descrive con dovizia di particolari come le donne spartane fossero responsabili della gestione della casa e delle terre, mentre i mariti erano spesso impegnati nelle campagne militari. Non meno importante, il sistema educativo che Bayliss esplora includeva anche le ragazze, un aspetto piuttosto unico per l'epoca. Le donne spartane, quindi, pur non possedendo un'eguaglianza formale con gli uomini, godevano di una visibilità e di un'influenza nella vita sociale che era quasi sconosciuta nel resto della Grecia antica.
Un altro punto di forza del libro è l'analisi della duplice natura della civiltà spartana: da un lato, la brutalità dei suoi metodi, dall'altro l'innovazione di alcune sue strutture sociali e politiche. L'addestramento fisico, il culto della forza e della disciplina, la separazione netta tra i cittadini e gli Iloti, l'atteggiamento di durezza verso la morte e la sofferenza, sono tutti tratti distintivi della cultura spartana che possono suscitare orrore o ammirazione, ma che, come osserva Bayliss, non sono affatto statici e hanno avuto un'evoluzione storica. D'altro canto, alcune pratiche spartane, come il sistema educativo delle donne o la centralità dell'aggregazione comunitaria, possono essere viste come particolarmente avanzate rispetto ad altre società coeve.
Il volume, quindi, arricchisce la comprensione della storia spartana, andando oltre le tradizionali immagini stereotipate. Frutto di una ricerca meticolosa e di un'analisi critica, restituisce una visione più equilibrata e multidimensionale della società spartana. La sua capacità di trattare temi complessi con accessibilità e rigore scientifico invita il lettore a riflettere non solo sulle peculiarità di Sparta, ma anche sulle sue contraddizioni. |