Enrico Mannucci
Ombre La verità sui casi De Gasperi e Togliatti
Neri Pozza, pagg.320, € 20,00
La seconda metà del Novecento italiano è segnata dalla nascita e dal consolidamento della Repubblica, un periodo in cui due figure emergono come autentici "Padri della Patria": Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti. Entrambi hanno giocato un ruolo cruciale nella transizione dall'Italia fascista alla democrazia repubblicana, contribuendo a plasmare il nuovo assetto politico del Paese. De Gasperi, leader della Democrazia Cristiana, fu il primo presidente del Consiglio dopo la Seconda guerra mondiale, mentre Togliatti, storico segretario del Partito Comunista Italiano, rappresentava l'alternativa socialista che si opponeva al dominio democristiano.
Tuttavia, entrambi sono stati oggetto di controversie e polemiche che hanno messo in discussione la loro eredità. Due lettere, in particolare, hanno alimentato un acceso dibattito: la prima riguardante De Gasperi, che nel 1944 avrebbe esortato gli alleati a bombardare Roma, e la seconda, attribuita a Togliatti, in cui suggeriva di sfruttare le sofferenze dei soldati italiani prigionieri per promuovere la Resistenza. Queste vicende, apparentemente distanti, si intrecciano in modi inaspettati, rivelando le complessità della lotta politica e delle dinamiche di potere in un'Italia post-bellica segnata da profonde divisioni ideologiche.
In "Ombre. La verità sui casi De Gasperi e Togliatti", Enrico Mannucci si propone di esaminare e ricostruire in parallelo le storie di queste due lettere, gettando nuova luce su eventi che hanno avuto un impatto significativo sulla percezione pubblica di De Gasperi e Togliatti. L'Autore, con uno stile chiaro e incisivo, affronta non solo la questione dell'autenticità di queste missive, ma anche le loro implicazioni storiche e politiche.
La lettera attribuita a De Gasperi, pubblicata da Giovanni Guareschi nel 1954, sostiene che il leader democristiano avesse chiesto agli Alleati di bombardare Roma per accelerare la caduta del Fascismo. Mannucci ricostruisce meticolosamente il contesto in cui questa lettera è emersa, analizzando le reazioni immediate e il lungo percorso che ha condotto alla sua condanna come falso. L'Autore esamina anche le conseguenze legali e politiche per Guareschi, sottolineando come la polemica abbia influito sull'immagine di De Gasperi, che, nonostante le accuse, rimase una figura centrale nella costruzione della Repubblica.
D'altra parte, la lettera di Togliatti, conservata negli archivi moscoviti, suggerisce un atteggiamento cinico nei confronti dei prigionieri italiani dell'Armir. Mannucci discute l'autenticità di questa missiva, evidenziando le distorsioni che ne hanno compromesso la ricezione in Italia. Anche in questo caso, l'Autore non si limita a esaminare il documento, ma analizza le implicazioni più ampie per il Partito comunista e per la narrazione della Resistenza.
Un aspetto interessante del libro è l'approccio parallelo di Mannucci, che evidenzia le similarità tra le due vicende. Entrambi i leader, pur perseguendo obiettivi politici diversi, si trovano coinvolti in narrazioni che mettono in discussione il loro operato e il loro valore morale. Questo parallelismo offre una nuova prospettiva su come la memoria collettiva possa essere influenzata da polemiche di questo tipo, rivelando le fragilità delle loro eredità.
Mannucci analizza anche il contesto politico italiano delle elezioni presidenziali che hanno visto emergere figure come Giovanni Gronchi e Oscar Luigi Scalfaro, dimostrando come le polemiche sulle lettere abbiano avuto ripercussioni dirette sulla scena politica nazionale. La strumentalizzazione politica di queste questioni mette in evidenza come la narrativa storica possa essere manipolata a fini elettorali, contribuendo a un'interpretazione distorta degli eventi.
Nelle pagine del testo, Mannucci offre una ricostruzione approfondita e documentata di due episodi emblematici della storia italiana del Novecento. Il libro non solo chiarisce le controversie legate alle lettere, ma invita anche a riflettere sulle complessità della memoria storica e sulle dinamiche di potere che hanno caratterizzato la Prima Repubblica. |